Alla Tate Britain si riunisce la Confraternita dei preraffaelliti
Londra. È spesso difficile, se non impossibile, datare con precisione l’inizio di un movimento. Invece, le date di fondazione e lancio della Confraternita dei preraffaelliti e il suo programma artistico sono note con estrema esattezza: venne formata nel settembre del 1848 in Gower Street, a Londra, da John Everett Millais, Dante Gabriel Rossetti e William Holman Hunt, ai quali presto si aggregarono James Collinson, F.G. Stephens, Thomas Woolner e William Michael Rossetti. I loro lavori furono esposti per la prima volta nel marzo successivo alla Royal Academy, mentre ora la mostra «Preraffaelliti. Avanguardia vittoriana» li celebra alla Tate Britain dal 12 settembre al 13 gennaio.
Nonostante la partenza enfatica (le loro opere furono immediatamente e decisamente denigrate da molti critici fino a quando John Ruskin non solo le difese, ma le legittimò e le consacrò), come tanti «movimenti», il Preraffaellitismo resta difficile da definire. I fondatori erano piuttosto vaghi rispetto ai loro obiettivi e la confraternita iniziò a disgregarsi già dopo 18 mesi dalla sua fondazione. Intorno alla metà degli anni Cinquanta dell'Ottocento gli artisti originari se ne erano andati ciascuno per la propria strada. Tuttavia, i preraffaelliti riuscirono a stabilire un linguaggio visivo, al principio sostanzialmente privo di ombre e con una spoglia semplicità di gesto, in seguito dai colori brillanti da dettagli riprodotti con accanimento. Il movimento rivoluzionò l’arte religiosa rispolverando il linguaggio medievale per simbolismo e tipologia, rappresentando personaggi biblici e santi come gente «qualunque» e introducendo soggetti tratti dalla vita contemporanea, spesso con una dimensione sociale o morale.
Lo stile e i soggetti preraffaelliti arrivarono, in una varietà di modi e tecniche, a dominare la arti per il resto del XIX secolo e gli inizi del XX. Una seconda generazione di artisti, che si formò intorno a Dante Gabriel Rossetti, portò il Preraffaellitismo in una nuova direzione con William Morris ed Edward Burne-Jones. Il movimento «Arts and Crafts», il Movimento Estetico e il Simbolismo furono diretti discendenti del Preraffaellitismo. La messa in evidenza e la condanna dei mali dell’industrializzazione, dell’urbanizzazione e dell’immoralità che essi esprimevano erano basate sulla nostalgica nozione di un passato migliore e traevano sostentamento dai sempre più potenti e reazionari movimenti di riflusso cattolico e gotico nella Chiesa d’Inghilterra. L’arte preraffaellita fu derisa dai modernisti che dominarono la cultura occidentale d’élite dalla fine della prima guerra mondiale alla fine degli anni Sessanta, quando, principalmente grazie a una serie di mostre concepite da Mary Bennett, responsabile per l’arte britannica alla Walker Art Gallery di Liverpool, i preraffaelliti vennero riabilitati, fino all’enciclopedica mostra del 1984 alla Tate Gallery. L’attuale mostra alla Tate Britain è considerevolmente più piccola con 150 opere in confronto alle 250 del 1984 e si propone di reinventare il Movimento preraffaellita come «avanguardia», enfatizzando le idee politiche di Morris (in realtà il suo «socialismo» non attaccò mai l’ordine sociale di base) e l’opera socialmente impegnata del pittore.
FONTE: ilgiornaledellarte.com
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