lunedì 19 marzo 2012

Sorolla, il Monet andaluso che creava nella casa giardino



A Ferrara a Palazzo dei Diamanti pr la prima volta in Italia una mostra racconta il talento di Joaquín Sorolla, l'impressionista spagnolo che dipingeva nel suo giardino di Madrid ispirato all'Alhambra di Granada e all'Alcazar di Siviglia


FERRARA - "Si può essere felici solo se si è pittori". Lo ripeteva sempre ai propri figli, Joaquín Sorolla, rimarcando il piacere che traeva dal dipingere, "un piacere non disgiunto da patimenti, dato il suo particolare modo di intendere l'arte: si doveva lavorare en plein air, dal vero, e nei luoghi che si intendeva rappresentare. Diversamente, la pittura gli pareva un inganno". E' questa l'intima verità del pittore spagnolo (1863-1923), nato a Valencia, protagonista della Belle Époque madrilena, così come viene ricordato da Blanca Pons-Sorolla, che ha curato, insieme a Tomàs Llorens, María López Fernández e Boye Llorens, la prima retrospettiva italiana "Sorolla. Giardini di luce", ospitata a Palazzo dei Diamanti dal 17 marzo al 17 giugno.

Un titolo che condensa la personalità artistica di Sorolla, che ha cavalcato l'euforia rivoluzionaria della pittura impressionista, per varcare quella sottile linea rossa che separa la realtà dal simbolismo. Così, i suoi prorompenti colori che traducevano velocemente sulla tela gli umori della natura, presto diventarono lo strumento per esprimere la sua sensibilità simbolista verso quello spettacolo naturale che amava indagare con un piglio introspettivo. Sorolla è pittore dallo stile raffinato e spavaldo, tanto da essere accostato a personalità come Boldini o Sargent, eppure certi suoi vezzi e passioni lo avvicinano a Monet.

La mostra, organizzata in collaborazione con il Patronato de l'Alhambra y Generalife di Granada, il Museo Sorolla e la Fundación Museo Sorolla di Madrid, vuole infatti svelare un momento particolare della sua carriera, la maturità di una ricerca rivolta al tema del giardino e della sua adorata Andalusia. Se Monet costruì il suo giardino di ninfee a Giverny sulla scia di una fascinazione anche per il Giappone, inserendo nel suo buen retiro ponticelli, piante e decorazioni dal sapore orientale, Sorolla portò nel suo giardino-atelier di Madrid, le suggestioni regalategli dai suoi viaggi in Andalusia, tant'è che concepì quel luogo sul modello degli angoli verdi di Siviglia e Granada, arrivando perfino ad importare dall'Andalusia fontane, ceramiche, alberi da frutto e piante ornamentali. 

La mostra racconta questa fase della sua parabola creativa, forse lontana dal clamore degli incarichi ufficiali (come i ritratti dei reali). Sorolla scoprì l'Andalusia soggiornandovi tra il 1908 e il 1918 e il percorso vuole rievocare le tappe dell'incontro con questa terra che segnerà il passaggio dal naturalismo a vsioni liriche dalle forti risonanze simboliste, che tenta di allontanari dalla retoica del folklore locale. Il rischio è sempre dietro l'angolo, perché i soggetti prediletti da Sorolla sono i patii e i giardini islamici dell'Alhambra di Granada e dell'Alcázar di Siviglia, come dimostra la straordinaria serie di dipinti, che ammiccano con grazia all'anima affascinante di questi luoghi. 

"I ripetuti soggiorni a Siviglia e Granada permettono a Sorolla di penetrare l'essenza più autentica dell'Andalusia la cui segreta magia risiede, come egli stesso dichiara, 'nel piccolo, come avviene per quasi tutto ciò che è orientale'- avverte la curatrice - Il patio islamico, intimo e circoscritto, è il tema più paradigmatico dei suoi dipinti realizzati in quella regione: l'artista esalta la suggestione di quegli spazi consacrati alla concentrazione e le loro architetture cristalline, riducendo all'essenziale il vocabolario della sua pittura che diviene straordinariamente evocativo". Nessuna figura umana, ma architetture, marmi, ceramiche, gli "azulejos", le fontane. Viaggi e soggiorni che culmineranno nella sua casa-giardino, dove nasceranno le sue opere più belle. 

Notizie utili - "Sorolla. Giardini di luce", dal 17 marzo al 17 giugno 2012, Palazzo dei Diamanti 
Corso Ercole I d'Este, 21. Ferrara
tel.             0532 244949      
Orari: tutti i giorni, 9-19
Ingresso: Intero: € 10,00 Ridotto: € 8,50
Catalogo: Ferrara Arte Editore 

FONTE: Laura Larcan

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