martedì 10 aprile 2012

Torna in scena la Città ideale. Urbino rivive la sua utopia



Una grande mostra celebra l'enigmatica idea urbanistica e allo stesso tempo "filosofica", ricostruendone la storia nel Rinascimento. E nuove indagini diagnostiche ne svelano qualche segreto. Ovviamente nel Palazzo Ducale di Federico da Montefeltro


"La Città Ideale", il più grande mistero del Rinascimento, torna a far parlare di sè con una straordinaria mostra che si apre dal 6 aprile all'8 luglio alla Galleria nazionale delle Marche, nelle sale d'orgoglio antico di Palazzo Ducale. L'enigmatica tavola di cui non sono stati ancora identificati autore nè funzione (si parla di una spalliera), è opera tra le più note al mondo perché compendia arte pittorica, scienza prospettica, speculazione filosofica, architettonica e urbanistica, nel segno della civiltà fiorita a Urbino alla metà del '400, all'ombra dell'illuminato e raffinato Duca Federico da Montefeltro.

Ma la mostra, curata da Lorenza Mochi Onori e Vittoria Garibaldi, col progetto scientifico di Alessandro Marchi, qualche novità la svela. "Per la Città Ideale di Urbino e per le sue due opere gemelle, quella di Baltimora in mostra, e quella di Berlino impossibilitata a viaggiare per le pessime condizioni conservative, è stato messo in campo un progetto internazionale che vede collaborare le università di Urbino, Bologna e Perugia con il Metropolitan Museum, per effettuare delle indagini diagnostiche non invasive sulle tre tele", annuncia Vittoria Garibaldi.

Se i risultati ufficiali saranno oggetto di giornate di studio a giugno, già da ora si possono anticipare le  scoperte sulla tavola urbinate e quella di Baltimora: "Per la nostra tavola - racconta la soprintendente di Urbino Maria Rosaria Valazzi - grazie alle riflettografie, sono stati identificati tutti i colori blu lapislazzuli con le gradazioni totali dal chiaro allo scuro. E' stato individuato il tracciato di tutte le incisioni delle architetture alla base del quadro. Inoltre, nella porta aperta dell'edificio centrale è stato trovato il foro del compasso da cui tutto ha origine. Ancora, i particolari dell'opera sono fatti col carboncino. Infine, dalle indagini è emerso che l'edificio centrale prima era stato concepito rettangolare, poi cambiato nella versione circolare". 

Dagli approfondimenti sull'opera, dunque, gli studiosi evidenziano un'esecuzione tecnica che porta stilisticamente verso l'ambito fiorentino. "C'è un progetto prospettico rigidissimo che potrebbe risalire ad un architetto - racconta la Valazzi - di contro l'esecuzione pittorica è talmente raffinata da far pensare ad un pittore". Allo stato attuale, dunque, non si riesce a identificare una personalità specifica. Le ipotesi in gioco richiamano i nomi di Luciano Laurana, che però muore prima dell'esecuzione dell'opera (1480-1490 circa), Leon Battista Alberti, di cui però non è documentata nessuna attività pittorica, e Piero della Francesca, che però morirà due anni dopo cieco. 

Sulla tavola gemella della Walters Art Gallery di Baltimora, le indagini hanno svelato che le figure umane in primo piano sono state aggiunte in un secondo momento, ma la tecnica esecutiva con la griglia di incisioni è affine. Dettaglio, questo, che comincia ad emergere anche nella tavola di Berlino. Interrogativi che continuano ad aleggiare nelle sale di Palazzo Ducale, dove le opere meravigliose raccolte per la prima volta ricostruiscono il tracciato della realizzazione di questo capolavoro fatto di armonia e bellezza. 

Si parte da una delle prime riprese della città dall'alto col metodo cosiddetto "a volo d'uccello" del Sassetta, ad una delle prime "fotografie" della città che accoglie l'evento miracoloso, nel "Miracolo di San Zanobi" di Domenico Veneziano. E l'evento intimo dell'Annunciazione, nel Rinascimento, si sposta nelle vie della citta', così come le Storie di Sa Bernardino che scorrono sulla facciata del Tempio Malatestiano disegnato da Leon Battista Alberti. Edicole, portici, logge, tempietti, tutto diventa quinta teatrale nelle pitture della metà del '400. L'Annunciazione del Perugino lascia intuire una conoscenza fotografica dell'architettura urbinate. Cosi', le tarsie di legno dei cori ecclesiastici, i trattati di Piero della Francesca, i disegni di Raffaello, in cui l'architettura rinascimentale trova uno sviluppo compiuto. 

La mostra, promossa da Ministero, direzione regionale, soprintendenza, Regione, Provincia e Comune di Urbino, organizzata da Civita, ha un preciso obiettivo: "Raccontare l'universo filosofico e politico di equilibrio assoluto di Federico da Montefeltro, mai più raggiunto nella storia", dice Lorenza Mochi Onori.

Notizie utili - "La Città Ideale. L'utopia del Rinascimento a Urbino tra Piero della Francesca e Raffaello", dal 6 aprile all'8 luglio 2012, Galleria nazionale delle Marche.
Orari: martedì'-domenica 8:30-19:15, lunedì' 8:30-14.
Ingresso: intero 9 euro, ridotto 7 euro.
Informazioni: 199757518.
Catalogo: Electa.

FONTE: Laura Larcan (repubblica.it)

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