sabato 23 aprile 2011

Bianca e lucente come in origine. Ecco la nuova Torre di Pisa


Addio a impalcature e ponteggi: ripulita dallo smog dopo vent’anni di lavori. Terminato il restauro dei marmi. E il monumento continua a raddrizzarsi

Addio alla rete di impalcature e ponteggi: terminato, dopo vent’anni di lavori, il restauro dei marmi della Torre di Pisa, le cui storiche pareti erano deturpate da scritte, incisioni e segni di smog e degrado. Piazza dei Miracoli torna così all’antico splendore, mentre la Torre continua a raddrizzarsi, secondo un programma che dovrebbe portare a un consolidamento del monumento destinato a durare almeno per i prossimi trecento anni. A mezzogiorno di ieri, sotto un sole quasi estivo, la Torre Pendente risplendeva in Piazza dei Miracoli. Mai pisani e turisti l’avevano vista così bianca. E libera, dopo vent’anni, da impalcature e «brache», ponteggi e legacci, quell’improbabile camicia di forza che il monumento ha dovuto indossare contro le follie di una pendenza sempre più pericolosa e un lento eppure inesorabile degrado dei marmi.

L’operazione maquillage si è conclusa positivamentee ieri anche l’ultima struttura esterna, posizionata per consentire la pulitura dei settemila metri quadrati di marmi, è stata rimossa. «È un evento speciale che aspettavamo dal 1990 — dice il sindaco Marco Filippeschi — una sorpresa di Pasqua per Pisa, l’Italia e il mondo. Il restauro è stato eccellente, un’opera di valenza internazionale ammirata e invidiata da tutti».
L’evento sarà festeggiato ufficialmente il 17 giugnodall’Opera Primaziale (l’organismo statale che sovrintende i monumenti di Piazza dei Miracoli), decennale della riapertura della Torre chiusa dopo l’allarme pendenza, quando anche gli ultimi e invisibili lavori, stavolta nelle viscere del monumento, saranno conclusi, ma intanto da ieri il Campanile pendente si mostra al mondo nella sua originaria bellezza.
Il lavoro di restauro conservativo e pulitura da smog e inquinamento dei marmi esterni è stato realizzato da un équipe di professionisti super specializzati, i migliori al mondo.
«Abbiamo deciso di non sostituire i marmi come accaduto nei secoli per altri restauri — spiega l’architetto Gisella Capponi, direttore dell’Istituto superiore per la conservazione e per il restauro del ministero dei Beni Culturali—al contrario abbiamo ricollocato antichi pezzi staccati e eseguito un’opera di consolidamento e restauro conservativo con interventi di pulitura e consolidamento di marmi disgregati. Nonostante l’estensione dei marmi, abbiamo lavorato centimetro dopo centimetro».
Adesso un cantiere invisibile lavora a pieno ritmo all’interno della Torre. C’è da rimuovere un solaio al primo ordine (il primo piano del monumento) costruito nel 1935 e sul quale erano stati posizionati i macchinari di monitoraggio. Non è un intervento tecnico, ma anch’esso segue una filosofia architettonica per ripotare il campanile all’antico splendore.
Come un tappo fastidioso, per 76 anni il solaio ha oscurato totalmente la visuale interna impedendo, a chi entra dalla piccola porta d’ingresso, di vedere la luce filtrare dalla cella campanaria e di notte di scorgere uno spicchio di cielo stellato. «Adesso il solaio è stato demolito — annuncia Giuseppe Bentivoglio, ingegnere e direttore tecnico dell’Opera del Duomo —. A fine maggio o inizio giugno, quando saranno tolti i ponteggi interni, chi entrerà nel campanile potrà vedere sino all’ultimo ordine». Una sorta di settimo cielo nel quale i raggi del sole si divertiranno a creare giochi di luce tra loggiati, arcate e marmi. Il settimo ordine, a differenza degli altri, è composto non solo da un loggiato, ma pure da arcate oscurate negli anni da grate e portelloni per non fare entrare i piccioni. Anche questi impedimenti saranno rimossi.
FONTE: Marco Gasperetti (corriere.it)

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