giovedì 6 giugno 2013

Sterling Ruby raddoppia a Roma: l’artista americano celebrato alla Fondazione Memmo e al Macro


Dalle sculture morbide in gommapiuma ai video, dalle sculture in ceramica ai collage: l'arte a tutto tondo del fuoriclasse di Los Angeles

Sterling Ruby: un nome che suona come uno pseudonimo, o di un personaggio d’invenzione ma che appartiene ad un trentasettenne artista, di base a Los Angeles, diventato un fenomeno della scena artistica d’oltreoceano, con diverse mostre al suo attivo in una carriera iniziata circa dieci anni fa come assistente del celebre Mike Kelley. Poliedrico e multidisciplinare, Ruby è presente a Roma con due mostre personali, che riflettono percorsi diversi, ma complementari, del suo universo artistico.


Al MACRO di Testaccio, l’artista ha inaugurato una gigante “scultura morbida” in gommapiuma - “Soft Work” - opera unica, di dimensioni ambientali, che “cresce” ad ogni nuova tappa del suo percorso itinerante attraverso l’Europa e che a Roma ha invaso tutto lo spazio dell’ex-Mattatoio (piazza O. Giustiniani 4, a cura di Maria Alicata, fino al 15 settembre 2013. Orario: da martedì a domenica, ore 16.00-22.00. Biglietto: intero 6 €; ridotto 4 €; www.museomacro.org).

I violenti colori delle stoffe che ricoprono le morbide forme di “Soft Work” – molte delle quali sono bandiere degli Stati Uniti - sembrano alludere all’apparente allegria e alla calda accoglienza dell’ambiente familiare. In realtà, i titoli di alcuni di questi lavori, come “Vampire” – enormi bocche con lunghi denti – e “Husbands” – forme simili a divani dove apatici e distratti mariti si sdraiano per guardare la TV – svelano con cinismo e ironia la contraddizione insita nel consumismo e nella sottocultura massmediatica occidentale. In aperta contrapposizione al linguaggio freddo e contenuto del minimalismo, l’artista spazia attraverso i linguaggi più diversi – dal video all’installazione, dalle sculture in ceramica al collage – e rappresenta situazioni marginali, spesso considerate “patologiche” – come criminalità e transessualità - e le forme di repressione delle stesse, fino alla carcerazione.

Le grandi fauci con i denti aguzzi ritornano anche nella serie DRFTRS (2013), inclusa tra le oltre settanta opere selezionate dall’artista stesso e provenienti dalla sua collezione personale, esposte alla Fondazione Memmo – Arte Contemporanea di Palazzo Ruspoli (via del Corso 418, a cura di Cloé Perrone, fino al 15 settembre. Orari di apertura: da martedì a domenica, dalle 12 alle 20, lunedì chiuso. Ingresso: libero). Questa mostra, intitolata “CHRON II”, presenta esclusivamente collage su carta e cartone, che dimostrano l’importanza che Ruby attribuisce al disegno e al collage, non solo come tecnica ma anche come “gesto artistico” e come “fusione illecita”, sottolineandone l’aspetto trasgressivo. Proseguendo una ricerca iniziata nel 2008 con “CHRON” al Drawing Center di New York, l’artista qui presenta opere molto diverse, realizzate nell’arco degli ultimi dieci anni, utilizzando sia la pittura a spray, che i collage con fotografie ritagliate, fino a sperimentare l’uso dello smalto per le unghie come colore. Nel percorso di questa mostra, lo spettatore viene immerso direttamente nelle ossessioni formali e tematiche dell’artista: l'hip-hop, l’horror, le gang metropolitane, i graffiti, il punk, la globalizzazione, i sistemi carcerari, l’artigianato e l’esistenzialismo. Un’estetica destabilizzante e non convenzionale che scopre in nervi aperti della società contemporanea.

FONTE: Valentina Bruschi (ilmessaggero.it) 







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