venerdì 25 marzo 2016

I capolavori di Edward Hopper in mostra a Bologna

L’antologica resterà allestita dal 25 marzo al 24 luglio negli spazi di Palazzo Fava

Il genio di Edward Hopper è al centro di una grande antologica allestita dal 25 marzo al 24 luglio a Bologna, negli spazi di Palazzo Fava. Esposti circa 60 capolavori provenienti dal Whitney Museum di New York, che custodisce l’intera eredità dell’artista americano, tra i più famosi e celebrati del `900 per la sua capacità unica a fermare l’attimo, come fosse cristallizzato nel tempo, di un panorama o di una persona. 

«Edward Hopper », prodotta e organizzata da Arthemisia Group, congiuntamente con la Fondazione Carisbo e Genus Bononiae. Musei nella Città e con il comune di Bologna e il Whitney Museum of American Art di New York, è stata curata da Barbara Haskell, responsabile della sezione dipinti e sculture dell’istituzione museale americana, e da Luca Beatrice, che hanno selezionato le opere in modo da offrire al visitatore italiano l’intero percorso creativo del grande pittore. Al Whitney Museum, grazie al lascito della vedova Josephine avvenuto nel 1968, si trovano infatti oltre 3.000 opere tra dipinti, disegni e incisioni, relative a tutta la produzione hopperiana. 

La mostra bolognese, suddivisa in sei sezioni, segue un ordine tematico e cronologico al tempo stesso della carriera dell’artista che, nella sua lunga attività, ha affrontato quasi tutti i motivi e generi della pittura figurativa e rappresentato i tratti salienti e gli stereotipi del mito americano, in seguito ereditati in molteplici campi dell’espressione visiva dal cinema alla fotografia e alla pubblicità. 

FONTE: lastampa.it

sabato 12 marzo 2016

L'arte anonima di Aubusson

Tra dipinto e tessuto: l’arte dei peintres cartonniers di Aubusson in mostra a Milano

C’è un paesino nel cuore della Francia che si chiama Aubusson, ed è diventato famoso per la particolarissima disciplina che qui ha raggiunto livelli aulici: quello della tappezzeria, Patrimonio Immateriale dell’Umanità, veri capolavori che mescolano arte ed artigianato. Una mostra a Milano celebra l’unione tra pittura e tessuto che sta alla base del successo degli arazzi di Arbusson, intitolata ‘I dipinti dei peintres cartonniers o l’arte anonima del miracolo d’Aubusson’.
 Opere dipinte e opere tessute che rivelano come nel comune francese il legame tra le due arti vivesse in magnifica simbiosi. David Sorgato ha selezionato, dalla sua ricca collezione di dipinti dei peintres cartonniers de la Tapisserie Royale (i pittori che dipingevano i cartoni con i disegni preparatori per l’arazzo), 30 tele provenienti dalla vendita del 1995 della Collezione Hamot, storica maison francese che fu tra i fornitori preferiti di tessuti e arazzi di tutti i governi francesi, da Luigi XV al Generale De Gaulle. In mostra anche 10 Aubusson antichi e 6 moderni, alcuni arazzi eseguiti tra il Seicento e Settecento e una rarissima serie di arazzi del 1930.
 Dipinti e tessili dialogano tra loro, ma è ammirando in particolare i primi che s’intende quanto era stretto il rapporto tra l’idea, tradotta in pittura, e l’opera compiuta all’interno dei laboratori de la Manufacture Royale d’Aubusson. I cartoni dipinti, modelli fedeli in proporzione e colore ai manufatti finiti, spesso erano accompagnati da appunti o annotazioni tecniche lasciate dal pittore per guidare il tessitore; egli posizionava i cartons sotto al telaio al quale lavorava con la tecnica a basse lisse, cioè allargando i fili stessi sul retro del lavoro, senza mai vederne direttamente il risultato se non con l’ausilio di un piccolo specchio fatto scivolare tra i fili e i cartons: questo è il ‘miracolo’ d’Aubusson. I cartoni erano strumenti di lavoro, lungo i perimetri è ancora possibile vedere i piccoli fori dei chiodi con cui venivano fissati al telaio, e raramente portano la firma del pittore. Vere e proprie opere d’arte ‘anonime’, che potete ammirare fino al 30 aprile in Via Sant’Orsola 13. 

FONTE: lastampa.it