mercoledì 27 luglio 2011

I fasti di Margherita e di Terruzzi

Nasce il polo museale con una mostra storica e la collezione

Di sala in sala, di salone in salone, dopo la cappella all’entrata, si accede ai piani superiori per scale sontuose rigorosamente restaurate come ogni dettaglio: stucchi, tempere, lampadari, vetri, vetrate, marmi, ferri battuti. Una villa sontuosa che pare tornata a vivere e risplendere come ai tempi di colei che la costruì e la volle bella e vivibile, con tutti gli agi degni d’una regina. Tutto è lindo e accurato, ogni ambiente agghindato con magnifiche rose candide e gigli come forse amava la Regina Margherita di Savoia, che elesse per residenza invernale Bordighera, lungo l’antica via romana, chiamando a costruire l’edificio con il magnifico balcone che guarda il mare l’architetto Luigi Broggi, allievo di Camillo Boito. Lì la sovrana chiuse gli occhi nel 1926.

Alla regina è dedicata una mostra omaggio, curata dalla direttrice del Museo, Annalisa Scarpa, e dall’architetto che si è occupato dei restauri, Michelangelo Lupo, per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Proragonisti sono ritratti, dipinti anche di Balla, lettere, foto, oggetti prediletti dal mantello all’inginocchiatoio, e una trentina di pezzi prestati dal Patrimonio del Quirinale, altri musei e collezioni private. La novità vera, infatti, è il polo museale che qui sorge per volere d’uno dei grandi collezionisti italiani, Guido Angelo Terruzzi, il quale ebbe come sogno di riportare ai fasti Villa Margherita, dal 2009 di proprietà di Provincia e Comune. E qui ora la sua famiglia ha collocato parte della sua collezione: dipinti, decori, sculture, pezzi d’arredo eccezionali, porcellane orientali, bronzi, argenti, ceramiche, come il famoso Servizio Minghetti ideato nel 1888 per il Duca d’Orléans, composto di 381 pezzi. 

La collezione, qui ricca di 1200 pezzi (in comodato trentennale) offre la possibilità di ammirare dipinti superbi, fondi oro del ‘300-‘400 come Madonna con bambino di Bicci di Lorenzo e quella magnifica di Giovanni del Biondo, nature morte italiane e straniere fra ‘500 e ‘800, compresa una splendida Allegoria di Jan Brueghel II, e nuclei di dipinti ‘600-‘700 da diverse scuole italiane. Fra queste ultime, per la ligure del XVII secolo, accanto a Gioacchino Assereto e alla Santa Caterina di Bernardo Strozzi, si impone per qualità un gruppo memorabile di paesaggi, figure, ritratti di Alessandro Magnasco che già da soli valgono una visita, seguiti per la scuola napoletana da tre tele di Luca Giordano, accanto a Paolo De Matteis, Francesco de Mura, Giuseppe Recco. Quanto all’Emilia non mancano Il ritrovamento di Mosè e L’adorazione dei Magi di Giuseppe Maria Crespi e, al primo piano, un Cristo alla colonna di scuola caravaggesca, e Lo Spagnoletto di Adorazione dei pastori. 

MARGHERITA, REGINA D’ARTE
E DI CULTURA E COLLEZIONE TERRUZZI
BORDIGHERA, VILLA R. MARGHERITA
FINO AL 18 SETTEMBRE

FONTE: Fiorella Minervino (lastampa.it)

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