sabato 22 dicembre 2012

Da Rembrandt a... Morandi. Gli Uffizi crescono



La Galleria museale di Firenze apre nuove sale. Dal Gabinetto dei disegni, col duetto Rembrandt-Morandi, alle Sala neoclassica della Niobe chiusa da un anno per lavori al pavimento, fino alle sale del secondo '500. Un viaggio più ricco nell'arte fiorentina


FIRENZE - Gli Uffizi, che valgono sempre una visita, sfoderano dal 21 dicembre un ulteriore carnet di eventi che rendono questa istituzione museale un'attrazione. Sarà per merito della mostra   
"Rembrandt visto da Morandi" in scena nelle sale del Gabinetto Disegni e stampa al piano nobile dell'edificio vasariano, un piccolo grande duetto tra il genio dell'epopea d'oro dell'arte olandese del Seicento e il nostro pittore e incisore bolognese del secolo scorso, maestro di un ordine meditatissimo delle forme che nelle "semplici" bottiglie, caraffe, lucerne, ha trovato la sua cifra sublime. 

Sarà per merito anche della riapertura della settecentesca Sala della Niobe, 260 metri quadrati di maestosa neoclassica bellezza pari alle corti di San Pietroburgo e Vienna, come la definì Antonio Paolucci quando era soprintendente al polo museale fiorentino, dopo un anno di chiusura per lavori di consolidamento alle strutture voltate che sostengono il pavimento, resisi necessari dopo che, nel maggio 2011, si era improvvisamente evidenziato nel piano di calpestio un avvallamento, anche per la presenza di statue di notevole peso e per il delicato equilibrio compromesso nel tempo da eventi traumatici, non da ultimo l'attentato nel '93 di via dei Georgofili. 

Val la pena, allora, godersi queste nuove suggestioni che offre la Galleria degli Uffizi, che negli ultimi mesi ha già sfoderato nuovi exploit, dalle Sale Blu (pittori stranieri), alle Sale Rosse (pittura fiorentina del '500). "Rembrandt visto da Morandi", curata da Marzia Faietti e Giorgio Marini, fino al 18 marzo nelle sale del Gabinetto dotate di un nuovo sistema di illuminazione, recupera l'intuizione della mostra bolognese del 2006 ("Rembrandt e Morandi: mutevoli danze di segni incisi"). L'idea è di "guardare Rembrandt" attraverso Morandi con uno scarto di oltre due secoli, anche perché, com'è noto , Morandi, agli inizi della sua formazione autodidattica da incisore, si interessò a Rembrandt. E "per capire il segreto della loro lontanante vicinanza", perché Morandi non scelse la strada dell'imitazione ma dell'emulazione, il confronto è tutto giocato su un repertorio di quaranta opere, venti di Rembrandt e altrettante di Morandi. 

Le diverse "affinità" emergono: all'opulenza tecnica e descrittiva di Rembrandt Morandi sostituisce l'estrema rarefazione della "sua" natura, rinunciando a ogni complicata commissione di acquaforte, puntasecca e bulino per puntare quasi esclusivamente, dopo le sperimentazioni tecniche degli anni fra il 1921 e il 1923, sulle acqueforti. Secondo lo storico studio di Lamberto Vitali del 1957, ancora oggi punto di riferimento critico per la produzione grafica dell'artista bolognese, spicca un "momento rembrandtiano" di Morandi legato alle stampe dei primi anni Venti. A testimoniarlo è soprattutto la "Conchiglia" del 1921, dove Morandi emula ma non copia la sola natura morta dovuta all'olandese, quel "conus marmoreus" del 1650. E' sul piano della verità del segno che spicca questa liaison, nell'emulazione delle potenzialità espressive della linea incisa. 

Ed ecco la Sala della Niobe, trasformata dal gusto "internazionale" di Pietro Leopoldo per accogliere le statue provenienti dalla romana Villa Medici e trasferite a Firenze nel 1770, oggi uno degli esempi più importanti dell'arte e della museografia neoclassica, degno pendant della Tribuna nello sviluppo del percorso espositivo degli Uffizi. A questa, si aggiungono due nuove sale affrescate da Luigi Ademollo, che vanno ad integrarsi nel percorso dedicato alla pittura fiorentina del XVI secolo. La prima sala sfodera infatti i dipinti di Giorgio Vasari e Alessandro Allori, mentre nella seconda sfilano opere di artisti del secondo '500 fiorentino, alcuni dei quali attivi nello Studiolo di Francesco I dè Medici. 

"Opere che - come avverte Antonio Natali direttore degli Uffizi - se la sequenza degli spazi l'avesse consentito, avremmo esposto di seguito alle creazioni del Bronzino, ma che parimenti risultano plausibili, in un tragitto dell'arte a Firenze nel sedicesimo secolo, in virtù delle relazioni che comunque corrono fra il Pontormo e i pittori che ora qui trovano luogo". Insomma, un motivo in più per correre a visitare gli Uffizi, grazie alla sinergia tra Soprintendenza al polo museale romano e Soprintendenza ai beni architettonici di Firenze.

Notizie utili - "Rembrandt visto da Morandi", dal 20 dicembre al 18 marzo 2013; nuove Sale della Galleria, dal 21 dicembre. Galleria degli Uffizi, piazzale degli Uffizi, 5. Firenze.
Orario: martedì-domenica 8.15-18.50 
Ingresso: con il biglietto della Galleria degli Uffizi €6,50
Informazioni: 055-294883

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