martedì 30 agosto 2016

Capitale italiana della cultura: 21 città candidate per il 2018

Capitale italiana della cultura: 21 città candidate per il 2018
Il ministero dei Beni culturali ha reso noto i nomi delle 21 città candidate al titolo di Capitale italiana della cultura 2018. Così dopo Mantova nel 2016, Pistoia nel 2017 e la designazione di Matera nel 2019 come capitale europea, si passa alla valutazione dei nuovi progetti per il 2018. L’individuazione della vincitrice avverrà entro il 31 gennaio 2017, ma prima sarà stilata una short list a metà novembre con le dieci finaliste. Come si legge nel bando, questi sono i punti di merito e gli obiettivi preposti da raggiungere: "Miglioramento dell’offerta culturale, rafforzamento della coesione e dell’inclusione sociale, lo sviluppo della partecipazione pubblica, incremento dell’attrattività turistica, utilizzo delle nuove tecnologie, promozione dell’innovazione e dell’imprenditorialità nei settori culturali e creativi, conseguimento di risultati sostenibili nell’ambito dell’innovazione culturale".

FONTE: repubblica.it

sabato 20 agosto 2016

Lapidarium, Aceves approda a Roma

Nei siti archeologici l'opera sull'eterna migrazione dell'uomo

Monumentale, enigmatica, in continua evoluzione: la grande opera scultorea "Lapidarium. Waiting for the barbarians" firmata dall'artista messicano Gustavo Aceves farà tappa a Roma, dove dal 15 settembre verrà installata nei siti archeologici più importanti della città. Dopo l'anteprima nel 2014 a Pietrasanta (dove Aceves risiede) e la prima presentazione a Berlino nel 2015, le imponenti sculture (40 lavori, dai 3 agli 8 metri di altezza e fino a 12 metri di lunghezza) dialogheranno con la grande storia della Capitale, invadendo il Colosseo, i Mercati di Traiano, i Fori Imperiali e l'Arco di Costantino.
    L'obiettivo dell'artista è rappresentare, con la grande potenza visiva del suo 'esercito' di cavalli scolpiti in bronzo, marmo, legno, ferro e granito, l'eterna migrazione dell'uomo, al di là di epoche e contesti, e permettere di rileggere in chiave critica la storia occidentale. Un modo per riflettere su soprusi e violenze di popoli verso altri popoli, e dare voce a chi è costretto a subire una continua diaspora, a quel popolo di "perdenti" che, emigrando, spesso è considerato "barbaro" e invasore. La mostra, curata da Francesco Buranelli e allestita fino al 7 gennaio, dopo Roma approderà a Istanbul, Parigi e Venezia nel 2017 fino a concludere il tour mondiale a Mexico City nel 2018.(ANSA).


   

