lunedì 30 maggio 2016

Arte che cammina: strandbeest, le sculture cinetiche

A tu per tu con gli strandbeest, famiglia di animali semoventi mossi dal vento e dotati di "vita autonoma", creata dall'artista olandese Theo Jansen.

Si muovono come ragni, ma somigliano a creature mitologiche: sono strandbeest (animali della spiaggia), sculture "cinetiche", ossia fatte per spostarsi sospinte del vento, da aria compressa e in qualche caso anche da spettatori attivi.

Questa famiglia di bestie artificiali, talmente agili e autonome da sembrare robot, è stata creata dallo scultore olandese Theo Jansen, fisico e artista, che lavora agli animali semoventi da 20 anni e che, di solito, li sperimenta sulle spiagge del suo Paese. Proprio oggi a San Francisco inaugura una mostra con alcuni strandbeest e molti dettagli sul processo creativo: un'occasione per rivedere alcuni video (come quello in apertura, realizzato da Business Insider) di questi esseri "alieni". 


ANATOMIA. Le ossa degli animali sono ottenute da tubi in PVC assemblati con nastro adesivo, elastici e fascette da elettricista. Ma le bestie da spiaggia incorporano anche stracci usati come ali, e bottiglie di plastica come serbatoi di aria compressa per potersi spostare anche in assenza di vento.

FONTE: focus.it

sabato 21 maggio 2016

Quando riprendere il vero è arte. A Roma World Press Photo Show

Quando riprendere il vero è arte. A Roma World Press Photo Show


Migranti e ambienti in pericolo. Scatti che evocano speranza e altri che immortalano la realtà nella sua crudezza. Le immagini vincitrici di uno dei più prestigiosi premi di fotogiornalismo in mostra a Roma, per un mese


Migranti, bambini, zone di conflitto, foto di speranza e di cruda realtà. Tutto questo si trova nella mostra World Press Photo 2016, allestita, come consuetudine, all'interno del Museo di Roma in Trastevere, dal 29 aprile al 29 maggio.

Si tratta dell'esposizione fotografica che raccoglie gli scatti premiati all'ultima edizione del World Press Photo, uno dei più autorevoli e famosi riconoscimenti fotogiornalistici creato dall'omonima Fondazione di Amsterdam, nata come organizzazione no profit nel 1955. Da allora, una giuria formata da esperti internazionali si riunisce per visionare e selezionare tra le migliaia di lavori inviati da fotogiornalisti di tutto il mondo: quest'anno sono arrivate oltre 82mila immagini. Le hanno scattate 5.775 fotografi, di 128 nazionalità diverse.

I lavori selezionati sono stati suddivisi in otto categorie, e tra tutti sono stati premiati quelli di 42 fotografi provenienti da 21 paesi: Australia, Austria, Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, Iran, Italia, Giappone, Messico, Portogallo, Russia, Slovenia, Sud Africa, Spagna, Svezia, Svizzera, Siria, Turchia e Stati Uniti. “Più di mille foto per questa edizione sono state spedite da fotografi cinesi” precisa il fotografo Francesco Zizola, presente in mostra come vincitore del secondo premio della sezione attualità e, quest’anno, anche organizzatore della tappa romana dell'esposizione ora in corso al museo di Roma in Trastevere.

“L'Asia si affaccia al mercato mondiale delle notizie e lo fa con consapevolezza” osserva ancora Zizola che nel 1996 è stato anche l'autore della foto dell'anno del World Press Photo, con un lavoro sulla guerra in Angola. Osserva il fotografo: “Dal 1996 al 2016, in questi 10 annni sono successe tante cose, la prima è il notevole cambiamento del modo di pubblicare le notizie, già avvenuto e che sta compiendo il suo termine con la trasformazione dai vecchi e nuovi media. Altra novità è l'uso della tecnologie: il modo di rappresentare le notizie che abbiamo oggi era prima impensabile, lo stesso Warren Richardson, autore della foto dell'anno 2016, ha dichiarato che quando ha scattato la sua immagine vincitrice, illuminato solo dalla luna, ha potuto vedere quanto ha fotografato soltanto a posteriori. Le nostre macchine fotografiche, con la possibilità raggiunta dalla tecnologia, arrivano a vedere anche quello che l'occhio non vede” conclude Zizola, quest'anno premiato per le foto scattate ad agosto dello scorso anno in Sicilia. Più precisamente nel mare mediterraneo, dove è rimasto per tre settimane a bordo di un battello specializzato nella ricerca e soccorso, affittato da Medici senza Frontiere che ha salvato, con tre barche, migliaia di vite di migranti.

