A Milano, a Palazzo Reale, una grande esposizione ripercorre l'evoluzione dell'opera picassiana dal 1900 al 1972: 250 lavori della collezione del Museo nazionale Picasso di Parigi, alcuni mai usciti dalla Francia
In una fotografia del 1901 Picasso si auto-ritrae ventenne nel suo atelier in modo atipico con un gioco di fotomontaggi. Alle pareti si sovrappongono i quadri recenti che ha dipinto, dall'autoritratto "Io, Picasso", alla "Scena di Caffè", da "Bevitrice d'assenzio" al "Ritratto di Gustave Coquiot", mentre lui diventa una sagoma spettrale sfumata con tanto di cappello a cilindro in testa. Sul retro, in spagnolo, scrive: "Questa fotografia potrebbe intitolarsi: i muri più solidi si aprono al mio passaggio. Guarda!". "Così l'artista dichiara la sua capacità di superare tutti gli ostacoli e rivendica una libertà illimitata; il romanticismo fin-de-siècle dell'immagine e del commento proclamano tanto la compiutezza della pittura quanto l'invincibilità del talento", dichiara Anne Baldassari, fra i più importanti studiosi di Pablo Picasso e presidente del Musée National Picasso di Parigi, che ha curato la grande mostra "Picasso" che si è aperta il 20 settembre e proseguirà fino al 6 gennaio a Palazzo Reale a Milano.
Proprio questa fotografia originale è una delle chicche dell'antologica che porta nel capoluogo lombardo, dopo la mostra-evento del 1953 (storicamente memorabile per aver esposto per la prima volta in Italia il capolavoro monumentale di "Guernica"), un repertorio di 250 opere dal Musée National Picasso di Parigi, che vanta la più grande collezione al mondo dell'artista spagnolo. Una collezione, infatti, che proviene dai fondi dello studio dell'artista e per questo ricchissima di opere di carattere biografico, "il che - commenta la Baldassari - le conferisce quel particolare accento di intimità insito nei meandri di ogni storia personale".
La mostra, che con palazzo Reale segna la prima tappa di un tour mondiale, ha il pregio di riunire per la prima volta le opere principali della collezione dell'artista, con lavori che scandiscono i grandi periodi dell'opera picassiana. Nato a Malaga nel 1881, Picasso sbarca per la prima volta a Parigi nel 1900, dopo aver animato i fermenti avanguardisti tra l'accademica Madrid e la febbricitante Barcellona, per poi soggiornare sempre più spesso nella capitale francese fino a trasferirsi definitivamente nel 1904, trovando lo studio a Bateau-Lavoir. Sono gli anni in cui la frequentazione di artisti e intellettuali diventa quasi fisiologica, da Matisse ad Apollinaire. Ma soprattutto anni in cui la forte fascinazione per maestri come Cézanne, Van Gogh, Toulouse-Lautrec, Puvis de Chavannes, Rodin, ne fomenta l'immaginario estetico.
L'evoluzione del linguaggio artistico è il fil rouge del percorso espositivo esemplificato da una parata di capolavori come "La Celestina" (1904), "Uomo con il mandolino" (1911), "Ritratto di Olga" (1918), "Due donne che corrono sulla spiaggia" (1922), "Paul come Arlecchino" (1924), "Ritratto di Dora Maar" e "La supplicante" (1937), fino a "Massacro in Corea" (1951). Si passa dal "periodo blu" dove il simbolismo della morte aleggia e pulsa in ogni scena (un disincanto fomentato dallo shock per il suicidio del suo caro amico Casagemas che si sparò in un caffè parigino per la fine di un amore), al "periodo rosa" dove la malinconia è cosparsa di sentimenti più lievi, interpretata da saltimbanchi, acrobati, arlecchini.
Per cavalcare tutta la stagione rivoluzionaria del cubismo, in un tourbillon di donne-compagne-amanti-modelle, e le sue declinazioni dal 1917 in poi, quando, come avverte la Baldassari, "all'indomani della prima guerra mondiale, Picasso, lungi dal conformarsi al ritorno all'ordine degli anni Venti, investe la dimensione dell'antico di qualità tattili, erotiche, primordiali". La ricerca di Picasso diventerà sempre più variegata, inseguendo la propria personale interpretazione del Neo-classicismo, del Surrealismo e dell'Espressionismo, e soprattutto col recupero magistrale degli archetipi del mito. E i disastri della guerra. Fino alle sperimentazioni plastiche tra papiers collés e tableaux-reliefs.
Notizie utili - "Picasso. Capolavori dal Museo nazionale Picasso di Parigi", dal 20 settembre al 6 gennaio 2013, Palazzo Reale, Milano
Orari: lunedì, martedì e mercoledì 8.30 - 19.30, giovedì, venerdì, sabato e domenica 9.30 - 23.30.
Ingresso: intero € 9, ridotto € 7,50, ridotto speciale € 4,50
Informazioni: il sito della mostra 2. Tel. 02 54911
Catalogo: 24 ORE Cultura - Gruppo 24 ORE.
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