mercoledì 20 ottobre 2010

Colosseo senza segreti ora la visita è integrale


Dal 19 ottobre due aperture storiche per l'Anfiteatro Flavio. Gli "ipogei" da sempre esclusi dalla visita e il "terzo ordine" delle arcate chiuso da quarant'anni. Il "terzo ordine" fa salire i visitatori a 33 metri di altezza, a ridosso dell'attico che è la parte antica più alta sopravvissuta. Con panorama indimenticabile


Il Colosseo tutto visitabile, da cima a fondo, attraversando anche la "Porta dei morti", con l'apertura al pubblico di zone finora escluse. E per cima si intende proprio il livello più alto, il "terzo ordine" delle arcate, che i visitatori raggiungono a 33 metri di altezza, con la visione all'interno di tutto il monumento (un ovale di 188 per 156 metri) e all'esterno il panorama di Roma e dei monumenti più belli . Sono il "Belvedere" e la terrazza ai piedi dell'attico, l'anello più alto sopravvissuto dell'Anfiteatro Flavio, quello sul lato del colle Oppio, che ancora resiste a 53 metri di altezza. Fu costruito durante l'impero di Domiziano (81-96 dopo Cristo). E per fondo si intende il più basso pavimento solido del Colosseo, quello degli "ipogei", i corridoi scoperchiati che occupano tutto lo spazio dell'arena e che i visitatori hanno davanti agli occhi appena entrati nel monumento. Qui centinaia di uomini seminudi lavoravano come in miniera perché l'Anfiteatro Flavio, la più colossale e complessa "macchina" per spettacoli dell'impero romano (e quindi del mondo), non si fermasse mai, non deludesse le decine di migliaia di spettatori (45 mila, ma si parla anche di 73 mila). Manovrando piattaforme, ascensori, montacarichi per scaricare sull'arena uomini e bestie, scene dimiti e vittorie romane, attori. Gladiatori per i duelli mortali, uomini contro bestie feroci nelle "venationes" e condannati a morte nella "damnatio ad bestias". La parte visitabile degli "ipogei" è quella coperta da una piattaforma lignea per circa un terzo dell'arena, usata dall'estate 2000 per drammi antichi e concerti. 

E poiché il prodotto più diffuso degli spettacoli nell'anfiteatro era la morte, i cadaveri andavano sgomberati al più presto e c'era per questo la "Porta Libitinaria" collegata al piano dell'arena e agli "ipogei". Quest'ultimo corridoio, descritto come "basso e oscuro", degno passaggio al regno degli inferi, è stato interrotto e chiuso da una fogna ottocentesca. Il nome della porta si piega col fatto che libitinari erano a Roma gli impresari  di pompe funebri e Libitina era la divinità della sepoltura. In epoca moderna si esce più tranquillamente verso lo "Sperone Stern" , l'intervento di consolidamento in mattoni delle arcate esterne dell'anfiteatro realizzato da Raffaele Stern fra il 1805 e il 1807. In antico un passaggio sotterraneo collegava gli "ipogei" al "Ludus magnus", la caserma e palestra dei gladiatori di cui sopravvivono vaste strutture sul lato di San Giovanni.

L'apertura al pubblico del "terzo ordine", degli "ipogei e della "Porta Libitinaria", è il maggiore avvenimento che coinvolge il Colosseo (in attesa del futuro restauro completo) e il risultato più significativo finora ottenuto da Roberto Cecchi quale commissario delegato per gli interventi urgenti (manutenzione straordinaria e consolidamento) nelle aree archeologiche di Roma e Ostia antica. Già sono state aperte al pubblico zone da sempre proibite come la Vigna Barberini e le Arcate Severiane sul Palatino. A fine novembre sarà aperta la parte dell'Appia antica corrispondente alla villa dei Quintili, e a fine dicembre  il tempio di Venere e Roma che è il dirimpettaio del Colosseo, e la "Casa delle Vestali" nel Foro. Una struttura, quella di Cecchi, ora diventato anche segretario generale del ministero Beni e attività culturali, che alla costituzione nel maggio 2009 aveva sollevato polemiche e molti timori di svuotamento delle soprintendenze. La sintonia e la collaborazione commissario-soprintendenza di Roma (Angelo Bottini e Giuseppe Proietti), si sono invece confermate indispensabili per i risultati. 



