lunedì 12 aprile 2010

GIUSEPPE COMINETTI TRA DIVISIONISMO E FUTURISMO



Sono passati cinquant’anni dal recupero per merito di Giovanni Carandente, alla Quadriennale di Roma del 1959, delle singolari inquiete scorribande d’avanguardia primo '900 di Giuseppe Cominetti (1882-1930): simbolismo, divisionismo, qualche poco persuasa tangenza con la nascita del futurismo, bohéme internazionale a Montmartre, espressionismo. Dopo di allora si susseguirono, sotto la primaria cura di Gianfranco Bruno, le antologiche a Genova e a Vercelli nel 1983 e quella più ricca a Novi Ligure nel 2006. Già nel 1983,q uando vennero esposti anche 26 disegni di guerra e i mobili dell’atelier di Montmartre ora riproposti, emerse il rapporto privilegiato degli eredi con Vercelli, nel cui Liceo Lagrange alla fine dell'800 avevano studiato Giuseppe e l'inseparabile fratello Gian Maria, futuro letterato e teatrante a Genova e a Parigi. 


Esempio tipico di questo rapporto fu allora il deposito da parte del Comune al Museo Borgogna della grande tela di retorica modernista-populista del 1919 L’Electricité. Ad essa si sono aggiunti ora il deposito a lungo termine dell’opera più celebre, I conquistatori del sole del 1907, inviata da Genova al Salon d'Automne del 1909, il cui successo fu all’origine del trasferimento a Parigi, e la donazione di un pendent de L'Electricité, Le Forgeron. È questa l’origine della mostra, a cura di Massimo Melotti, ridotta, 16 dipinti, 12 disegni, ma di ottimo livello scientifico, a partire da una definitiva chiarificazione documentaria nella biografia di Beatrice Zanelli. 

La brillante idea di base è quella di ricostruire un atelier ideale, fra Genova, Parigi e nel primo dopoguerra anche Roma, intorno agli strani mobili fra liberty, gusto secessionista e déco con ornati orientaleggianti in papier maché, le vecchie e nuove entrate nel Museo e una scelta molto oculata di opere significative.S i passa dall'Autoritratto del 1904 e dal Ritratto del fratello del 1906, ancora oscillanti fra scapigliatura lombarda, echi di Carrière e una cupa tessitura grigiobruna protodivisionista vicina agli esordii di Carrà e di Balla, al Matrimonio del 1908, straordinario quadro espressionista «europeo» fra Munch ed Ensor in anticipo sul Lutto di Boccioni del 1910. 

La minuziosa ma compatta tessitura «divisa» rossodorata e bruna dei Conquistatori, fra la Genova di Nomellini e l’Alessandria di Pellizza con l’erede Angelo Barabino, evoca in realtà la stessa figura di proletario a torso nudo visto, con dinamismo parafuturista alla Muybridge, in tre successivi momenti dello stesso atto dello zappare. Le succede, fra Lussuria del 1910, Strada a Montmartre del 1913 e Tango del 1914, la filamentosa evanescenza alla Previati, verdazzurra dorata o rossoblù. 


GIUSEPPE COMINETTI TRA DIVISIONISMO E FUTURISMO 

VERCELLI, MUSEO BORGOGNA 
FINO AL 30 MAGGIO

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