mercoledì 4 marzo 2015

Luce e materia. A Milano il meglio di Medardo Rosso

Luce e materia. A Milano il meglio di Medardo Rosso
 
A trent'anni di distanza dall'ultima mostra a lui dedicata, il capoluogo lombardo torna a ospitare un'esposizione delle opere del grande scultore, protagonista dell'Impressionismo e artista di richiamo internazionale. Alla Gam le  più importanti sculture e gli scatti fotografici del maestro, torinese di nascita ma meneghino di adozione
 
"E' lui più grande scultore vivente". Così Apollinaire giudicava Medardo Rosso, l'artista che seppe rivoluzionare il linguaggio scultoreo, dissolvendo l'impatto materico in una costruzione in cui oggettività e soggettività si compenetrano, senza  barriere tra fisico e psichico. L'occasione per un incontro ravvicinato lo offre la mostra organizzata alla Gam, Galleria d'Arte Moderna, di Milano, all'interno del programma di Expo in Città: "Medardo Rosso - La luce e la materia", a cura di Paola Zatti, conservatrice della galleria d'Arte Moderna di Milano. Una rassegna che vede in esposizione anche l'opera "Madame X ", lavoro simbolo di Medardo Rosso che ha eccezionalmente lasciato la Veneziana Cà Pesaro, che se pur datato 1896, precorre con fascino e mistero la sintesi plastica estrema, anticipatrice della modernità a cui quest'autore aprirà le porte.

Medardo Rosso, artista a cavallo tra Otto e Novecento ha anticipato molte tendenze che sarebbero arrivate in seguito. Torinese di nascita, dopo aver esordito come pittore, nell'82 si iscrisse ai corsi di nudo e di plastica dell'Accademia di Brera dalla quale dopo nemmeno un anno fu espulso a causa della sua insofferenza per quell'insegnamento. I suoi primi lavori tendono alla "ricerca del vero" , comprensiva delle qualità psicologico-caratteriali del
ritratto, e si connotano subito per la scelta di temi contemporanei: emarginati, gente comune,  vita moderna. Il riferimento positivista al dato concreto e la ricerca della realtà prende forma nella fusione della figura con l'atmosfera, attraverso una sorta di abolizione dei contorni. "La materia da un lato - ha spiegato la curatrice - è ciò su cui lui si tormenta una vita intera e di cui la mostra cerca di restituirne tutti i diversi aspetti e declinazioni, presentando opere in bronzo, cera e gesso. E la luce, perché è il punto cui lui voleva arrivare, lui disse: 'Non c'è nulla di materiale, noi stessi siamo solo scherzi di luce. E' la sua frase più famosa". Il segno, la luce e le  ombre furono gli elementi che elesse a protagonisti principali  della sua arte, anche di grande fotografo. Tra le opere in esposizione il bellissimo "Enfant malade" e gli "Ecce puer", "L'enfant juif", le due versioni in gesso e bronzo della "Ruffiana" e "l'Enfant malade" nella versione in cera di Dresda e quella di bronzo dalla Gam. "Come tutti gli artisti che si sono tormentati su aspetti grandi della creazione artistica - ha concluso la curatrice - c'è ancora molto da scoprire su di lui".  La mostra è organizzata e prodotta dalla Gam, da 24 ore Cultura - Gruppo 24, insieme al Museo Rosso di Barzio, e resterà aperta al pubblico fino al 31 maggio.

FONTE: Valentina Tosoni (repubblica.it)

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