mercoledì 16 novembre 2011

L'Avanguardia russa al femminile. A Vicenza le Amazzoni del '900

Nelle Gallerie di Palazzo Montanari, una grande mostra svela la storia di Goncharova, Popova e le altre. Cinque straordinarie artiste protagoniste di spicco nella sperimentazione. Senza dimenticare la moda


Oltre Kandinskij, oltre Malevic, Larioniv, Chagall e oltre Rodchenko, le avanguardie russe nella prima metà del Novecento erano popolate da donne artiste, come presenza cameratesca e complice nella ricerca di una sperimentazione estetica. Con uno spirito proto-femminista che neanche i dissacranti futuristi, in quella loro esaltazione della mascolinità, riuscivano a concedere alle colleghe. Erano Aleksandra Ekster, Natalja Goncarova, Ljubov Popova, Olga Rozanova, Varvara Stepanova, che il poeta cubo-futurista Benedikt Livšic si divertiva a chiamare "vere Amazzoni, cavallerizze scite".  Non importa se fossero amanti, amiche, compagne dei colleghi, non vennero mai discriminate sul piano della loro creatività per essere relegate all'ombra degli uomini. 

Dipingevano ed esponevano insieme, illustravano gli stessi libri, parlavano alle stesse conferenze. Furono sempre presenti, se non in misura addirittura maggiore, alle tante iniziative che segnarono la vita artistica di quegli anni. Un capitolo poco noto della storia dell'arte contemporanea che viene sviscerato ora dalla bella mostra "Avanguardia Russa. Esperienza di un mondo nuovo", in scena dall'11 novembre al 26 febbraio alle Gallerie di Palazzo Leoni Montanari, sede museale di Intesa Sanpaolo. 

Il filo rosso della rassegna è quello di setacciare i caratteri dell'avanguardia d'oltrecortina, tra tecniche, tematiche e principi teorici, raccogliendo complessivamente, per la prima volta in Italia, ottantacinque opere provenienti dai Musei regionali di Ivanovo, Kostroma, Jaroslavl e Tula, in un evento frutto della sinergia tra Intesa Sanpaolo, Centro studi sulla Cultura e le Arti della Russia dell'Università Cà Foscari di Venezia (costituito nel marzo 2011), Foundation for Interregional Projects di Mosca e Ivanovo Art Museum. E nel percorso, che regala capolavori vertiginosi come il "Cuneo viola" di Kandinskij, le tele di spirito suprematista di Malevic del 1915 o la "Composizione n. 61" di Rodchenko del 1918, nella lunga serie di inediti arrivati a Vicenza, spiccano loro, le "Amazzoni russe", come componente essenziale di un'esperienza creativa, dove, come sottolinea la curatrice Silvia Burini, "la centralità della produzione artistica della loro vita non trova eguali nelle esperienze dell'Europa Occidentale". 

Tant'è che "Non dobbiamo immaginarci certo un gruppo di donne emarginate e misconosciute ma i pilastri della grande avanguardia e a pieno titolo vivaci partecipanti alla vita culturale del loro momento". Comun denominatore della loro sensibilità estetica appare la matrice orientale, come sintetizzerà la stessa Goncharova: "La mia strada va verso la fonte originaria di tutte le arti, verso l'Oriente. L'arte del mio paese è incomparabilmente più profonda di tutto ciò che conosce l'Occidente". 

Tra frammentazioni e dissociazioni prospettiche, suggestioni cubiste, atmosfere di un astrattismo suprematista, una figurazione intimamente espressionista, emerge in loro un rapporto del tutto personale e unico con il corpo, gli oggetti e i vestiti. I loro quadri, infatti, contemplano la presenza di oggetti nonostante i picchi di sperimentazione. Come indica Silvia Burini, la Rozanova affolla i suoi interni con rocchetti, filo, avanzi di stoffe, pizzi e galanteria fino a progettare borsette (Disegno di borsetta, 1917) e si ritrae con collana e cappellino (Autoritratto, 1910). 

La Stepanova, nonostante le dichiarazioni favorevoli a una mise industrial, amava cucirsi i vestiti, riempiva i suoi quadri di manichini robotizzati (Composizione in rosso, 1920) e giocava con il filo di perle in una serie di foto di Rod? enko del 1928. La Popova, che non cedette alla tentazione di farsi una borsetta suprematista, aveva le sue debolezze per il bric a brac femminile. 

Ma questa fascinazione per la moda non deve essere liquidata come una scontata inclinazione femminile, perche anche gli artisti maschi dell'Avanguardia russa, da Puni a Malevi?, ricamavano e progettavano borsette: "Malevi? aveva appreso a ricamare dalla madre e lavorava all'uncinetto  - avverte Burini - Quasi tutti progettarono costumi e abiti alla moda".

Notizie utili - "Avanguardia Russa. Esperienza di un mondo nuovo", dall'11 novembre al 26 febbraio 2012, Gallerie di Palazzo Leoni Montanari, Contrà Santa Corona 25, Vicenza.
Orari: martedì-domenica 10-18, chiuso lunedì.
Ingresso: interno €6, ridotto €4.
Informazioni: www.palazzomontanari.com 2, call center 800578875

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