lunedì 23 febbraio 2015

Il Principe dei Sogni al Palazzo del Quirinale

 
I 20 arazzi cinquecenteschi commissionati da Cosimo I de’ Medici a Pontormo e Bronzino sono in mostra a Roma fino al 12 aprile, poi a Milano
 
Da 150 anni nessuno li aveva più visti insieme. Colpa dei Savoia, che avevano smembrato la collezione per portare con loro, a Roma, la parte che ritenevano essere più bella. Senza pensare che quei venti arazzi rinascimentali, raffiguranti la storia di Giuseppe venduto schiavo in Egitto, rappresentano un’unica narrazione di colori e di ori - e che il loro luogo naturale era Palazzo Vecchio, per il quale erano stati pensati e realizzati su ordine di Cosimo I de’ Medici, Granduca di Toscana. 
Oggi sono stati radunati in uno dei saloni più belli e importanti del Quirinale, il Salone dei Corazzieri, e vi resteranno fino ad aprile prima di prendere la strada di Milano, dove saranno al centro di uno degli eventi culturali portanti dell’Expò. 
 
Gli arazzi sono stati oggetto di un complesso e pluridecennale restauro presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e il Laboratorio Arazzi del Quirinale. La loro storia parte con la commissione da parte di Cosimo I de’ Medici tra il 1545 e il 1553. 
I disegni preparatori furono affidati ai maggiori artisti del tempo, primo fra tutti Pontormo. Ma le prove predisposte da quest’ultimo non piacquero a Cosimo I, che decise di rivolgersi ad Agnolo Bronzino, allievo di Pontormo e già pittore di corte, e a cui si deve parte dell’impianto narrativo della serie. Tessuti alla metà del XVI secolo nella manifattura granducale, tra le prime istituite in Italia, furono realizzati dai maestri arazzieri fiamminghi Jan Rost e Nicolas Karcher sui cartoni forniti da Agnolo Bronzino, Jacopo Pontormo e Francesco Salviati. 
 
Cosimo de’ Medici nutriva una particolare predilezione per la figura di Giuseppe, nelle cui fortune vedeva rispecchiate le alterne vicende dinastiche medicee: Giuseppe, figlio prediletto di Giacobbe, tradito e venduto come schiavo dai fratelli, fatto prigioniero in Egitto, riesce comunque, grazie alle sue rare doti intellettuali, a sfuggire alle avversità, a perseguire una brillante carriera politica e a raggiungere posizioni di potere. Abile parlatore, consigliere e interprete dei sogni del Faraone, mette in salvo un’intera popolazione dalla carestia e, infine, dà prova di clemenza e magnanimità, perdonando i fratelli che lo avevano tradito. 
 
Infine, una necessaria comunicazione di servizio: i visitatori possono accedere alla mostra con ingresso gratuito e senza bisogno di prenotazione nei giorni feriali da martedì a sabato dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 15.30 alle ore 18.30. L’orario di apertura domenicale è dalle ore 8.30 alle ore 12.00 in concomitanza e con le disposizioni dell’apertura al pubblico delle sale di rappresentanza. La mostra rimane chiusa tutti i lunedì, venerdì 6 e sabato 7 marzo, domenica 5 aprile ed eventualmente in occasioni di impegni istituzionali in programma al Quirinale di cui sarà data immediata comunicazione. 
 
FONTE: lastampa.it

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