Il fotografo romano cita nel suo commento “Hope for new life” la foto vincitrice di quest'anno, scelta nella categoria Spot News. É stata realizzata la scorsa estate a Roske, in Ungheria dove il fotografo autore free lance Richardson vive attualmente, al confine con la Serbia. Anche questo scatto come quello di Zizola e di tanti altri è concentrato sulla situazione dei migranti e i rifugiati.

Ma al museo di Roma in Trastevere non si vedono soltanto immagini di triste attualità, o scatti sensazionali. Si possono ammirare anche diverse immagini a tema sportivo (notevole la foto di Greg Nelson su un campo da basket) o di natura, ma soprattutto ci si trovano sempre storie di straordinaria umanità. Una su tutte quella raccontata per immagini dalla fotografa statunitense Nancy Borowick che, con “A Life in Death”, ha fotograto per un anno i suoi genitori entrambi malati di cancro. Si tratta di scatti commoventi, di scene famigliari tenere e intime, tra le quali si vede anche la fotofrafa, in un autoritratto mentre lava i piatti. Con questo lavoro Nancy Borowick ha vinto il secondo premio nella sezione “Long Term Project” di questo World Press Photo 2016, promosso da Roma Capitale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, in collaborazione con 10b photography e World Press Photo Foundation di Amsterdam. Organizzazione e servizi museali sono di Zètema Progetto Cultura.

FONTE: Valentina Bernabei (repubblica.it)

sabato 14 maggio 2016

Ravenna, da Picasso a de Chirico la Seduzione del Passato

Ravenna, da Picasso a de Chirico la Seduzione del Passato

Al Mar un ricco sguardo sull'intera storia del Novecento documenta artisti e vicende che testimoniano una ripresa della tradizione, attraverso modelli e valori dell’antico. Con opere di grandi maestri italiani e stranieri di generazioni, aree culturali e tendenze diverse


"Le opere dei nostri antenati sono indebitate nei confronti dei successori, se non diminuite, al punto che se i morti ritornassero vestirebbero i nostri colori e parlerebbero con le nostre voci”. Così, ci ricorda Marco Tonelli nel suo contributo al catalogo Mandragora (firmato anche da Spadoni, Pontiggia e Bazzocchi) citando "L’angoscia dell’influenza" di Harold Bloom e ci aiuta ad entrare in contatto e a capire lo spirito con cui "gli artisti creano i loro precursori".

Infatti, quali sono le armi di seduzione dei più grandi artisti italiani e moderni? Oltre ad uno sguardo diverso sulle cose che ha reso unica la loro produzione, al di là dei movimenti di appartenenza, sembra che ad unirli possa essere stata la necessità di attingere alla memoria storica e mostrarci la nostra tradizione anche la più antica, rivisitata. Così, La mostra “La seduzione dell’antico. Da Picasso a Duchamp, da de Chirico a Pistoletto“, al MAR, Museo d’Arte della città di Ravenna, racconta in otto sezioni, di quell’insopprimibile richiamo che il passato esercitò sugli artisti del Novecento e anoi più vicini.

Il viaggio, c'è tempo di farlo fino al 26 giugno, si scandisce in sezioni tematiche, la prima dal particolare titolo “Quel non so che di antico e di moderno” ripreso da una citazione di Carrà e, prosegue  con i generi della tradizione: "la Natura morta", "il Paesaggio", "il Ritratto", "Turbamenti barocchi", "Il mito e il sacro", "Archeologie", "Citazioni” e “L’attualità dell’antico”. Sono oltre 130 le opere di artisti del calibro di de Chirico, Morandi, Carrà, Martini, Savinio, Casorati, Sironi, De Pisis, Campigli e Severini. Per il Barocco si incontrano artisti come Scipione, Fontana e Leoncillo. Si passa successivamente alle icone pop come Schifano, Festa e Ceroli. L'antico e il post-moderno sono raccontati con le opere di Salvo, Ontani, Mariani e Paladino. C'è spazio anche per il ‘Realismo magico', da Sciltian a Clerici e Guttuso, e per la Pop Art e l'Arte Povera, con artisti come Paolini e Pistoletto. Molte poi le presenze di colonne portanti dello scorso secolo tra cui Picasso, Duchamp, Man Ray, Dalí, Klein e per avvicinarci alla contemporaneità segnaliamo Christo.

