venerdì 29 aprile 2011

Tra old America e antica Roma Cinecittà (finalmente) in mostra

Per la prima volta i mitici stabilimenti della capitale si aprono al pubblico: tra costumi, oggetti di scena, filmati, e il tour guidato su due set, tra cui quello di "Gangs of New York". Inaugurazione con Benigni e Verdone. Il presidente Luigi Abete: "Il prossimo progetto è un museo permanente del cinema. Altro che chiusura, gli studios sono privatizzati da anni..."


ROMA - Il set di Gangs of New York con le botteghe della vecchia Broadway. Quello, spettacolare, della fiction americana Rome, con la città più potente del mondo antico tutta ricostruita in vetroresina. Costumi di scena che hanno fatto epoca, da quelli di Liz Taylor e Richard Burton in Cleopatra alla recentissima veste da pontefice indossata da Michel Piccoli in Habemus Papam. Oggetti di ogni tipo, dalla statua a forma di delfino di Ben Hurall'equipaggiamento del Paziente inglese. Bozzetti di famosi scenografi, come quello del vascello di Dante Ferretti per Il Barone di Munchausen o lo schizzo della sala dell'oppio di C'era una volta in America. E  ancora tanti materiali foto e audio: immagini di scena, e soprattutto filmati. Tra cui spicca quello con una miscellanea di provini di attori diventati celebri: da Lucia Bosé a Riccardo Scamarcio, passando per Stefania Sandrelli.

E' fatta di cose così, di piccoli e grandi pezzi di memoria (e di attualità) della settima arte, la rassegna Cinecittà si mostra: aperta da oggi presso i celeberrimi studios di via Tuscolana, consente per la prima volta uno sguardo su uno dei luoghi mitici del nostro Paese. Un posto magico, amatissimo da grandi autori come Federico Fellini e Martin Scorsese. E anche da Roberto Benigni, che infatti è stato tra i protagonisti della grande inaugurazione vip di ieri sera.

L'eposizione, che resterà aperta fino al 30 novembre, permette in primo luogo al visitatore di girare liberamente nella parte iniziale dell'area, quattro ettari di giardini e di verde. Poi cominciano le parti espositive al chiuso. Nella palazzina presidenziale, in un corridoio coi pavimenti su cui scorrono le sequenze di film vecchi e nuovi, si ricostruiscono i vari mestieri del cinema. In due stanze ci sono i tanti reperti di sartoria: costumi di ogni epoca, dal saio di Sean Connery nel Nome della rosa a La passione di Cristo di Mel Gibson; cappelli di ogni foggia; capi unici prodotti dalle grandi sartorie del settore, come Tirelli e Peruzzi. Poi c'è la stanza dedicata alle scenografie: anche qui, oggetti di fogge ed epoche varie, e i bozzetti con le scenografie. Segue la sezione "Ciak si gira", che ricostruisce un set con ambientazione settecentesca: candele al posto dei lampadari, scrittorio, oggetti del periodo; e alla (finta) finestra un (finto) temprale. Alla Palazzina Fellini, invece, alcuni abiti creati non dai sarti cinematografici ma dagli stilisti: ad esempio l'abito bianco indossato da Audrey Hepburn in Guerra e pace, disegnato da Gattinoni. C'è pure una stola di Fendi (per Titus di Julie Taymor), un vestito nero delle sorelle Fontana (per Le amiche di Michelangelo Antonioni). Divertirà sicuramente il pubblico la sala dove assistiamo, sullo schermo, ai provini degli attori.

Oltre al versante espositivo, la visita prevede un tour all'aperto. Una navetta conduce i partecipanti su due set. Uno è il cosiddetto Broadway: costruito originariamente per la pellicola Concorrenza sleale, è stato reso celebre da Gangs of New York di Martin Scorsese. Poi tocca allo splendore della città antica "caput mundi", sul set di Rome: la piazza, i templi, il Senato, tutto ricostruito in vetroresina. C'è anche la parte della suburra, povera, cadente, anche questa perfettamente ricostruita. 

Questi i momenti clou della mostra. E ieri sera, per tagliare il nastro ufficialmente, grande inaugurazione alla presenza di tanti esponenti del mondo delle istituzioni e dello spettacolo. Circa mille gli invitati: i più attesi, Roberto Benigni e Carlo Verdone. A fare gli onori di casa il presidente degli Studios Luigi Abete, il direttore generale Lamberto Mancini, la curatrice dell'esposizione Elisabetta Briscolini, l'ideatore (nonché vicedirettore generale) Giuseppe Basso. 

"Accanto alla produzione di film ci interessa realizzare altri eventi culturali come questo - annuncia Abete, incontrando i cronisti sul set Broadway - speriamo di realizzare nel futuro un museo permanente del cinema. Negli ultimi mesi noi, che siamo una società privata (tra i soci ci sono imprenditori come Aurelio De Laurentiis e Diego Della Valle), siamo stati travolti da una bufera che non ci riguardava: hanno detto che stavamo per chiudere. Ma noi siamo un'altra cosa, rispetto alla società pubblica Cinecittà Luce. Siamo un'impresa privatizzata ben 13 anni fa: noi non chiediamo soldi allo Stato, glieli diamo sotto forma di affitto dell'area e di riqualificazione. La mostra che avete appena visto è la prova del nove che Cinecittà c'è. Ed è viva. Anche se tra i politici c'è chi la vorrebbe di nuovo statale". A riprova della vitalità del posto, nel prossimo futuro qui - oltre a tante fiction - si gireranno i film di Carlo Verdone, Bernardo Bertolucci e (se la trattativa in corso andrà a buon fine) Woody Allen. 

Informazioni di servizio. Cinecittà si mostra, aperta dal 29 aprile al 30 novembre 2011. Indirizzo: via Tuscolana 1055 - Roma. Orari: tutti i giorni escluso il martedì dalle 10.30 alle 18.30. Prezzo: intero 10 euro, bambini 5 euro.

FONTE: Claudia Morgoglione (repubblica.it)

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