giovedì 28 gennaio 2016

Pistoia è la nuova capitale italiana della cultura

Pistoia è la nuova capitale italiana della cultura


La città toscana è stata designata dal Mibact. Ha avuto ragione delle altre otto finaliste, Aquileia, Como, Ercolano, Parma, Pisa, Spoleto, Taranto e Terni. Succede a Mantova


Pistoia: area centrale urbana, ampiezza dei settori toccati, qualità e completezza del progetto. Con queste motivazioni è la regione della Toscana ad aggiudicarsi il titolo della città Italiana della cultura per il 2017, dopo riunioni di sette sedute, per esaminare 24 candidature poi ridotte a 10.

“La sana competizione che si è innescata tra le città è importante e lo sarà sempre di più man mano che crescerà il numero delle località candidate, come accade per gli Oscar” ha detto il ministro Dario Franceschi commentando la vittoria di Pistoia, accolta con applausi e gioia all'interno del salone del Consiglio Nazionale nel Ministero in via del collegio romano, dove la giovane assessore alla cultura della città vincitrice, Elena Becheri, ancora incredula, ha ringraziato tutti. Dopo la designazione di Mantova a capitale italiana della cultura nel 2016, a concorrere come città finaliste per il 2017, sono state nove località: Aquileia, Como, Ercolano, Parma, Pisa, Spoleto, Taranto, Terni e appunto Pistoia.

In ogni caso “nessuna città che non meritava il titolo, a conferma dell'utilità di questo processo avviato” come ha precisato il professor Marco Cammelli presidente della giuria. I criteri per le decisioni, pubblici, e il giudizio collegliale della commissione nonché il progetto del vincitore saranno resi accessibili nella loro completezza, così come è successo per Mantova, capitale italiana di quest'anno.

Tre categorie base sono stata usate come criterio per designare la città vincitrice: qualità informativa dei dossier, qualità della significatività del progetto e, infine, la sostenibilità. Il titolo di “città italiana della cultura” è stato istituito, in sostanza, per stimolare una cultura della progettazione, sollecitando tutti i territori a vedere lo sviluppo culturale come volàno di progresso economico e di coesione sociale. Il fine ultimo è quello di valorizzare i beni culturali e paesaggistici e migliorare i servizi rivolti ai turisti, sviluppando industrie culturali e creative; favorendo processi di rigenerazione e riqualificazione urbana.

La capitale europea della cultura toccherà all'Italia ogni 14 anni, quindi, dopo Matera 2019, la prossima volta sarà nel 2033 (quest'anno lo sono San Sebastian in Spagna e Breslavia in Polonia). Ma cosa fare per non disperdere le bellezze dell'Italia nel frattempo?  L'Italia è il Paese delle grandi città d'arte ma anche dei borghi, dei comuni, delle grandi città, per questo si è pensato di introdurre il titolo di Capitale italiana della cultura, che prevede anche un finanziamento per un programma annuale, grazie al quale, una città, può farsi conoscere da tutti e al meglio.

Quest'anno, con la nuova selezione a cui si è lavorato da ottobre ad oggi, si inizia a dimostrare con cadenza e tempistica giusta, che il motore che si è acceso con la nascita delle città della cultura inizia a funzionare. L'iniziativa è volta a sostenere, incoraggiare e valorizzare la autonoma capacità progettuale e attuativa, affinché venga recepito in maniera sempre più diffusa il valore della cultura per la coesione sociale, l'integrazione senza conflitti, la conservazione delle identità, la creatività, l'innovazione, la crescita e infine lo sviluppo economico e il benessere individuale e collettivo. Il titolo di "Capitale Italiana della Cultura" è conferito per la durata di un anno.

FONTE: Valentina Bernabei (repubblica.it)

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