mercoledì 18 dicembre 2013

DAL GRANDE DESIGN AL DEBUTTO NELL'ARTE, "LA RINASCITA DELL'UOMO" DI ALDO CIABATTI


Esplosione Nucleare

“Tutto ciò che faccio prima lo studio profondamente, poi cerco di trasmetterlo. È il Sacro che abbiamo dentro”.
Sono scienza e filosofia le radici sulle quali si fonda l’universo artistico di Aldo Ciabatti, imprenditore e pluripremiato designer che ha “debuttato” come artista con una grande mostra “La Rinascita dell’Uomo” alle Scuderie Aldobrandini di Frascati, riconfigurate a spazio museale da Massimiliano Fuksas.
  
E proprio di “rinascita” parla Ciabatti nei suoi lavori, in una sorta di alfabeto emotivo che restituisce concretezza materica alla ricerca della spiritualità più profonda di ognuno di noi, dove per “spirito” non si intende la religione tradizionalmente intesa, ma quel sentimento del Sacro che alimenta vita e vitalità dell’uomo, a prescindere appunto dal suo Credo.
 
Ciò che muove Ciabatti è la ricerca dell’Ignoto, come mistero, anche interiore, da esplorare costantemente, in una aspirazione alla conoscenza che è moto costante di indagine mai “sazietà” della risposta ottenuta. L’insoddisfatto in perenne ricerca è l’uomo che aspira a raggiungere l’Idea, nella consapevolezza umile di un esterno Oltre.
 
Votato alla pittura sin dall’infanzia, Ciabatti si accosterà al design per la delusione dei suoi primi rapporti con il mondo e soprattutto il mercato dell’Arte. Non dimenticherà però mai quello che definisce il suo “sogno”. Da studioso, Ciabatti indaga il mistero. Da artista ne illustra emozioni e pulsioni in un’esplosione di colori e materia che racconta la ricchezza dell’infinito da esplorare dentro e fuori di Sé.
 
“Sono un esuberante – dice - Sono fatto di testa e di cuore. Questo mio stato fino ad oggi mi ha aperto tante porte. Tutto quello che faccio lo faccio profondamente. Io vengo dal mercato e volevo fare marketing, lo facevo. Non mi chiamo artista, è una parola grossa. Il mio è lavoro, lavoro tanto. Quando vedo che quello che ho fatto è buono, lo tengo, altrimenti lo distruggo”.
 
La sua però è materia creativa, monumento all’istante e poesia dell’infinitamente piccolo, osservato con la “lente” dell’anima. Tensione alla meraviglia, per imparare a guardare l’universo con l’attenzione e la “saggezza” dei bambini. 

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