Mattia Preti, protagonista di una mostra romana attualmente aperta presso la Galleria Nazionale d’Arte Antica in Palazzo Corsini, fu uno dei più importanti esponenti della scuola napoletana del Seicento: nato a Catanzaro e per questo detto Cavaliere Calabrese, fu fatto effettivamente Cavaliere da Papa Urbano VIII durante la sua permanenza tra il 1630 e il 1649 a Roma, in quella Roma ancora impregnata dall’impronta indelebile di Caravaggio, con cui Preti ebbe, in qualche modo, a che fare.
Si intitola infatti Mattia Preti, un giovane nella Roma dopo Caravaggio la mostra che ha come intento quello di approfondire la vicenda artistica romana del catanzarese che molto apprese dal Merisi, punto di riferimento morto vent’anni prima del suo arrivo con il quale condividerà anche l’esperienza maltese, e dai suoi seguaci.
Nel percorso espositivo sono messi per la prima volta a confronto i dipinti giovanili di Preti, come il Soldato del Museo Civico di Rende, il Sinite Parvulos e il Tributo della moneta di Brera, con il Tributo della Galleria Corsini, la Negazione di Pietro di Carcassonne, la Fuga da Troia di Palazzo Barberini, il Salomone sacrifica agli idoli, la Morte di Catone proveniente da collezione privata, e il Miracolo di San Pantaleo, probabilmente la sua prima committenza pubblica romana.
Rafforzano la narrazione una serie di opere facenti parte dell'allestimento storico della Galleria ospitante, realizzate dai pittori ai quali il Cavaliere Calabrese si ispirò: dal San Giovannino di Caravaggio, al Trionfo d'Amore di Poussin, dall'Erodiade di Vouet alla Salomé di Guido Reni, dal Presepe e l'Ecce homo di Guercino al Miracolo di Sant'Antonio di Sacchi.
La mostra, aperta fino al 18 gennaio 2016, è stata ideata da Vittorio Sgarbi e Giorgio Leone, attuale direttore della Galleria Corsini e curatore dell'esposizione, ed organizzata dal Segretariato Regionale Mibact per la Calabria e dal Segretariato Regionale Mibact per il Lazio con il finanziamento della Regione Calabria.
Nel percorso espositivo sono messi per la prima volta a confronto i dipinti giovanili di Preti, come il Soldato del Museo Civico di Rende, il Sinite Parvulos e il Tributo della moneta di Brera, con il Tributo della Galleria Corsini, la Negazione di Pietro di Carcassonne, la Fuga da Troia di Palazzo Barberini, il Salomone sacrifica agli idoli, la Morte di Catone proveniente da collezione privata, e il Miracolo di San Pantaleo, probabilmente la sua prima committenza pubblica romana.
Rafforzano la narrazione una serie di opere facenti parte dell'allestimento storico della Galleria ospitante, realizzate dai pittori ai quali il Cavaliere Calabrese si ispirò: dal San Giovannino di Caravaggio, al Trionfo d'Amore di Poussin, dall'Erodiade di Vouet alla Salomé di Guido Reni, dal Presepe e l'Ecce homo di Guercino al Miracolo di Sant'Antonio di Sacchi.
La mostra, aperta fino al 18 gennaio 2016, è stata ideata da Vittorio Sgarbi e Giorgio Leone, attuale direttore della Galleria Corsini e curatore dell'esposizione, ed organizzata dal Segretariato Regionale Mibact per la Calabria e dal Segretariato Regionale Mibact per il Lazio con il finanziamento della Regione Calabria.
FONTE: Mariapia Bruno (ilmessaggero.it)
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