giovedì 16 dicembre 2010

Modigliani, ma quello vero: il Mart riunisce le teste della discordia

Altro che i falsi. A Rovereto una mostra mette insieme per la prima volta le sculture autentiche dell'artista livornese per un evento eccezionale frutto di sei anni di ricerche, studi e scoperte


Altro che la beffa delle false teste di Modì, stavolta una mostra mette insieme per la prima volta le sculture autentiche del grande artista livornese. Rigorosamente in pietra arenaria, di grandezza anche superiore al naturale, dalle forme enigmatiche nella loro purezza avvolgente, dai tratti essenziali e magistralmente allungati quasi a voler fondere insieme tutta un'estetica arcaica con la suggestione tribale e primitiva. Sono le bellissime creature plastiche di Amedeo Modigliani eccezionalmente esposte nell'evento "Modigliani scultore" che dal 18 dicembre al 27 marzo si aprirà al Mart di Rovereto, progetto espositivo ambizioso e audace firmato da Gabriella Belli, la direttrice del museo, Fabio Fergonzi e Alessandro Del Pippo. 

Non è certo una rassegna scontata o facile. Innanzitutto perché Modì ha scolpito pochissimo nella sua vita, concentrando questa forma d'arte tra il 1911 e il '13, quando preferì scolpire la pietra  -  e non il bronzo che andava di gran moda a Parigi sulla scia della grande lezione di Rodin  -  abbandonando momentaneamente la pittura. E presentò una volta soltanto le sue sculture, selezionando un gruppo di sette teste per il Salon d'Automne del 1912. Secondo lo storico catalogo di Ambrogio Ceroni degli anni '60, il primo e unico studioso che si concentrò sulla produzione plastica di Modì, si contano in tutto 25 sculture di cui oggi 15 appartengono a collezioni pubbliche, e le altre sono disperse o conservate presso inaccessibili collezioni private.

Altro motivo che rende intrigante la rassegna è che, come spiega Gabriella Belli, "I documenti che si hanno a disposizione sono pochissimi, e innumerevoli invece i problemi relativi alla datazione, alle fonti e ai modelli, alle vicende espositive e collezionistiche. Alcune di queste sculture sono rimaste abbozzate o incompiute, o giunte a noi in stato frammentario. Sono disperse in musei e collezioni private di tutto il mondo". Non da ultime, le difficoltà enormi a spostare alcune opere per la loro fragilità e quindi considerate  per statuto inamovibili. 

La mostra riesce a metterne insieme un numero eccezionale di circa dieci (anche se le trattative in corso potrebbero farne arrivare altre due) scortate da una serie rarissima di disegni preparatori ancora esistenti, accuratamente selezionati per mettere in evidenza il rapporto tra progetto e realizzazione. Disegni di volti rigidamente frontali e simmetrici, oppure di profilo, a volte associati a motivi architettonici, stilisticamente caratterizzati da un segno netto e incisivo, e da alcune suggestioni formali come l'allungamento del volto, gli occhi a mandorla, la bocca a cilindro. Lavori che diventano il perno di un percorso che si articola in un'altra settantina di opere di altri artisti, e di altre epoche, dal Rinascimento al primitivismo e alle influenze orientali all'alba del Novecento, che hanno giocato un ruolo essenziale di stimolo, confronto, suggestione e modello con Modigliani. 

Per svelare come l'artista riuscisse a mettere a punto un'inedita sintesi personale fra elementi della tradizione e originali accenti figurativi attraverso le ricerche di Picasso e Brancusi. Come pochi altri protagonisti delle avanguardie artistiche del '900, Modigliani coglie le suggestioni della storia e le intreccia con un linguaggio personale. Il tutto è frutto di ben sei anni di ricerche e indagini scientifiche in quasi tutto il mondo, tra Europa, Australia e Stati Uniti, tra musei, fondi di magazzini, collezionisti privati, archivi. Dove non sono mancate anche scoperte, tant'è che i curatori della mostra, che hanno confermato la storica catalogazione di Ceroni, vi aggiungono altre tre teste (per arrivare a 28), una di proprietà privata, una in un museo tedesco e una dispersa. Una mostra-sfida che vuole, insomma, svelare il mistero delle sculture di Modigliani, produzione che è sempre rimasta all'ombra della grandeur pittorica dell'artista livornese, perché ad un certo punto preciso, Modì posò lo scalpello. 

Il percorso espositivo, dunque, documenta i rapporti che Modigliani ebbe con gli artisti del suo tempo ma anche con le mode culturali dell'epoca, approfondisce il ruolo dei critici e dei collezionisti, e evidenzia le ragioni del definitivo spettacolare ritorno alla pittura, con i capolavori che, dal 1915 in poi, riprenderanno modelli e stili messi a punto proprio durante gli anni dedicati alla scultura. Protagonisti, una sequenza di confronti portentosi. Ecco le prime sculture di Modigliani (come la Testa in pietra proveniente dal Centre Pompidou) accanto al Bacio Costantin Brancusi, due capolavori di Modigliani, come le teste di Minneapolis e di Washington (mai viste insieme, in Italia) a fianco della Battista Sforza di Francesco Laurana, uno dei busti in marmo più celebri del Rinascimento italiano. Ancora, il Busto di donna del 1907 di Pablo Picasso, dove emergono vistose le caratteristiche presenti nelle sculture di Modiglioni. Fino alle due teste modiglianesche provenienti da Philadelphia e Londra, che raccontano la fascinazione di Modì per le maschere africane provenienti dal Gabon e dalla Costa d'Avorio. 

Notizie utili - "Modigliani scultore", dal 18 dicembre al 27 marzo 2011, Mart di Rovereto, Corso Bettini, 43. 
Orari: da lunedì a domenica 10.00 - 18.00, venerdì 10.00 - 21.00. Aperto 25 dicembre e 1 gennaio 15.00  -  20.00, 6 dicembre e 6 gennaio 10.00  -  18.00
Ingresso: intero €10, ridotto €7.
Informazioni www.mart.trento.it 2, numero verde 800 397 760, 0464 438 887
Catalogo: Silvana Editoriale, Milano

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