La mostra, curata da Claudio Spadoni, ripercorre l’intera vicenda artistica del Novecento partendo dalle Avanguardie storiche, fino alle neoavanguardie e alla stagione del postmoderno che segna in qualche modo l'affievolirsi di questa “seduzione”. Documenta artisti e vicende che testimoniano una ripresa della tradizione in una restituzione moderna di modelli e valori dell’antico, talora attraverso la citazione esplicita, o in forma evocativa, o attraverso una rilettura inedita di opere e figure mitizzate del passato, che diventano icone contemporanee, fino a operazioni ironiche o dissacratorie ormai a loro volta diventate classici della storia dell’arte. Una mostra ricca di spunti speculativi e di capolavori che oltre al gioco della Seduzione, mette in atto una rivalutazione del concetto del tempo, in grado di stabilire un'estensione del presente che contagia il passato.

FONTE: Valentina Tosoni (repubblica.it)

giovedì 12 maggio 2016

Le opere di Jan Fabre invadono Firenze


L’arte contemporanea torna in piazza della Signoria a Firenze con due opere in bronzo dello scultore belga Jan Fabre, 57 anni, uno dei più innovativi e rilevanti artisti del panorama attuale. Una di queste, dal titolo «Searching for Utopia», è una tartaruga di eccezionali dimensioni ed è esposta vicino al monumento equestre di Cosimo I, capolavoro rinascimentale del Giambologna; la seconda, dal titolo «The man who measures the clouds (American version, 18 years older)», è collocata sull’Arengario di Palazzo Vecchio, tra le copie del David di Michelangelo e della Giuditta di Donatello. In entrambe le opere c’è l’autoritratto dell’artista, nella doppia veste di cavaliere e guardiano, come tramite tra terra e cielo, tra forze naturali e dello spirito.  

Le due opere fanno parte della mostra «Spiritual Guards» di Jan Fabre curata da Melania Rossi e Joanna De Vos con la direzione artistica di Sergio Risaliti, ospitata anche in Palazzo Vecchio e che dal 14 maggio si allargherà al Forte di Belvedere. Jan Fabre è il secondo artista contemporaneo, dopo Botero nel 2003, a presentare una sua opera in piazza della Signoria. L’artista statunitense Jeff Koons nel settembre scorso è stato il primo a `violare´ lo spazio classico dell’Arengario di Palazzo Vecchio con l’esposizione di una sua colossale statua.  


In Palazzo Vecchio ci sono una serie di sculture che andranno a dialogare con gli affreschi e i manufatti conservati in alcune sale del percorso museale del palazzo, in particolare quelle del Quartiere di Eleonora, assieme alla Sala dell’Udienza e alla Sala dei Gigli. Tra le opere esposte anche un grande mappamondo (2.50 m di diametro) rivestito interamente di scarabei dal carapace cangiante, a poca distanza dal celebre globo conservato nella Sala delle Mappe geografiche, opera cinquecentesca di Ignazio Danti.  

FONTE: lastampa.it

mercoledì 11 maggio 2016

Le meraviglie italiane della street art

Un viaggio da nord a sud dello Stivale, alla scoperta dei murales e graffiti più belli: un museo "en plein air"che coinvolge anche Millo, Blu, Peeta, Banksy e C215...

Un viaggio tra graffiti e murales, forme e colori, alla scoperta della street art più bella d’Italia. Skyscanner ha raccontato il meglio dell’arte urbana in Italia, tra capolavori di sempre e nuovi soggetti pop. Si parte da Torino, dove, grazie al bando B.ART, l’artista Millo ha realizzato tredici enormi murales in bianco e nero nel quartiere Barriera di Milano, incentrate sul rapporto tra umano e metropolitano. A Milano, nel quartiere Isola, potrete invece scoprire gli stencil iconici di Zibe, i piccoli animaletti di Microbo e le scene surreali di Santi.

