venerdì 5 marzo 2010

Riemerge un gioiello del '600: ritrovata la corona di Vittoria della Rovere

Riemerge dalle pieghe della storia, e ritorna visibile dopo secoli, un preziosissimo capolavoro d'oreficeria ritenuto perduto, "vittima" delle razzie napoleoniche. E' la corona (nella foto) che Vittoria della Rovere, moglie del granduca Ferdinando II de' Medici, fece realizzare nel 1685 per donarla alle Suore Carmelitane di Borgo Pinti, a Firenze, quale segno della sua devozione per Maria Maddalena de' Pazzi.

La bellissima corona è stata rintracciata, insieme ai documenti che ne testimoniano committenza e caratteristiche, dallo studioso fiorentino Piero Pacini, il quale ne dà notizia in un articolo di approfondimento, corredato da fotografie a colori, sul nuovo numero di "Medicea. Rivista interdisciplinare di studi medicei", appena uscito in edicola e nelle librerie, diretta da Marco Ferri e Clara Gambaro.
Studioso della santa fiorentina, Pacini afferma che la corona - appartenente al patrimonio ecclesiastico, ritrovata in un convento a Firenze, di cui per ora non è stato reso noto il nome - è stata rintracciata dopo più di un secolo di assoluto silenzio e oggi, per la prima volta, sul quadrimestrale dedicato alla dinastia Medici si possono vedere le immagini di questo prezioso capolavoro di oreficeria.
Alcuni dettagliati documenti, scoperti nell'archivio delle Carmelitane di Careggi, hanno permesso allo studioso di ricostruire passo dopo passo la fattura di questo straordinario manufatto artistico che Giovanni Comparini e Giuseppe Vanni - i due orafi più richiesti della famiglia medicea - realizzarono utilizzando ben 30,12 once d'oro. Queste servirono per creare, con lavorazione a filigrana, la corona che venne tempestata di 655 gioie (tra cui 412 diamanti, 80 smeraldi e 114 rubini) per un costo totale di 1800 scudi, che al cambio attuale significherebbero diverse centinaia di milioni di euro.
Nel suo articolo, Pacini aggiunge che la "riscoperta" dell'oggetto, e della relativa documentazione, sono utili sia per valutare il mecenatismo e l'attitudine religiosa della Granduchessa, sia per ricomporre la storia dell'arte della filigrana e dell'oreficeria a Firenze. Infatti, vanno considerate la dispersione e la distruzione delle corone granducali e della maggior parte di quelle aggiunte alle immagini sacre, dalle quali fortunatamente il "dono" di Vittoria della Rovere a Santa Maria Maddalena de' Pazzi si è miracolosamente salvata.

FONTE: adnkronos.it

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