domenica 14 novembre 2010

Quel danese sbarcato sul Mar Ligure A Roma il periodo italiano del Cobra

Alla Galleria nazionale d'arte moderna, una grande mostra racconta il movimento ricostruendone il periodo in cui i fondatori Jorn e Dotremont sbarcarono in Liguria ad Albisola su consiglio di Baj. E i laboratori di ceramica divennero una fucina rivoluzionaria

Il Cobra non è un serpente, verrebbe da citare una canzone storica di Donatella Rettore. Cobra fu un movimento fondato a Parigi nel 1948 sulle ceneri del surrealismo e dell'espressionismo, capeggiato da un gruppo di artisti provenienti, come decideranno di evocare nell'acronimo, da Co-penhagen, Br-uxelles e A-msterdam. In fondo, come sempre accade nelle avanguardie, Cobra aveva un animo romantico, puntava a recuperare una primigenia felicità creativa e fantastica, a sublimare una visione interiore emotiva, a dare voce alla "nausea" esistenziale reduce dalla seconda guerra mondiale attraverso la violenza del gesto pittorico (che auspicava l'implicazione del corpo nel dipingere), il disprezzo assoluto della forma e la libertà sfrenata del colore.

Nemici apocalittici per Cobra non potevano che essere l'astrazione geometrica di stampo razionalista ("riempiremo la tela vergine di Mondrian" dichiarava Constant) e il funzionalismo architettonico. Un filo rosso che attraversava Cobra erano quelle figure di zombi inquietanti che annaspavano nella profondità magmatica delle tele. A guidare Cobra c'erano gli olandesi Karel Appel, Constant e Corneille, il danese Asger Jorn, il poeta belga Christian Dotremont, cui si aggiungevano poi Serge Vandercam e Pierre Alechinsky che più tardi dirà come Cobra sia "passato vicino a Pollock senza vederlo, quasi vicino a Dubuffet e lontano da Michaux". L'avventura si esaurì ufficialmente nel 1951, il gruppo si sciolse ma solo apparentemente come un fallimento.

Esiste, infatti, un "Cobra dopo Cobra", un capitolo forse meno noto, che vede l'Italia protagonista, con Albisola Marina, una deliziosa cittadina della Riviera Ligure, dove già trascorreva l'estate Lucio Fontana, e dove si diedero appuntamento i transfughi del gruppo originario (merito anche della salubrità del posto, poiché Jorn e Dotremont si ammalarono di tubercolosi) trasformandola dal '54 in un centro febbricitante e rivoluzionario all'insegna nientemeno che della tradizione locale della ceramica rigorosamente policroma. Ed è quello che racconta la bella mostra  "CoBrA e l'Italia", dal 4 novembre al 13 febbraio alla Galleria nazionale d'arte moderna, realizzata in collaborazione con l'Ambasciata del Belgio e l'Accademia Bellica, su progetto scientifico di Denis Laoureux, e la cura di Matilde Amaturo.

Personaggio strategico di questo approdo epico fu il nostro Enrico Baj che proprio nel '51 aveva fondato a Milano il Movimento Pittura Nucleare, presentato l'anno seguente a Bruxelles con Sergio Dangelo, esteticamente ed emotivamente vicino a Cobra nel cantare il malessere da una catastrofe atomica. Fu Baj a consigliare ad Asger Jorn di scendere in Liguria dopo il suo ricovero coatto di due anni presso un tubercolosario svizzero. La proposta fu subito sposata e l'attività di Jorn invase letteralmente i laboratori di ceramica di Tullio Mazzotti detto Tulllio d'Albisola per poi allargarsi anche a quello San Giorgio dei fratelli Poggi. La fucina non rimase un luogo isolato perché ben presto attirò tante altre personalità che avevano costituito il Dna di Cobra, più nuovi adepti. Come Vandercam, Wyckaert, Alechinsky, Van Lint e Doucet. E' nel '54 che Jorn lancia Gli incontri internazionali della Ceramica ad Albisola. Basti solo pensare che vi partecipano Appel, Corbeille, Baj, Fontana, Dangelo, Scanavino, Matta, per citarne alcuni.

Per la ceramica della tradizione artigianale fu una rivoluzione, gli impasti cambiano la natura della terracotta, piatti e vasi rotti decretano nuove forme, vengono coinvolti anche bambini per liberare la loro fantasia sulle decorazioni e i grandi maestri lavorano anche a quattro mani. Nel '55 Jorn conosce Pinot Gallizio (chimico-farmacista-archeologo-botanico-nomade, per usare tanti termini amati da Jorn) e insieme a Piero Simondo fondano il Laboratorio sperimentale del Movimento internazionale per un bauhaus Immaginista", che puntava a rivitalizzare la creatività iniziale del Bauhaus quando era contrassegnata da personalità come Kandinsky e Klee. Tutto questo lo racconta la mostra articolando il suo fitto percorso in tre capitoli che parlano di artisti, di amicizie, di sinergie e vita comune. Il primo indaga le opere di Jorn, Appel e Corneille ad Albisola con particolare attenzione al confronto fra la produzione di Jorn e quella di Baj e Dangelo. Poi si scava nell'esperienza italiana di Vandercam, Wyckaert, Alechinsky, Van Lint e Doucet. Infine si rilancia l'anima di CoBrA recuperando l'esperienza post'54 di Dotremont, presentando le opere ibride di Dotremont e Vandercam e la ritrovata figuratività di Alechinsky.

Notizie utili  -  "CoBra e l'Italia", dal 4 novembre al 13 febbraio 2011, Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea, Viale delle Belle Arti 131, Roma.
Orari: martedì - domenica dalle 8.30 alle 19.30 (la biglietteria chiude alle 18.45) chiusura il lunedì.
Ingresso: Intero €10, ridotto €8.
Informazioni: 06 32298221
Catalogo: Electa.
 
FONTE    Laura Larcan    www.republica.it

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