martedì 2 marzo 2010

Bronzi di Riace, dagli abissi del mare a patrimonio mondiale dell'umanità


Da sempre ammirati da esperti d'arte e cittadini comuni, i Bronzi di Riace si apprestano a diventare patrimonio mondiale dell'umanità.Nei giorni scorsi a Reggio Calabria è stato preso un impegno solenne da parte della delegazione Unesco Valencia, che ha compiuto una visita nella città dello Stretto. La firma è avvenuta a Palazzo Campanella, sede del Consiglio regionale della Calabria, dove i due guerrieri si trovano sottoposti a un delicato restauro. L'occasione, nata da una iniziativa promossa personalmente dal professore Massimiliano Ferrara, prorettore vicario dell'Università per Stranieri 'Dante Alighieri' e presidente del corso di laurea in Scienze Economiche della 'Mediterranea' di Reggio Calabria, è coincisa con il momento conclusivo della terza edizione del 'Magister Artis', un corso formativo di altissimo livello in materia di beni culturali realizzato con il patrocinio dell'Imac (Istituto Mediterraneo di Arte Classica presieduto dal professor Guglielmo de' Giovanni Centelles) e dei vertici Unesco della città spagnola, rappresentati a Reggio dal direttore Josè Manuel Girones Guillem.
I Bronzi di Riace rappresentano la città di Reggio Calabria e sono punto di riferimento per la regione intera per quanto riguarda le testimonianze storico-culturali della terra che fu chiamata Magna Grecia. Custoditi fino al dicembre scorso nel Museo di Reggio Calabria, ora si trovano in una teca allestita appositamente a Palazzo Campanella, dove sono sottoposti a un'attività di restauro in attesa del completamento dei lavori del Museo, la cui realizzazione terminerà non prima del 2011.
L'ipotesi di trasferimento delle statue a Roma per il restauro, paventata lo scorso anno, ha provocato una forte levata di scudi nella città di Reggio Calabria, i cui rappresentanti istituzionali si sono battuti per non lasciar partire i Bronzi nonostante le rassicurazioni sulla sicurezza del trasporto. In particolare, il presidente del Consiglio regionale Giuseppe Bova ha messo a disposizione un'ala della sede dell'assemblea legislativa calabrese curandone l'allestimento ottimale. In questo modo le statue bronzee sono rimaste nella città di Reggio Calabria, consentendo alla Regione di poter attirare visitatori attratti dall’interessante movimento scientifico sulle tecniche di restauro del laboratorio 'aperto' che permette di poter seguire in diretta, e fase per fase, i lavori di restauro.
Per farne ammirare la bellezza ai potenti della terra, è stata avanzata anche l'ipotesi del trasferimento al G8 ospitato dall'Italia e che avrebbe dovuto svolgersi nell'isola della Maddalena prima del trasferimento all'Aquila dopo il dramma del terremoto. Ma il timore di comprometterne l'integrità e la forte contrarietà dei reggini, ha fatto desistere dall'idea.
I Bronzi di Riace sono stati recuperati il 16 agosto 1972 al largo di Riace Marina, sulla costa Jonica reggina. Le statue, alte due metri, rappresentano guerrieri greci nudi, con una perfezione estrema dei muscoli che gli scultori greci sapevano rendere. La posizione delle braccia e delle mani indica che in mano tenessero una lancia e uno scudo, mai ritrovati. L'origine si fa risalire al V secolo a.C., e probabilmente erano contenute in un carico che dalla Grecia stava giungendo a Roma.
Tanto belli e 'potenti' nell'aspetto, quanto bisognosi di cure e attenzioni, a causa del deterioramento del bronzo, sottoposto all'erosione dell'acqua salata fino a quando sono stati riportati in superficie, i Bronzi di Riace sono stati sottoposti immediatamente a un primo restauro a Reggio Calabria, poi dal 1975 al Centro di Restauro Archeologico della Sovrintendenza Archeologica di Firenze che si è concluso nel 1980.

FONTE: adnkronos.it

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