lunedì 16 settembre 2013

Open 16. A Venezia l'arte si fa bandiera


In parallelo con la Mostra del Cinema, in Laguna c'è da segnalare anche l'esposizione internazionale di Sculture ed Installazioni che ogni anno offre un ricco e curioso panorama su ciò che gli artisti da tutto il mondo intendono esprimere attraverso la creazione di nuovi oggetti simbolo, intrisi di significati e rappresentazioni


''Sul ponte sventola bandiera bianca'', questo verso che conclude la poesia ''Ode a Venezia'' di Arnaldo Fusinato e che è citato da Franco Battiato nella sua celebre canzone Bandiera bianca del 1981, potrebbe essere il claim più calzante per l'edizione di Open 16, Esposizione Internazionale di Sculture ed Installazioni che fino al 29 settembre sarà in mostra al Lido e all'Isola di San Servolo, parallelamente alla Mostra d'Arte Cinematografica - La Biennale di Venezia. 

Sono molte le ''bandiere'' inizialmente intonse che sono state realizzate per l'esibizione che è diventata ormai un appuntamento fisso di fine estate, e che da spazio ad un elemento che ha un sapore antico ma che con il tempo non ha perso fierezza. L'edizione di quest'anno prende spunto dalla frase "Muovere ciò che è fermo, fermare ciò che si muove" di G. C. Argan, che scrisse a proposito dell'arte del Signorelli; un suggerimento non una tematica che cerca di ''fornire all'artista, un codice, o meglio il significante, una bandiera, un drappo, uno scampolo di tessuto di 3x1 m. elemento grammaticale visivo che si basa su regole sintattiche legate al contesto urbano, alla configurazione spaziale, gli spazi all'aperto", come viene spiegato nel comunicato stampa dell'evento. 
Ideata da Paolo De Grandis e co-curata da Carlotta Scarpa, l'iniziativa ha visto anche per quest'anno la partecipazione di tantissimi artisti provenienti da tutto il mondo.

Innumerevoli le bandiere che vengono in mente scorrendo la storia dell'arte, da quelle presenti in rappresentazioni storiche, alle più recenti realizzate nell'epoca della Pop-art che ha portato a capolavori come la splendida ''Three Flag'' di Jasper Johnson, icona del mondo contemporaneo. "Una notte del 1954 ebbi una visione intensa: sognai di dipingere una grande bandiera statunitense. La mattina dopo cercai i materiali necessari per ricreare quella visione. E tracciai l'immagine su una tela: anzi, se non ricordo male, su un lenzuolo", così testimonia l'autore in una intervista di qualche anno fa. Quel lenzuolo bianco era quindi già una bandiera che attendeva solo di essere sventolata. 

In esposizione si incontrano il lavoro di Yi Zhou, che propone ''sequenze visive ad intermittenza'', mentre Puni si affida  a tessuti, scampoli, canovacci di uso quotidiano per sottolineare la semplicità e l'immediatezza dei rapporti basati sulla convivenza e non sul conflitto. Un autoscatto per Umberto Zampini, propone un gioco di riflessi speculari che  sospendono la vita reale. Si oppone a questo gioco  Alvise Bittente, con la sua non più flag ma flat, ribaltando le regole per  allontanarsi volutamente dall'oggetto desiderato. 
 
Il gusto pop emerge invece nel lavoro di Stefano Fioresi, contaminato da supereroi e nella composizione inedita di parole per Marotta & Russo, parola come forma e contenuto. 
Ma il superamento vero del tema arriva con Marco Nereo Rotelli, che ha realizzato  bandiere che si trasformano in dischi d'acciaio che ricreano un cosmo nel quale gli stendardi si affastellano compiendo un ispirato disegno decorativo. Da sottolineare poi la partecipazione di artisti dell'emergente contesto Taiwanese come Chen Chun-Hao, Chou Yu-Cheng, Mei Dean-E, Yao Jui-Chung. 

In questa edizione il Premio Open 2013 è stato assegnato alla regista Serena Nono, mentre l'opera vincitrice è quella realizzata dall'artista Marco Nereo Rotelli. Tra le novità c'è ancora da aggiungere  la prima partecipazione della Repubblica dell'Azerbaigian, presente con i propri Artisti.

Più di settanta Paesi, centocinquanta curatori di fama internazionale, quattrocento artisti: per ben dieci di loro un trampolino importante per la successiva partecipazione alla Biennale di Venezia. Anche il Leone d'Oro alla carriera di quest'anno Marisa Merz aveva partecipato nel 2002, e come lei in altre edizioni artisti del calibro di Marc Quinn, Yoko Ono, Otto Fischer, ed Enzo Cucchi. 

FONTE: Valentina Tosoni (repubblica.it)

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