A Venezia, attorno al Teatro Marinoni, potrete trovare il lavoro dell’artista Peeta, i cui graffiti diventano tridimensionali grazie a giochi di luce e sfumature. A Padova il Comune ha lanciato un progetto per colorare le periferie, mettendo a disposizione di una dozzina di artisti locali le superfici di quattro grandi palazzi nel quartiere Mortise. Inoltre qui è nata la prima “social graffiti photomap”, ovvero una mappa virtuale che raccoglie i lavori di arte urbana presenti in città.

A Bologna potrete gustarvi le grandi opere di artisti riconosciuti a livello internazionale, come Blu, Ericailcane, Mambo e Dado, tra animali surreali e colori sgargianti. Anche qui potrete utilizzare un utile strumento, la mappa di Bolognastreetart. A Firenze, invece, si può scoprire anche l’arte di CLET, i cui omini stilizzati hanno trasformato la segnaletica italiana, e quella di Exit Enter, tra palloncini e cuori rossi.

Nella Capitale partite dal Museo Urban di Roma, una mostra collettiva di opere urbane. E poi scoprite le chicche sparse per tutta la città, da Ostiense a Tormarancia, da Quadraro al Testaccio. Non solo architetture partenopee, invece, a Napoli: i lavori di Banksy, C215, Alice Pasquini e di tanti altri artisti hanno rivoluzionato gli spazi cittadini, da quelli degradati a quelli più famosi.

Spostandoci in Puglia, a Bari si possono ammirare le opere di artisti di fama internazionale come 108, Ozmo e Hell’O Monsters. Mentre a Palermo, tra i quartieri di Vucciria, Borgo Vecchio, ZEN e Kalsa, tante le iniziative che hanno coinvolto il Comune con gli artisti locali: spicca l’ispirazione dell’artista franceseC215, che ha riproposto i principali capolavori del Caravaggio.

FONTE: Salvo Cagnazzo (lastampa.it)


sabato 7 maggio 2016

Roma capitale del fumetto d'autore: da Hugo Pratt al Festival Arf!



Roma diventa la capitale dell’illustrazione e dell’animazione d’autore. Che colorano la primavera capitolina di segni e immagini in cui la fantasia vola a briglia sciolta. Il quartiere generale di questa full immersion nella creatività a tutto tondo è Testaccio con La Pelanda-Macro che ospita una girandola di opere d’arte più o meno visionarie nel senso più emozionale del termine. Lo fa regalando la grande mostra dedicata a Hugo Pratt. Incontri e passaggi (Rencontres et passages) fino al 24 maggio e il Festival Ars! in programma dal 20 al 22 del mese.

Due occasioni di scoperta a 360 gradi con l’inventiva che si concretizza nelle maniere più disparate, originali e innovative in una carrellata di lavori, disegni, tavole, realizzazioni video e tutto quanto fa produzione intellettual-artigianale rivolta all’immagine narrativa e della letteratura disegnata. Come quella straordinaria di Pratt che l’esposizione offre attraverso una sorta di filo d’Arianna fra gli incontri reali e immaginari con i suoi scrittori preferiti da Oesterheld, Ivaldi, Rieu, Bonelli, Platteau a Stevenson, London, Curwood, Borges o Yeats.

La mostra ideata e curata dal Museo Hergé di Bruxelles propone oltre 120 opere originali, fotografie e tante rarità da esplorare con l’occhio dell’emozione dai primi schizzi alla nuova stagione inaugurata dal segno di Rubén Pellejero.
Ideata e curata dal Museo Hergé di Bruxelles regala allo sguardo degli appassionati disegni, acquerelli e copertine di riviste dai primi anni argentini fino alle ultime tavole di Corto Maltese, il suo mitico alter ego.

La rassegna fa da ponte ideale fra il Salone Comicon alla Mostra d’Oltremare di Napoli che si è concluso a fine aprile
 con la Città Eterna che ospiterà sempre al Macro ospiterà 20 al 22 maggio sempre al Macro la seconda edizione del Festival ARF! manifestazione contenitore di storie, Segni & Disegni, dedicato al fumetto, all’illustrazione e alla graphic novel.