venerdì 12 agosto 2016

Da Napoli ad Agrigento, mezzo miliardo per la cultura al Sud


Franceschini, investiamo sul patrimonio per rilanciare economia


Quasi 20 milioni di euro per il Museo archeologico di Napoli, quasi 25 per la Reggia di Caserta, 17 e mezzo per Paestum, 5 per Cuma, 4,5 per Velia. Oltre 7 milioni per il museo nazionale d'arte medievale e moderna della Basilicata e 5 per quello archeologico di Metaponto. E poi in Calabria 5 milioni per l'area archeologica e il museo di Locri e 2 per il castello di Palizzi. Spostandosi in Puglia 3 milioni per Castel del Monte, 10 per i castelli svevi di Trani e Brindisi, oltre 3 per il castello di Carlo V a Lecce. E poi giu' in Sicilia con 6,5 milioni per il parco della Valle dei Templi di Agrigento e 4,3 per il parco archeologico di Gela. Sono solo alcuni dei tanti interventi - per la precisione 88, tutti concentrati nelle 5 regioni del Sud Italia - che saranno possibili grazie al mezzo miliardo di euro di fondi destinati ai "cantieri della cultura".
Il Cipe ha approvato il Piano di Azione e Coesione Complementare 2014-2020 che costituisce l'ultima tranche del Piano operativo nazionale Cultura e sviluppo del Mibact. Presentato nel marzo 2016, per un valore di 133.622.878 euro, il Pac appena approvato completa un intervento strategico di 493 milioni (i 133 del Pac si sommano infatti ai circa 360 milioni del Pon cultura). Insomma risorse per interventi sostanziali, non solo semplici cambi di look, che potrebbero - se uniti a interventi alle infrastrutture - "guarire" l'Italia del turismo dalla cronica malattia del sovraffollamento su Roma, Venezia, Firenze e Milano e della carenza di turisti che sorpassano la Capitale per bearsi delle meraviglie culturali del Sud. "I cantieri della cultura - spiega il ministro dei Beni e delle Attivita' culturali e del Turismo, Dario Franceschini - sono un'ulteriore dimostrazione di come e quanto il governo stia investendo per la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico-architettonico e archeologico del nostro Paese. Dopo un decennio di tagli, queste scelte confermano che per il governo la cultura e' la chiave per il rilancio economico dei territori e del Mezzogiorno".
E quindi via a riallestimenti, riqualificazioni, valorizzazioni, ammodernamenti, restauri, ma anche, come accade a Castel del Monte, alla realizzazione di centri di accoglienza per i turisti, oppure ad allestimenti multimediali (a Sibari) o a futuristici Musei 3.0 (al Marta di Taranto). O ancora interventi per il risparmio energetico come al parco archeologico di Scolacium o di messa in rete dei musei (come accade in Campania) o di sistemi museali integrati (in Basilicata). Grazie all'intervento sinergico del Pon Cultura e del Piano d'Azione Comunitario, in Campania vengono finanziati 32 interventi per 137.816.723 euro, in Calabria 6 interventi per 11.088.730 euro, in Puglia 20 interventi per 68.297.141 euro, in Basilicata 9 interventi per 26.448.242 euro, in Sicilia 19 interventi per 57.073.267 euro. Oltre 300 milioni di risorse, circa 90 cantieri di immediata realizzazione, a cui si sommano le risorse per favorire la progettazione di qualita', l'assistenza tecnica alle stazioni appaltanti e 33 milioni di euro ancora da programmare.
FONTE: ansa.it

lunedì 25 luglio 2016

Hikaru Dorodango, l’arte del fango

La bizzarra arte giapponese di creare dalla terra sfere perfette e luccicanti , con una tecnica che si apprende in anni di pratica

Hikaru Dorodango significa ‘far brillare uno gnocco di fango’. Si tratta di plasmare una sfera fatta di terra e acqua, solo usando le proprie mani. Un gioco da bambini? Niente affatto: Hikaru Dorodango è una vera e propria arte, nata e diffusa in Giappone ma attualmente apprezzata anche al di fuori dei confini nipponici. C’è infatti qualcosa di speciale nel modellare un materiale ‘sporco’ e grezzo e farlo diventare un oggetto di pregio.