Per il restauro e consolidamento della parete verticale dell'attico che si sviluppa per 15 metri di altezza e 150 di lunghezza (e aveva risentito del terremoto dell'Aquila), il commissario ha impegnato 400 mila euro e 480 mila per l'adeguamento funzionale e la messa in sicurezza per l'apertura al pubblico del "terzo ordine". L'apertura degli ipogei e relativi restauri hanno richiesto mezzo milione di euro. Nei tre interventi, responsabile scientifico è stata Rossella Rea (responsabile del Colosseo), responsabile del procedimento e progettista l'architetto Piero Meogrossi con l'architetto Barbara Nazzaro, tutti della soprintendenza. La doppia apertura è anche la prima uscita ufficiale di Anna Maria Sgubini Moretti quale nuovo soprintendente per i beni archeologici di Roma "ad  interim" (almeno fino a dicembre), mentre conserva la soprintendenza dell'Etruria.
Per il "terzo ordine" i visitatori seguono all'entrata del Colosseo la scala attuale che porta al "secondo ordine" e percorrono l'ambulacro coperto lungo 150-200 metri che si trova fra i due livelli. L'ambulacro, una parte rimasta intatta del Colosseo ancora con gli intonaci e i lucernai originali, è la sede del futuro museo dell'anfiteatro. Qui ritroveremo gli oggetti più vari. Resti dei pranzi cucinati sulle gradinate dagli spettatori, nocciuoli della frutta, dadi, arnesi per cucire o rifarsi il trucco, "pani" rettangolari di piombo con doppio foro per le funi di manovra negli "ipogei".

Dal "Belvedere" e da undici arcate del "terzo ordine" si ha una doppia vista indimenticabile, sull'interno dell'arena e sull'esterno, la Roma antica e moderna. L'Arco di Costantino, lo scavo della "Meta Sudans" (la fontana in cui i gladiatori lavavano le armi dal sangue dei combattimenti), il tempio di Venere e Roma, la basilica di Santa Francesca Romana e la basilica di Massenzio, l'arco di Tito, il Palatino, il Foro fino alla mole del Campidoglio. E poi il rettifilo dei Fori Imperiali, il bianco del Vittoriano, lo schieramento delle cupole. Un panorama che va dall'Eur al Gianicolo, a Monte Mario. Da queste arcate i Vigili del Fuoco fanno scendere l'immenso Tricolore che fa da sfondo alla sfilata del "2 giugno". 

Dalla punta del "Belvedere", proprio "sopra" l'arco di Costantino, i visitatori si possono muovere  su di una terrazza larga una decina di metri e lunga una ottantina con il nuovo pavimento in "opus spicatum". Sul "terzo ordine" erano i posti del popolo, del"Maemianum secundum summum", una delle suddivisioni dei posti per gli spettacoli che in quanto pubblici era gratuiti, ma disciplinati da un rigido sistema secondo la posizione sociale, introdotto da Augusto che da allora ha assicurato un regolare "riempimento e svuotamento" delle tribune. Tutti sapevano il percorso da fare, dagli archi o fornici di ingresso alle ripide scale, ai numeri dei posti ai quali si accedeva attraverso 160 vomitori. Augusto, come riferisce Svetonio, stabilì fra l'altro che "nessuno del volgo malvestito sedesse nel mezzo della cavea". Quanto alle donne vietò di assistere ai duelli fra gladiatori "se non dai gradini più alti".  

FONTE: Goffredo Silvestri (repubblica.it)

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