martedì 8 febbraio 2011

ArteFiera: così Bologna diventa capitale del contemporaneo

Mostre, installazioni, 200 gallerie e l'intera città coinvolta da big e nuovi talenti. fra nomi storici e debuttanti l'obiettivo è portare alla ribalta gli italiani sottovalutati

SI POTREBBE partire da un’elementare valutazione economica per questa trentacinquesima edizione di ArteFiera di Bologna, aperta fino al 31 gennaio, con 200 gallerie distribuite su quindicimila metri quadrati, e iniziative editoriali, la quinta edizione del Premio dedicato ad artisti Under 30 promosso da Euromobil, il Premio Furla, sempre a sotegno dei giovani italiani, giunto all’ottava edizione. Si aggiunga il coinvolgimento dell’intera città con “Se un giorno d’inverno un viaggiatore...”, titolo calviniano per un percorso attraverso 15 sedi che ospitano installazioni, interventi, performances di artisti internazionali. Percorso curato da Julia Draganovic, e integrato dalle mostre allestite nelle gallerie d’arte della città. Intanto, al Mambo -Museo d’Arte Moderna di Bologna, si apre la personale di Matthew Day Jackson, emergente americano, mentre viene proposto un nuovo allestimento delle collezioni e prosegue la mostra dedicata a Pier Paolo Calzolari, nome di spicco dell’Arte Povera, ad integrazione di quella presentata alla Galleria de’ Foscherari.

QUESTO, in estrema sintesi, il panorama delle manifestazioni che fanno di Bologna, nei giorni di ArteFiera, una meta quasi imperdibile per addetti ai lavori e soprattutto per un pubblico di cultori e collezionisti dell’arte che si può già stimare di alcune decina di migliaia di persone, per la maggior parte non bolognesi. Tradotto in termini contabili, una “movimentazione” economica enorme, che riguarda i più diversi settori, dai trasporti agli alberghi alla ristorazione e alle più diverse categorie di esercenti. Basterebbe questo per comprendere che le manifestazioni artistiche hanno una rilevanza economica enorme.

E VENIAMO a quanto offre ArteFiera, tradizionalmente la prima dell’anno, e ormai da molte edizioni la prima in Italia anche come importanza, grazie anche agli aggiustamenti apportati dalla direttrice Silvia Evangelisti cui spetta il merito di aver dato alla manifestazione una fisionomia internazionale e un credito confermato dalla presenza di diverse gallerie non italiane. Suddivisa in tre aree, quella riservata agli artisti per così dire storici, un’ altra più proiettata sul contemporaneo, quindi lo spazio dedicato alle giovani gallerie, aperte da non più di cinque anni, il panorama artistico che offre è dunque estremamente vario. Non ci si può aspettare la rivelazione di novità eclatanti, visto che da molto tempo, ormai, non se ne scorgono su scala planetaria. Né possono considerarsi tali le varie presenze cinesi o africane, per ricordare i casi più noti, di artisti in buona parte felicemente appigionati a New York, Londra, Berlino.


MA NON mancano artisti poco o nulla conosciuti, con opere davvero sorprendenti. Com’è il caso, ad esempio, di Jorge Mayet, con casette o massi fluttuanti a mezz’aria, e un paesaggio erboso tutto in nero, con un alberello spoglio e al suolo luminose foglie autunnali rosse e gialle. O un leight box di Raffaella Mariniello, con una stanza invasa da libri e pagine sciolte che si volatilizzano. E diversi altri sarebbero naturalmente i nomi da segnalare fra quelli non ancora acclarati come protagonisti.

MA C’È un altro aspetto di questa edizione che merita d’essere rilevato. A ragione l’Evangelisti ha posto l’accento sull’arte italiana da riscoprire anche in termini di quotazioni. Non si parla di figure internazionalmente riconosciute ormai da tempo - da Fontana e Burri, ai “poveristi”, per dire - ma di non pochi artisti storicizzati che ancora stentano ad ottenere un’adeguata attenzione, e non solo fuori dall’Italia. Qualche nome? Moreni, Morlotti, Licini, per citarne solo alcuni. Con quotazioni ancora abbordabili, se confrontate con le cifre iperboliche spuntate nelle aste da star internazionali. Quanto alle offerte di ArteFiera, ce ne sono per tutti i gusti e anche per tutte le tasche: da poche centinaia di Euro per multipli di giovani, al milione e passa per i più noti big. 
 
FONTE: Claudio Spadoni (quotidiano.net)

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