Bruce Gardner. Foto P2 Photography 
Il prodotto del Hikaru Dorodango è infatti una sfera perfetta, liscissima e lucida, che si riesce ad ottenere solo attraverso una tecnica particolare, e non senza molta pratica. A cavallo tra arte e artigianato, quella del Dorodango è una vera e propria manipolazione scultorea, amata non solo per i piacevoli manufatti che ne derivano, ma anche perché sembra essere estremamente rilassante. Spesso questa tecnica viene insegnata ai bambini, perché particolarmente calmante. Non è semplice come sembra: in Giappone esistono corsi di artigianato dedicati al Hikaru Dorodango, e gli ‘esperti’ sanno che solo un processo complesso porta ad una sfera perfetta. Oltretutto, a seconda della tipologia di terra che si utilizza cambiano consistenze, modalità di manipolazione, tempistiche. Lo spiega Bruce Gardner, tra gli esponenti più apprezzati dell’Hikaru Dorodango, che ha fatto di quest’arte un secondo mestiere: potete vedere le sue opere sul sito ufficiale, o conoscerle meglio in questo breve video.
Bruce Gardner all’opera. Foto P2 Photography 
A grandi linee potremmo semplificare la tecnica del Dorodango così. Si prende del fango, lo si priva di eventuali sassolini o detriti, si comprime nel palmo della mano, bagnandolo quel tanto necessario a plasmarlo. Si procede quindi appallottolandolo, dandogli la forma di una sfera, e quindi per un paio d’ore lo si alliscia aggiungendo un poco alla volta altro fango più secco. Una volta ottenuta una sfera liscia e più o meno solida, la si mette in un sacchetto e si ripone in frigorifero per circa quattro ore. Occorre ripetere l’operazione due o tre volte. Ottenuta la sfera della dimensione desiderata, la si lucida e smalta a piacere, fino a farla brillare.

FONTE: lastampa.it

mercoledì 20 luglio 2016

Boldini e l’avanguardia figurativa a Pechino

La mostra ripercorre il percorso creativo del pittore da Ferrara alla lunga stagione francese

Giovanni Boldini e l’avanguardia figurativa fanno l’atteso esordio in Cina, al World Art Museum di Pechino. La mostra, dal titolo «Boldini, maestro della belle epoque» e aperta fino al 9 ottobre, si compone di 54 opere, tra cui l’autoritratto custodito dalla Galleria degli Uffizi, che ripercorrono il percorso creativo del pittore di Ferrara dall’esperienza fiorentina alla lunga e articolata stagione francese, con tanto di una selezione dei lavori fatti dai principali protagonisti italiani della stagione che, come Boldini, scelsero Parigi quale patria ideale della modernità e del filone artistico figurativo: da Giuseppe de Nittis a Federico Zandomeneghi, da Paolo Troubetzkoy a Vittorio Corcos. 

Il percorso è suggestivo e il ministro dei Beni culturali e del Turismo Dario Franceschini, presente all’inaugurazione, lo ha rimarcato. «Conosciuto in Europa, sconosciuto in Cina: è l’occasione per puntare su arte e cultura», ha rilevato alla cerimonia d’apertura. «Nel 1931, quando Boldini morì a Parigi, una delegazione da Ferrara partì per partecipare ai funerali. Di quella delegazione faceva parte anche mio nonno», ha raccontato Franceschini a conferma dei legami stretti tra la città estense e il suo illustre concittadino. 

Non a caso, sono ben 37 le opere esposte «provenienti dalla Galleria di Arte Moderna e contemporanea di Ferrara-Museo Boldini», ha detto il sindaco della città estense Tiziano Tagliani, approfittando anche dei lavori di consolidamento della struttura resisi necessari dopo il terremoto dell’Emilia. 

Da parte cinese, la direttrice del museo Wang Limei ha voluto esprimere tutto il suo entusiasmo per le opere dal «grande fascino», simbolo di una continua collaborazione e del rafforzamento dei rapporti tra Italia e Cina. 

FONTE: lastampa.it

sabato 9 luglio 2016

Tivoli, a Villa d'Este una mostra su l'Orlando Furioso


Tornano alla ribalta le vicende amoroso di Orlando e Angelica, protagonisti del poema epico più conosciuto della letteratura italiana, l’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto (1516). Sono passati ben cinquecento anni dalla prima edizione del poema epico che tratta, tra i temi principali, oltre alle peripezie sentimentali e al bel modo di corteggiare, la guerra tra musulmani e cristiani che si conclude con la vittoria dei cristiani sugli acerrimi nemici. In occasione di questo grosso compleanno la Villa d’Este di Tivoli ospita una mostra, intitolata I voli dell'Ariosto. L’Orlando furioso e le arti, che racconta l’impatto esercitato dal racconto di Ariosto, da quando fu scritto fino ad oggi, sulle arti figurative.

