venerdì 19 ottobre 2012

Viaggio tra i tesori del Tibet. Da Gengis Khan al Dalai Lama



A Treviso, la Casa dei carraresi accoglie la mostra-spettacolo sul Popolo delle Nevi. Oltre 300 reperti dal '300 ad oggi escono per la prima volta dai Musei statali della Cina e del Tibet


Trentacinque anni in Tibet. Una vita, per Adriano Màdaro, giornalista e scrittore esperto mondiale della Cina, definito dalla stampa cinese "un moderno Marco Polo", che ha costruito la grande mostra "Tibet. Tesori dal Tetto del Mondo" dal 20 ottobre al 2 giugno in scena - come un autentico spettacolo - nelle sale della Casa dei Carraresi. Ci sono voluti due anni specifici di sopralluoghi nelle città tibetane di Lhasa, Shigatze e Gyantze, per preparare questa impresa culturale che ha fatto uscire per la prima volta dai Musei Statali della Cina e del Tibet, un patrimonio di oltre 300 preziosi reperti databili dal XIV secolo ai tempi nostri. Non certo un traguardo estemporaneo, ma frutto di un complesso rapporto intrecciato dal curatore con il Governo Cinese dal 1976 ad oggi.

Il risultato è un repertorio di oggetti sacri, manufatti preziosi, strumenti musicali, dipinti, statue e fotografie (compresi i repottage dello stesso Màdaro) che documentano l’arte, la storia, la religione del cosiddetto “Popolo delle Nevi” (un piccolo grande tesoro che ha volato da Pechino per 12mila chilometri chiuso in 26 casse per un peso complessivo di 5 tonnellate). D'altronde, negli ultimi trentacinque anni, Màdaro ha compiuto 168 viaggi in Cina, con lunghi soggiorni e percorrendo anche le regioni più remote, dalla Mongolia al Tibet, dalla Manciuria all’isola di Hainan. Nel 1988 è stato il primo giornalista occidentale a viaggiare nella Corea del Nord fino al 38° parallelo, nel 1990 ha assistito alle prime elezioni democratiche della Mongolia a Ulan Bator.
Affiancato da una commissione scientifica costituita dai maggiori tibetologi cinesi, Màdaro ha orchestrato i reperti in un percorso di forte impatto scenografico per restituire al visitatore l'essenza di una civiltà antica. Si parte dalla storia, ricostruita con documenti di varie epoche, che ha visto protagonista l’altopiano tibetano attraverso i secoli fin dai tempi nei quali Gengis Khan lo incluse nel grande Impero mongolo-cinese del XIII secolo.

Una chicca sono i doni che i vari Dalai Lama presentarono alla Corte imperiale di Pechino e le antiche statue del Buddismo tantrico al quale si erano convertiti gli imperatori Ming e Qing. Sfilano, poi, le divinità buddiste tibetane tra statue, dipinti religiosi, oggetti di culto tuttora usati nei monasteri e nei templi durante le cerimonie rituali (spiccano anche oggetti realizzati con ossa umane, compresa la tazza sacra costituita da una calotta cranica rivestita d’oro), per restituire al pubblico la complessità del Buddismo tantrico della setta dei Berretti Gialli, alla quale appartengono i Dalai Lama fin dall’inizio dell’istituzione della loro carica.
Protagoniste anche le “Tangke”, i famosi dipinti sacri che illustrano le storie del principe Siddharta (il Budda storico) e celebrano la ritualità nei monasteri e nei templi con la raffigurazione dei Dalai Lama e dei monaci nelle loro attività religiose. A completare il viaggio alla scoperta del "Popolo delle Nevi", le famose maschere divinatorie indossate dai monaci nelle danze rituali. Per chiudere con la tradizione folcloristica, evocata con abiti, ornamenti, gioielli e oggetti di uso quotidiano.

Notizie utili - "Tibet. Tesori dal Tetto del Mondo", dal 20 ottobre al 2 giugno 2013, Casa dei Carraresi. Treviso
Orari: lunedì, martedì, giovedì 9 - 19, mercoledì 9-21, venerdì, sabato e domenica 9-20.
Ingresso: unico €13, ridotto ragazzi (18 anni) €10.
Informazioni: tel. 0422513150, www.laviadellaseta.info 2

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