lunedì 5 novembre 2012

Scarpitta: auto e slitte neodada



Salvatore Scarpitta è il più americano degli artisti italiani e il più italiano degli artisti americani. Nato New York nel 1919 e cresciuto a Los Angeles, si trasferisce nel 1936 a Roma, dove studia all’Accademia. Dopo la guerra (arruolato nella Marina degli Stati Uniti) sviluppa negli Anni 50 la sua ricerca in direzione antipittorica e oggettuale, e nel 1958 presenta alla Galleria La Tartaruga i suoi primi supporti fasciati con bande elastiche incrociate e in tensione. L’anno successivo si trasferisce a New York dove incomincia ad esporre nella galleria dell’amico Leo Castelli, con cui collaborerà a lungo. 

Scarpitta diventa uno dei protagonisti internazionali della svolta neodadaista, e di un rapporto più diretto e vitale fra arte e realtà. Nel 1964, a partire dalla sua passione per le gare automobilistiche (che lo avevano affascinato fin da ragazzo) realizza Rajo Jack Spl, la prima delle sue straordinarie sculture-automobili, ricostruendo con pezzi di recupero la macchina di un pilota nero, emarginato per ragioni razziste. Un’operazione artistica di denuncia politica e un simbolo anche esistenziale dei veri valori di libertà democratica fondati sulla competizione ma anche sulla garanzia dei fondamentali diritti di eguaglianza sociale e economica.  

Questa macchina (installata con due vecchie pompe di benzina ai lati) insieme ad altre successive automobili da competizione, anche effettivamente funzionanti, tutte con il numero 59 e sponsorizzate da Leo Castelli, sono la parte più spettacolare della prima grande retrospettiva italiana dell’artista messa in scena alla Gam di Torino.  

La mostra, curata da Danilo Eccher con la collaborazione di Germano Celant e Luigi Sansone, mette a fuoco gli aspetti più significativi del lavoro di Scarpitta, incentrando l’attenzione sui tre principali temi della sua ricerca: la serie dei quadri fasciati, le macchine da corsa, e gli assemblage costruiti con slitte e sci. Tutti questi lavori affrontano un unico fondamentale problema, quello dei rischi, dei limiti e dell’utopia della libertà dell’uomo.  

SALVATORE SCARPITTA  
TORINO, GALLERIA CIVICA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA  
FINO AL 3 FEBBRAIO  

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