martedì 9 febbraio 2016

Palazzo Reale di Milano apre il 2016 con il Simbolismo

Fino al 5 giugno la mostra dedicata al movimento di passaggio dall’800 al ’900 mette a confronto artisti italiani e stranieri grazie a circa un centinaio di dipinti

La prima grande mostra del 2016 di Palazzo Reale è dedicata al Simbolismo, uno dei movimenti artistici che hanno marcato il passaggio dall’Ottocento al Novecento, segnando il superamento della rappresentazione oggettiva della realtà e approdando a una dimensione più intima e soggettiva del reale. 

Con oltre 2.000 mq di superficie espositiva e 24 sale site al piano nobile di Palazzo Reale di Milano, Il Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra mette per la prima volta a confronto i simbolisti italiani con quelli stranieri grazie a circa un centinaio di dipinti, oltre alla scultura e una eccezionale selezione di grafica, che rappresenta uno dei versanti più interessanti della produzione artistica del Simbolismo, provenienti da importanti istituzioni museali italiane ed europee oltre che da collezioni private. 

La mostra, oltre a permettere un approfondito e aggiornato studio del periodo, che vede la pubblicazione di importanti saggi di approfondimento nel catalogo edito da 24 Ore Cultura, ha reso possibile il restauro, la pulitura e la manutenzione di oltre dieci opere provenienti da Ca’ Pesaro di Venezia, dell’Autoritratto di Arnold Böcklin, della Galleria degli Uffizi di Firenze e delle cornici de L’Eroica di Gaetano Previati, dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra, e del polittico di Giulio Aristide Sartorio, Le Vergini Savie e Le Vergini Stolte, di proprietà della Galleria Comunale d’Arte Moderna di Roma. Si tratta di un’importante operazione che dimostra come le mostre temporanee, oltre a valorizzare le opere, possano essere anche l’occasione per una partecipazione attiva alla conservazione del patrimonio artistico italiano grazie ai finanziamenti che da esse ne derivano. 

Il Simbolismo è, al tempo stesso, un momento di chiusura al progresso e a una società dominata dall’imperio della quantità e di apertura per affermare una modernità che, sulla scia della poesia di Baudelaire, fa della resistenza al moderno il proprio segno di riconoscimento.  

Dal punto di vista figurativo, si avvia un recupero delle immagini di quel «paradiso perduto» identificato nella pittura dei primitivi italiani e, in generale, dei miti originari. Grande tramite di questa rivoluzione delle immagini è la letteratura, in cui il tema del sogno, del delirio indotto dagli oppiacei, della follia sembra unificare quella cultura europea che verrà rivoluzionata dal volume dell’Interpretazione dei sogni pubblicata da Sigmund Freud a Vienna nel 1900. 
Ne deriva il recupero della dimensione onirica, del mondo eroico della mitologia, di temi scabrosi come l’amore erotico, la morte e il peccato. 

Promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da Palazzo Reale, 24 Ore Cultura - Gruppo 24 Ore e Arthemisia Group, la mostra è a cura di Fernando Mazzocca e Claudia Zevi in collaborazione con Michel Draguet.

FONTE: lastampa.it


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