martedì 27 dicembre 2011

Com'è viva la natura morta

Panettoni, polli e frutta in collezioni lombarde

L’ampia e minuziosa mostra a cura di Giovanna Ginex, con catalogo Skira, dedicata alla natura morta lombarda dell'800 dalla rinascita postneoclassica a un trittico di Ireos di Previati del 1913 si apre con un sontuoso Vaso di fiori di Hayez, presentato alla mostra annuale di Brera del 1834, proprietaria donna Bianca Gualdo Taccioli. Il riconoscimento accademico di una dignità, almeno mercantile, paritetica al ritratto e al paesaggio fu sancita a Brera nel 1862 dall'affidamento al fiorante specialista Luigi Scrosati della cattedra di Decorazione pratica e Pittura floreale nell'ambito della Scuola di Ornato. Tre suoi quadri di fiori fra 1862 e 1869 documentano in mostra questi primordi assieme all'Hayez e ai fiori di Amanzia Guerillot, la moglie di Angelo Inganni.

Il secolo borghese per eccellenza non poteva non rinverdire la memoria del '600 fiammingo e olandese, trapassando dai fioranti alla natura morta vera e propria con un suo peculiare «genius loci» anche gastronomico. Lungo la mostra ci imbattiamo anche in un Panettone del 1882 di Emilio Longoni e in una succosa fetta di gorgonzola nella Natura morta con piatto del 1887 di Cesare Tallone. Qui siamo già negli anni in cui nei salotti della grande borghesia mercantile e intellettuale milanese e lombarda l'avanguardia scapigliata e poi divisionista della seconda metà del secolo si incrociava con disinvoltura con una robusta vena di naturalismo lombardo. L’approfondita ricerca della Ginex si basa da un lato sulla crescente presenza di nature morte nei cataloghi dell’annuale di Brera (in quello del 1878 compare la tempera e acquerello Natura morta con Santa Cecilia del ventenne Segantini, esposta) e dall'altra sui nuclei presenti in grandi collezioni del secondo '800 e del '900.

Sono esemplari, nei due secoli, quelle del triestino emigrato a Milano Giuseppe Treves, fratello e socio di Emilio nella fiorente casa editrice, e quella dell’imprenditore tessile gallaratese Guido Rossi. Delle quattro nature morte di Segantini commissionate da Treves nel 1886, ma poi rese all'autore, sono esposte le due imponenti tele Pesci del Museo Segantini di St.Moritz e Polleria di collezione privata. Dal lascito del 1957 della collezione di Guido Rossi al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano provengono le tre luminose nature morte di Pellizza di Volpedo del 1889 e del 1893, Carne fresca, Uva e mele e Pollo appeso.

LA MERAVIGLIA DELLA NATURA MORTA
TORTONA, PINACOTECA DELLA FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO
FINO AL 19 FEBBRAIO

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