giovedì 5 aprile 2012

Pasqua in compagnia di Klimt


Vienna, Venezia e Milano celebrano il maestro della Secessione a 150 anni dalla nascita

Il suo dipinto più famoso, Il bacio , è stato riprodotto almeno quanto la Gioconda , ed è finito su calendari e scatole di cioccolatini. Un’icona della Vienna della Secessione, la Vienna di Schiele, Kokoschka, Otto Wagner: ed è lì che bisogna andare a ritrovare il mondo di Klimt, nelle grandiose celebrazioni per i 150 anni dalla nascita, dipinti, bozzetti, disegni declinati in una decina di mostre. La più intrigante al Leopold Museum:Klimt persönlich. Un Klimt privato, attraverso i quadri certo, ma soprattutto i diari di viaggio, le lettere, le cartoline che spediva quasi ogni giorno alla famiglia e agli amici, le fotografie, i suoi amati gatti. E le donne, naturalmente: la gran parte delle testimonianze arrivano dal lascito della creatrice di moda Emilie Flöge, musa ispiratrice e compagna di una vita. 


Ma Klimt visse molte altre passioni (pare abbia avuto 14 figli illegittimi), spesso per le sue modelle, forse per qualche signora della buona società. Nei disegni dell’Albertina - altra tappa viennese da non perdere - c'è tutta la sensualità dei suoi nudi di donna. Il Klimt ufficiale, quello delle grandiose decorazioni per i palazzi di inizio '900, è da vedere invece al Kunsthistorisches Museum, con i 13 grandi dipinti realizzati per le scalinate del museo, sopra le arcate e tra le colonne: e per guardarli da vicino è stato allestito uno scenografico ponteggio alto 12 metri, un'occasione unica. Anche nel bianco palazzo della Secessione, dove si trova il Fregio di Beethoven realizzato da Klimt per la grande mostra sul compositore del 1902, un'installazione-piattaforma di Gerwald Rockenschaub consente di vedere l’opera in un’inedita prospettiva ravvicinata. Altra chicca al Mak, il Museo austriaco di Arti Applicate, con i 9 cartoni, freschi di restauro, per il mosaico di Palazzo Stoclet a Bruxelles, un gioiellino Art nouveau.


Dopo di che si può andare a spasso per Vienna alla ricerca dei luoghi e delle atmosfere di Klimt. La casa dov'è nato il 14 luglio 1862, al 247 della Linzer Strasse, non esiste più. Ma si può passare dal Burgtheater, uno dei primi lavori di pitture murali realizzato da Klimt, insieme al fratello Ernst e all'amico Franz Matsch, andare a vedere altri fregi al Museo di Belle Arti, arrivare fino al Belvedere, che possiede la più grande collezione del mondo di opere dell’artista - a cominciare dal Bacio - e dove a luglio aprirà la grande mostra 150 anni di Gustav Klimt con i capolavori più famosi.


D'obbligo fermarsi in qualche classico caffè viennese, Patrimonio immateriale dell'Umanità dell'Unesco. Il Cafè Museum di Friederichstrasse, il preferito da Klimt, Schiele e Kokoschka, è rinato esattamente come lo aveva progettato Adolf Loos. Il Café Central di Herrengasse, caffè letterario frequentato da Schnitzler e Kafka, propone due dolci «da anniversario»: Klimt Surprise al caramello, e Klimt Nuss Kuss, mini dessert alle noci decorato con motivi «alla Klimt». E al caffè del Wiener Grand Hotel, sul Ring, il classico ciambellone Guglhupf è proposto in edizione limitata Gustav Klimt, confezione di latta decorata con l’immancabile Bacio, a prova di viaggio (si mantiene per 14 giorni, pesa 380gr e costa 16€, un'idea souvenir). E magari concludere il pellegrinaggio nel cimitero del quartiere di Hietzing (Maxingstrasse 15) dove sulla tomba di Klimt cresce l'edera.


Si può andare sulle tracce di Klimt anche in Italia, a Venezia , meta del primo viaggio all'estero dell'artista, nel maggio 1899. Klimt è con Carl Moll, uno dei padri fondatori della Secessione, sua moglie Anna e la figlia di lei Alma, che ha vent' anni, è bellissima, e già fa le prove generali di futura femme fatale (avrebbe sposato di lì a poco Gustav Mahler, poi Walter Gropius e infine Franz Werfel, dopo essere stata l’amante di Kokoschka). Klimt la corteggia, lei si innamora: ma lui ha quasi il doppio dei suoi anni e una fama di seduttore. Così Gustav lascia in fretta Venezia per rientrare a Vienna, con il ricordo vivo dei mosaici d'oro di San Marco (pochi anni dopo sarà affascinato da quelli bizantini di Ravenna). 

Tornerà in laguna per la Biennale del 1910, quando esporrà una conturbante Salomè , subito acquistata dalla città per 900 lire. Quella Salomè oggi è presentata, accanto a una fascinosa Giuditta proveniente da Vienna, nella grande mostra Klimt, nel segno di Hoffmann e della Secessione al Museo Correr, in collaborazione con il Museo del Belvedere. Disegni, gioielli, dipinti, progetti architettonici, mobili: opere di Klimt e di artisti dell'epoca, soprattutto dell'architetto-designer Josef Hoffmann, compresi i progetti per il Fregio di Beethoven. Che è protagonista anche della mostra che Milano dedica a Klimt: la riproduzione a grandezza naturale di parte del fregio e 18 disegni provenienti da New York. Colonna sonora, va da sé, la 9ª di Beethoven.

FONTE: Rosalba Graglia (lastampa.it)

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