venerdì 3 febbraio 2012

«Ettore e Andromaca»: de Chirico verso un'asta da record



Mercoledì 8 sarà battuta da Sotheby's, a Londra, una delle opere più famose del maestro. Stima prevista tra i 3,3 e i 4,8 milioni di euro

Potrebbe diventare l'opera di Giorgio de Chirico (1888-1978) più cara del mondo. E per saperlo basterà in fondo aspettare soltanto qualche giorno, giusto fino a mercoledì prossimo (l'8 febbraio) quando da Sotheby's, a Londra, andrà all'asta l'Ettore e Andromaca: un olio su tela, 90,4 x 60,3 centimetri, dipinto dal maestro tra il 1925 e il 1930 (la firma per chi volesse accertarsene è in basso a sinistra). Stima prevista «di partenza» tra i 2,8 e i 4 milioni di sterline (tra i 3,3 e i 4,8 milioni di euro). Oltretutto si tratta di un'opera in perfetto stato, dipinta in uno dei periodi più felici di de Chirico e che meglio forse lo rappresentano, anche nel più comune imaginario collettivo (al pari dei suoi Cavalli in riva al mare o delle sue Piazze d'Italia). Il record assoluto per un'opera dell'artista appartiene attualmente al Ritornante aggiudicato per 11 milioni e 41 mila euro nel febbraio 2009 all'asta parigina di Christie's, opera appartenuta alla strepitosa collezione della coppia Yves Saint Laurent e Pierre Bergé. Certo, allora erano altri tempi, la crisi sembrava più lontana, ma le premesse (almeno quelle artistiche) per un possibile prossimo record sembrano esserci davvero tutte.
Questa rilettura metafisica del mito omerico arriva da una collezione privata (dopo essere stata esposta a lungo anche al Fitzwilliam Museum di Cambridge dal 1965 al 1983): commissionato all'artista dal collezionista parigino René Berger l'Ettore e Andromaca era poi passato, senza apparentemente lasciare mai la Torre Eiffel, per le mani della contessa Félix de Clinchamp, di Juan Alvarez di Toledo e per le stanze della Galerie Cazeau-Béraudière, anche se l'attuale proprietario l'aveva acquistato (nel 2009) sempre da Sotheby's ma a New York (e questo potrebbe far pensare a un acquirente forse made in Usa o in alternativa ancora parigino). Un quadro certamente importante, così talmente riuscito che, già molti anni fa (sessantacinque per l'esattezza) l'allora direttore del Museum of Modern Art di New York, Alfred H. Barr, lo aveva definito come «la più riuscita e potente versione di un mito mai realizzata da de Chirico». Un quadro che, tecnicamente, i critici definiscono «incentrato sulle due figure di Ettore e Andromaca ma anche sulla complessità e la profondità del loro legame».
Mercoledì, fianco a fianco con questo de Chirico, ci sarà oltretutto un bel nucleo di maestri impressionisti e moderni, a cui la seduta londinese (si comincia alle 19 locali) è dedicata: si passa da un monumentale (e anch'esso molto atteso) Peinture di Joan Mirò (stima prevista dai sette ai dieci milioni di sterline) al paesaggio di Klimt appena riscoperto (Seeufer Mit Berken, dai sei agli otto milioni di sterline) mai apparso in pubblico per oltre un secolo; dall'Entre de Giverny en hiver di Claude Monet (dai quattro ai sei milioni di sterline) alle opere sparse di Dalì, Max Ernst, Yves Tanguy, Renè Magritte, Otto Dix. Una seduta che conferma che (da Sotheby's come da Christie's) Giorgio de Chirico è in qualche modo uno dei maestri che non tradiscono mai (una tarda versione delle sue Muse Inquietanti era stata venduta a novembre da Sotheby's a Milano per oltre un milione di euro). Un po' come Picasso, il suo Nudo, Foglie verdi e busto(del 1932) era stato battuto nel 2010, per 106 milioni di dollari: record assoluto per un'opera d'arte, un record raggiunto per via telefono (in soli otto minuti e sei secondi) strappandolo a un altro classico come Giacometti. 
FONTE: Stefano Bucci (corriere.it)

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