sabato 15 maggio 2010

Da Jacopo della Quercia a Donatello. Full-immersion nel Quattrocento senese


La più vasta presentazione di pittori e scultori senesi. Fra le nostalgie trecentesche, il gotico internazionale di Gentile da Fabriano e le innovazioni di Jacopo della Quercia, Lorenzo Ghiberti e soprattutto Donatello col quale irrompe il Rinascimento. L'impressionante "San Giovanni Battista" che precorre la bronzistica moderna fra Ottocento e Novecento. L'eccezionale presenza di un profeta restaurato della "Porta del Paradiso"


Più che una mostra è una "full immersion" nelle arti e negli artisti di Siena, dal primo Quattrocento con Jacopo della Quercia al 1461, ultimo soggiorno di Donatello, determinante "nell'innesco della reazione a catena destinata a condurre Siena sulla via del Rinascimento". Arti al plurale perché le 300 fra opere e oggetti, un numero che fa paura, sono espressione dei generi più vari. In grande maggioranza dipinti su tavola, polittici monumentali e  altaroli, copertine di Biccherne; affreschi su muri; sculture in marmo e bronzo, statue e pietre tombali, legno policromo; bronzetti; disegni; codici miniati e manoscritti; oreficerie e reliquari; tessuti e paramenti liturgici, paliotti. Cofani e cofanetti nuziali. Una scelta in cui traspare il gusto dell'entomologo. Un vantaggio è dato dal numero delle sedi della mostra (aperta fino all'11 luglio), che permette intervalli nella visita e di prendere le opere per dosi. Tutte sedi in poche centinaia di passi. L'antico ospedale di Santa Maria della Scala, la sede principale della mostra e quella che nel Pellegrinaio presenta un ciclo a fresco unico nella pittura italiana del Quattrocento degno della fama europea dell'ospedale, portato a termine entro il 1444 da due dei protagonisti  del "primo Rinascimento" a Siena, il Vecchietta (Lorenzo di Pietro) e Domenico di Pietro. Di fronte al Santa Maria il Duomo (al quale erano destinate diverse opere esposte al Santa Maria), e lungo il Duomo il Battistero (dove avviene l'incontro-scontro fra tradizione tardogotica e modernità che sa di Rinascimento, fra Lorenzo Ghiberti, Jacopo della Quercia, Donatello). Tutta Siena si è mobilitata per la mostra. L'eccezionale costo, tre milioni e mezzo di euro compresi 25 restauri (di cui circa 700 mila euro per la "promozione"), ha reso ancora più necessario l'apporto della Fondazione Monte dei paschi.

FONTE: Goffredo Silvestri (repubblica.it)

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