mercoledì 26 settembre 2012

Terremoto in Abruzzo, mezzo miliardo di euro per il patrimonio culturale


I ministri Ornaghi e Barca a L'Aquila per la presentazione del piano strategico fino al 2021: 495 interventi sui beni culturali della regione, 127 riguardano il capoluogo

L'Aquila. Stanziati 525 milioni di euro fino al 2021 per recuperare monumenti e beni culturali de L'Aquila e nei centri distrutti dal terremoto del 2009. «Uno sforzo gigantesco ma necessario», ha detto il ministro per i Beni culturali Lorenzo Ornaghi insieme con il collega con delega alla Coesione territoriale, Fabrizio Barca, in occasione della presentazione delprogramma strategico per i prossimi nove anni predisposto dalla Direzione regionale dei beni culturali e paesaggistici per l'Abruzzo, guidata da Fabrizio Magani.
Sui fondi necessari alla copertura degli interventi nel capoluogo abruzzese (s'inizia con il Castello dell'Aquila, il Duomo di San Massimo, Santa Maria Paganica, San Pietro, San Silvestro e Sant'Agostino) il ministro Barca ha spiegato che nel decreto 39 del 2009 sul terremoto sono già previste le somme necessarie: «In quel fondo ci sono 2,5 miliardi di residuo, un grosso ammontare di risorse che ci dà la tranquillità e potrà essere usato anche per espropri e contributo di autonoma sistemazione. Quindi non ci sono problemi sulle risorse», ha detto.
Per il triennio 2013-2015 saranno impegnati 206 milioni, per il 2016-2018 altri 159 e per il 2019-2021, ulteriori 158. Gli interventi sui beni culturali, in tutta la zona del «cratere», saranno 485 di cui 127 riguardano L'Aquila.
La decisione del governo Monti, con l'Opcm 4013 del 23 marzo 2012 («Misure urgenti per la semplificazione, il rigore e il superamento dell'emergenza determinata nella Regione Abruzzo a seguito del sisma del 6 aprile 2009»), ha potenziato il ruolo dei soggetti istituzionali impegnati nel processo di ricostruzione, chiudendo definitivamente la fase emergenziale e ha finalmente posto in primo piano l'inderogabilità di «valutare priorità e bisogni del restauro del patrimonio culturale danneggiato».

FONTE: Tina Lepri (ilgiornaledellarte.com)

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