giovedì 11 giugno 2015

Art Detective, quando l’arte si tinge di giallo

 
Si apre la nuova docu-fiction di Rai Cultura dedicata ai casi più eclatanti di furto di opere d’arte
 
È uno dei pezzi più preziosi esposti al Padiglione Italia di Expo 2015. Un marmo policromo del IV secolo a.C. che rappresenta due grifoni che azzannano una cerva. Tecnicamente è un «trapezophoros», un sostegno per mensa. Questo dice l’archeologia. Ma la storia di questo prezioso reperto è anche molto più recente. Ed è tinta di giallo. 
 
È il caso che apre la nuova docu-fiction di Rai Cultura «Art Detective»: quattro puntate - ideate da Valerio Maria Fiori e Alessandra Piccinni, «showrunner» Walter Croce e Gualtiero Peirce - in onda da oggi alle 21.30 su Rai Storia e dedicate ai casi più eclatanti di furto di opere d’arte con le testimonianze degli investigatori del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, che, in collaborazione col ministero per i Beni e le Attività Culturali, hanno recuperato oggetti di enorme valore. 
 
Come racconta la prima puntata, dedicata al «trapezophoros» e al Tesoro di Ascoli Satriano . Tutto comincia da un famoso tombarolo che in punto di morte - forse colto da un estremo pentimento per i furti commessi - chiede agli investigatori del Comando Tpc di ritrovare un eccezionale reperto da lui trafugato molti anni prima, insieme ad altri pezzi, nella zona di Ascoli Satriano (Foggia). È proprio quel sostegno per mensa. I carabinieri si trovano ad affrontare una ricerca non facile, perché il reperto è passato più volte di mano, tra mercanti d’arte e collezionisti. 
 
Fino ad arrivare al Getty Museum di Malibu, che lo ha comprato per 5,5 milioni di dollari. Nel 2007 - dopo più di vent’anni dalla sparizione - il «trapezophoros» torna in Italia, grazie all’attività dei detective del Tpc. Una vicenda, come le altre della serie, ricostruita in esclusiva, con un linguaggio che combina il fascino dell’arte con i ritmi del «crime». E sostenendo i racconti con le testimonianze dei protagonisti: investigatori, magistrati, esperti, vittime. Ma «Art Detective» è anche un viaggio nel metodo di lavoro del Tpc, un reparto d’eccellenza dello Stato, diventato un modello operativo per le polizie di altri Paesi. 
 
Tra gli altri casi, `La banda dei piedi scalzi´: nel 1998 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma tre banditi incappucciati e a piedi scalzi sequestrano le tre guardiane del museo e rapinano due quadri di Van Gogh e uno di Cezanne, tre opere dal valore inestimabile. 
 
Poi `L’identikit del mito´: a Guidonia Montecelio, all’interno della Tenuta dell’Inviolata, il veterano dei tombaroli trova la Triade Capitolina. È una scultura di tale valore da far perdere la testa a lui e alla sua banda. E allora qualcuno fa la spia e descrive a un giovane carabiniere del Tpc la straordinaria, misteriosa scultura che hanno trovato. A partire da un identikit, i carabinieri riusciranno a capire che si tratta della Triade. Lo trovano in Svizzera, pronto per raggiungere un grande museo americano. E lo riportano a casa. 
 
`Operazione Half Dollar´: il mercato dell’arte contraffatta è in costante espansione e il principale è l’arte contemporanea. Per questo i carabinieri del Tpc frequentano vernissage e gallerie a caccia di falsi. Nel 2008, durante un sopralluogo per una mostra dedicata al ventennale dalla scomparsa di Franco Angeli, i detective notano che alcuni dei quadri esposti sono troppo «freschi» per essere stati dipinti almeno vent’anni prima. Parte subito un’inchiesta: così si scopre che i falsi si nascondevano proprio nell’archivio storico del maestro della pop art italiana. Molti erano realizzati per conto di alcuni mediatori da due falsari, uno dei quali si era talmente calato nel ruolo da avere addirittura reinventato le opere originali.
 
FONTE: lastampa.it

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