mercoledì 8 febbraio 2012

Pittori che guardano lontano Hayez, Fontanesi e l'Oriente



A Reggio Emilia, a Palazzo Magnani una grande mostra riscopre il fascino dei pittori italiani per le terre remote. In scena i grandi artisti-viaggiatori e sognatori dell'Otto-Novecento


Il Mal d'Oriente. Le Mille e una notte dei pittori italiani, in quell'entusiasmo romantico e alla moda di fine Ottocento, consumato alla scoperta di luoghi esotici, anche immaginati e fantasticati, di un Oriente pieno di charme e delizie. Lo racconta la bella mostra "Incanti di terre lontane. Hayez, Fontanesi e la pittura italiana tra Otto e Novecento" in scena a Palazzo Magnani dal 4 febbraio al 29 aprile, con un repertorio di un centinaio di opere di istituzioni pubbliche e collezioni private. Il bello del percorso è quello di indagare le avventure di una quindicina di raffinati artisti sedotti e ammaliati da altri mondi, tra chi affrontò viaggi, carovane e pellegrinaggi tra paesi tra Egitto e Tuschia, Siam e Giappone, e chi li sognò mirabilmente dall'atelier di casa.

Come scrive Anna Villari nel catalogo della mostra (Silvana editoriale): "L'Oriente appare nell'Ottocento europeo, in misura diversa e forse ancora maggiore rispetto alle curiosità e alle mode cinesi o turchesche del Settecento, un mondo in parte fantastico in parte reale, per lo più sconosciuto e misterioso, una dimensione fatale che attrae viaggiatori, curiosi, letterati e pittori. Paesaggi desertici, carovane, strade e villaggi, palazzi magnifici, terrazze ventilate aperte su tetti e minareti, improvviso rigoglio di giardini, e appunto harem, hammam, figure femminili isolate o in gruppo, favorite di un pascià al bagno o schiave in attesa di essere vendute al mercato, sono i soggetti prediletti di tante descrizioni letterarie o evocazioni pittoriche". 

Protagonista clou, quasi una rivelazione, di questa rassegna è Francesco Hayez, grande protagonista della pittura risorgimentale, virtuoso del rigore formale e del vivido colorismo, sagace nella scelta dei temi trattati che l'ha fatto apprezzare da personalità come Manzoni e Rossini, riesce a fondere l'afflato di un nobile pathos anche nelle scene esotiche, qui rappresentate  dall'Odalisca della Pinacoteca di Brera, la Ruth delle Collezioni Comunali di Bologna e Un'odalisca alla finestra di un Harem di una nota collezione privata. Accanto, la riscoperta di Antonio Fontanesi, che tra il 1876 e il 1878, insegnò nella nuova Accademia di Belle Arti d Tokyo. E' lui che ha riportato il Giappone in patria, raccontato con un ispirato lirismo da tre dipinti e alcuni disegni a matita, per la prima volta raccolti in una mostra. 

Se Fontanesi fu illustre straniero in Giappone, Galileo Chini lo fu nel Siam Siam dove si recò insieme all'architetto torinese Annibale Rigotti, tra il 1911 e il 1914, per partecipare alla fastosa decorazione del Palazzo del Trono a Bangkok. Da Parma partirono carichi di tavolozze, pennelli e macchina fotografica Alberto Pasini e poi Roberto Guastalla, il "Pellegrino del sole". Da Firenze Stefano Ussi scelse l'Egitto e il Marocco, assecondando anche committenze illustri locali. Le suggestioni del viaggio non lasciarono insensibili artisti come Eugenio Zampighi, Pompeo Mariani, Augusto Valli, Achille Glisenti. E neanche un grande personaggio come Domenico Morelli, che a Napoli, senza mai lasciare la sua città, descrisse garbate sontuosità di odalische, misteriose figure di arabi, mistiche atmosfere di preghiere a Maometto. Visioni di raffinato erotismo si ritrovano nelle opere di Fabio Fabbi, del siciliano Ettore Cercone e del pugliese Francesco Netti, come ne "Le ricamatrici levantine".

Notizie utili -  "Incanti di terre lontane. Hayez, Fontanesi e la pittura italiana tra Otto e Novecento", dal 4 febbraio al 29 aprile 2012, Palazzo Magnani, Corso garibaldi 9. Reggio Emilia.
Orari: martedì-venerdì 10.00 -13.00,15.30 - 19.00, sabato-domenica 10- 19, chiuso lunedì
Ingressi: intero 9 €; ridotto 7 €; Studenti 4 €
Informazioni: tel. 0522 454437

FONTE: Laura Larcan (repubblica.it)

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