FONTE: Luisa Mosello (ilmessaggero.it)

mercoledì 4 maggio 2016

CONFERENZA STAMPA - 11 MAGGIO - SPRING ATTITUDE - FESTIVAL INTERNAZIONALE DI MUSICA ELETTRONICA E CULTURA CONTEMPORANEA

L'11 maggio si terrà la Conferenza stampa di presentazione della VII edizione di SPRING ATTITUDE - Festival internazionale di Cultura Contemporanea e Musica Elettronica che si svolgerà dal 19 al 21 maggio al MAXXI - Museo nazionale delle Arti del XXI secolo, all'ex Caserma Guido Reni e a Spazio Novecento.
AIR, Pantha du Prince, Matthew Herbert, Gold Panda, John Duncan, Clap! Clap!, Iosonouncane, Go Dugong sono soltanto alcuni dei protagonisti di questa edizione che riparte dal successo dello scorso anno con oltre 12.000 presenze.
Fra Performance (dj set e live concert), Arts&New Media e - novità di quest'anno - i workshop della sezione Educazione, Spring Attitude si conferma uno dei principali eventi europei nel campo della musica elettronica e delle arti visive.
La Conferenza stampa  si terrà  a Roma  mercoledì 11 maggio alle ore 11.00 all'ex caserma Guido Reni (via Guido Reni, 7).

FONTE: GDG Press - Ufficio Stampa Spring Attitude

A Firenze le foto e i disegni di Liu Xiaodong raccontano le migrazioni




Il fenomeno delle migrazioni cinesi nel mondo, osservato dall’occhio artistico di Liu Xiaodong: è l’oggetto della mostra che, fino al 19 giugno sarà accolta negli spazi della galleria Strozzina di Palazzo Strozzi a Firenze. L’esposizione è costituita da 182 tra disegni e fotografie; 11 dipinti e un video-documentario realizzati specificamente dall’artista cinese in seguito ad un periodo di residenza in Toscana tra l’autunno 2015 e questa primavera. 

I soggetti principali delle opere in mostra sono le città di Firenze e Prato e la campagna senese, luoghi vissuti dall’artista attraverso il contatto diretto con gli abitanti e con un particolare interesse per le locali comunità cinesi. La mostra a Palazzo Strozzi diviene inoltre l’occasione per una riflessione sulla migrazione dei popoli e il loro rapporto con nuovi territori e ambienti fisici, geografici e culturali, in riferimento anche ai fatti recenti di crisi ai confini dell’Europa, che lo stesso Xiaodong ha visitato a Bodrum in Turchia e a Kos in Grecia.  

Origine del progetto per Palazzo Strozzi è il particolare interesse dell’artista per la comunità cinese di Prato, la più popolosa d’Italia e una delle più importanti di Europa, ormai arrivata quasi alla terza generazione. La mostra è promossa e organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi con la collaborazione di Massimo De Carlo, Milano/Londra/Hong Kong. 

FONTE: lastampa.it

domenica 1 maggio 2016

VERMIBUS – L’affascinante arte del Subvertising

Dalla strada alla strada, passando per il suo studio. Il tragitto che compiono le opere di Vermibus, artista berlinese che ha fatto del Subvertising il suo lavoro, è breve quanto intenso. Inizia e finisce in strada. La sua arte? Recuperare gli annunci pubblicitari in giro per il mondo, sottoporli a un processo di trasformazione estetica e morale, dirottando completamente il loro messaggio, e riportarli in strada con tutto un altro significato, in un nuovo originale contesto, il suo. Un gesto che potrebbe sembrare simile alla pittura, ma non lo è. Vermibus non utilizza nuovi colori per creare un’immagine, lui stravolge i colori di quell’immagine, di un viso preesistente, per crearne, su carta lucida, uno nuovo. Una tecnica che ricorda un tipico trucco tribale, il volto di un fantasma, di una mummia, un ritratto d’arte vudù che utilizza parti umane come i denti e i capelli per creare delle figure antropomorfe. Così come la pittura vorticosa dell’artista irlandese Francis Bacon, che come Vermibus, lavorava il colore per rendere l’immagine più interessante, scomponendo il soggetto fino a generare un effettivo conflitto visivo. Nelle opere di Vermibus, i ritratti vengono disumanizzati e viene data loro una maggiore individualità, quella che prima, secondo lui, era stata privata dal brand, ma che grazie alla sua personale, parodistica, interpretazione torna ad avere una propria identità. Obiettivo centrato in pieno: le advertising ora si fanno notare. Le persone si incuriosiscono, si fermano a guardarle, le scattano una foto.

FONTE: Bookmoda.com