Lo scenario della villa, con gli ambienti affrescati e i bei giardini, è l’ideale per una mostra di questo tipo. Inoltre, il cardinale Ippolito II d’Este, che la fece costruire, frequentò l’Ariosto durante gli anni giovanile trascorsi presso Ferrara. Le opere selezionate per la mostra (dipinti, sculture, arazzi, ceramiche, incisioni, disegni, medaglie, libri illustrati) narrano il meglio dell’Orlando Furioso e come i protagonisti dell’opera siano divenuti soggetti molto amati dai pittori delle epoche a seguire. Ad integrazione della mostra, Villa d’Este proporrà durante il periodo di apertura diverse manifestazioni ed eventi collegati: percorsi nel territorio, concerti, proiezioni cinematografiche, spettacoli teatrali, conferenze e letture ariostesche.

FONTE: Mariapia Bruno (ilmessaggero.it)

mercoledì 22 giugno 2016

RomaEuropa Festival 2016: per una "Storia contemporanea", da Baricco alla mostra Par tibi, Roma, nihil


Al via l'anteprima estiva di RomaEuropa Festival 2016 con due appuntamenti assolutamente imperdibili

Roma Estate 2016 è alle porte e il calendario degli eventi e delle cose da fare e da vedere è ricco e variegato. Uno degli appuntamenti imperdibili è sicuramente il RomaEuropa Festival, ricchissima kermesse che metterà la cultura al centro di una nutrita agenda tutta da scoprire, all’interno della quale spiccano certamente la mostra Par tibi, Roma, nihil e lo spettacolo Palamede, la storia, di Alessandro Baricco.

RomaEuropa Festival 2016, cosa ci sarà

Il RomaEuropa Festival 2016 aprirà il sipario con un’anteprima estiva dal 24 giugno al 18 settembre e animerà la capitale dal 21 settembre al 3 dicembre, facendone rivivere spazi culturali dalla suggestiva e struggente bellezza, come l’Area Archeologica del Palatino, che non a caso ospiterà sia la mostra Par tibi, Roma, nihil sia l’attesissimo spettacolo di Alessandro Baricco, due dei main events della kermesse. Ma RomaEuropa Festival non sarà solo questo: nella versione invernale infatti sono previsti 524 artisti per 145 giorni di attività, e ancora 51 appuntamenti dedicati alla creazione contemporanea e tantissime attività collaterali per vivere Roma da un punto di vista diverso, spettacolare, unico.

RomaEuropa Festival 2016, Par tibi, Roma, nihil

Nulla è a te comparabile, o Roma. Questo il senso (e la traduzione) di Par tibi, Roma, nihil, mostra che unirà antico e contemporaneo per un tripudio di cultura e arte imperdibile, che animerà la Capitale dal 24 giugno al 18 settembre 2016, dalle ore 8:30 alle 19.
Non è facile spiegare cosa sia Par tibi, Roma, nihil: una mostra, un laboratorio, un momento di unione e fusione per generare un percorso nuovo e meraviglioso, in grado di stupire, colpire e catturare lo spettatore. Un percorso costruito su tre linee tematiche, tre direzioni da seguire e tre esperienze in cui immergersi: così avremo “memoria”, dove spazio antico e resti si trasformano in laboratorio linguistico, e poi “storia”, fra antiche rovine che diventano sfondo di laboratori linguistici del futuro in un connubio spiazzante e innovativo.
Chiude i percorsi “spazio”, cioè il Palatino, così tipico eppure in grado di reinventare sé stesso negli occhi di questi artisti contemporanei che per l’arco di una mostra ne saranno per certi versi re-inventori. Par tibi, Roma, nihil è stata curata da Raffaella Frascarelli: il costo del biglietto varia da € 7,50 a € 12 per l’accesso all’area archeologica di Colosseo/Foro Romano/Palatino.
FONTE: pianetadonna.it
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