martedì 7 giugno 2011

MIA, la nuova fiera della fotografia, piace molto ma vende poco

Si è conclusa domenica 15 maggio la prima fiera fotografica italiana nel sempre più prolifico Superstudiopiù (www.miafair.it) con un enorme successo di pubblico. Sono stati 15mila gli appassionati che l'hanno visitata, di cui molti fotografi e tecnici di laboratori fotografici per un valore assicurato di 4 milioni di euro (non comprendente le gallerie con opere molto care, assicurate separatamente). La fiera con 230 espositori, annunciata come un appuntamento necessario per riunire il collezionismo di fotografia in Italia e promossa da Fabio Castelli (www.fabiocastelli.it), ex direttore della galleria Fotografia Italiana, collezionista ed esperto di fotografia, è stata accolta con slancio dai galleristi . 

Secondo molti, infatti, in Italia mancava un appuntamento fieristico interamente dedicato alla fotografia che formasse un nuovo collezionismo mirato e informato (come per esempio, quello americano che si ritrova alla fiera Aipad-The Association of International Photography Art Dealers, www.aipad.com - dal 1979). Gran parte delle opere esposte aveva prezzi abbordabili, intorno ai 5mila euro. Alcuni galleristi hanno scelto di prendere più di uno stand, visto che la regola era di presentare un solo artista per stand, arrivando così a portare varie mostre monografiche. Così Camera21 di Roma, presentava per esempio, stampe ai sali d'argento di Eva Tomei (www.evatomei.blogspot.com, dai 700 ai 1200 euro a seconda del formato, in tiratura di 3), e nello stand accanto il duo di fotografi Diamonds Land (www.diamondsland.org/) che mette sottosopra i guru del mondo dell'arte con un collage tridimensionale a 5.550 euro e stampe digitali. 

Mentre Antonia Jannone, che aveva 4 stand, ha presentato per la prima volta il giovane Simone Florena (stampe dai 1.550 ai 5mila euro, www.simoneflorena.com), e nello stand accanto Ferdinando Scianna(it.wikipedia.org/wiki/Ferdinando_Scianna), storico maestro della perfezionismo compositivo in bianco e nero (con prezzi dai 3mila a i 4mila e tiratura aperta). Altri lavori in tiratura aperta erano quelli di Nobuyoshi Araki (www.assemblylanguage.com/reviews/Arakii.html) nello stand di Cà di Frà, le cui cibachrome costavano da 4.500 ai 6mila euro. Il fatto che Araki non abbia mai fatto lavorato in tiratura in vita, ha imposto ai galleristi e di conseguenza ai collezionisti la tiratura aperta, e per chi non la accetta ci sono sempre le sue polaroid, in vendita a 1000 euro l'una. Secondo Castelli, il collezionista non ha alcun problema a comprare così perché fino a vent'anni fa, molti dei lavori che adesso sono in vendita di maestri indiscussi, erano considerati solo lavori di fotogiornalismo, per cui la tiratura aperta è scontata. Sono gli artisti stessi come Berengo Gardin /it.wikipedia.org/wiki/Gianni_Berengo_Gardin) o Scianna che rifiutano di limitare le copie, proprio perché le trattano come parte del lavoro fotogiornalistico svolto.

Per chi voleva scoprire artisti senza galleria, c'era un'ampia zona con stand pagati dagli artisti che, in caso di vendite, dovevano dare una percentuale alla fiera. Alcuni artisti si sono pentiti di aver partecipato, perché a loro parere, il collezionista di solito non fa il talent scout e va dalle gallerie di fiducia. Questa sezione della fiera, era, a dire il vero, meno popolata di quella con le gallerie e di minore interesse. Le vendite, però, sono state scarse in ogni parte della fiera, tanto che Massimo Minini ha affermato di sentirsi fortunato ad avere ormai da anni un seguito di collezionisti che lo seguono, perché per le gallerie più giovani è più difficile chiudere la fiera in attivo. Pochi i collezionisti che hanno comprato, malgrado la grande affluenza, e molti i curiosi, soprattutto artisti, benché nel suo stand si potessero comprare gli scatti dell'americana Francesca Woodman (www.studio-international.co.uk/photo/woodman.asp) per 4mila euro l'uno in tiratura da 25.
Questo forse è stato un primo passo verso la formazione di un collezionismo per la sola fotografia in Italia, e come inizio ha suscitato un grande interesse che può essere sviluppato, col miglioramento continuo della proposta fieristica, che si è di certo contraddistinta per l'alta qualità della serie di conferenze e degli incontri con importanti fotografi.

FONTE: Irina Zucca Alessandrelli (ilsole24ore.it)

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