mercoledì 16 ottobre 2013

Lucian Freud per la prima volta a Vienna, In mostra: "Le persone come sono"


Esule a Londra durante il nazismo, ha sempre rifiutato gli inviti dei musei austriaci e tedeschi. E non ha mai voluto esporre nella città in cui suo nonno Sigmund, visse per quasi tutta la vita. Ha ceduto poco prima di morire, "per chiudere il cerchio"

Lucian Freud non ha vissuto  abbastanza per vedere i suoi quadri in esposizione a Vienna, la città in cui suo nonno Sigmund visse fino al 1938, quando fuggì dalle persecuzioni naziste. Un rapporto di odio-amore quello di Lucien, considerato il più grande pittore britannico della sua generazione, con la capitale austriaca. Nonostante lì fossero le sue radici il pittore rifiutò per tutta la vita di esporre le proprie opere nell'area dell'ex terzo Reich. Freud scappò da Berlino a Londra nel 1933 per sfuggire, come suo nonno, dall'olocausto che uccise parte della sua famiglia. Ma prima della morte avvenuta nel 2011 a 88 anni, l'anziano artista ha deciso di affrontare le sue paure e ha contrinbuito ad allestire la sua prima mostra viennese che aprirà oggi al Kungsthistorisches Museum di Vienna, per concludersi il prossimo 6 gennaio. 

" Lui - dice Jasper Sharp, curatore dell'esposizione e fidato amico dell'artista - non si è mai sentito a casa a Vienna, e in nessun modo avrebbe potuto esserla". " Fare una mostra lì - continua Sharp che ha conosciuto Lucian quando ancora il suo genio non era riconosciuto in tutto il mondo - rappresentava per lui quasi una guarigione, la chiusura del cerchio, è come se avesse guardato in faccia i suoi fantasmi". E così, dopo aver passato la vita a rifiutare le proposte arrivate da Germania e Austria, l'artista figurativo britannico ha improvvisamente accettato e aiutato a selezionare le 43 opere esposte.

"Ha approvato quest'esposizione - afferma l'amico di Freud - anche per l'amore dell'artista verso le collezioni del Kunsthistorisches Museum".  Il museo che ospita vaste collezioni appartenute alla famiglia reale degli Asburgo, tra cui opere di artisti come Tiziano, Velazquez e Rembrandt, che ha influenzato profondamente Freud, da sempre un assiduo frequentatore di musei. Una volta che per lui fare un giro al museo era curativo come andare dal medico.

La mostra ripercorre 70 anni di lavoro, dall'autoritratto in tempo di guerra del 1943  alla sua ultima opera rimasta incompiuta "Ritratto del segugio", che raffigura il suo assistente David Dawson e il suo whippet Eli e su cui Freud ha lavorato fino a due settimane prima di morire. "L'unica cosa che dovevi sapere durante la posa era che non dovevi assolutamente guardare l'orologio"  ha detto Dawson, che ha lavorato con Freud per più di 20 anni e le cui fotografie scattate in studio e a casa di Lucian saranno esposte nel Museo di Sigmund Freud , dove il fondatore della psicoanalisi ha vissuto e lavorato per anni .

Freud era abituato a lavorare intensamente, sette giorni su sette e fino a tredici ore al giorno. I suoi modelli potevano rimanere in posa per moltissime ore. Solo una volta fece un'eccezione e fu nel 2001 in occasione del ritratto fatto alla Regina Elisabetta II. A lei il pittore permise di posare solo due ore  a seduta. Il monarca è stato permesso di posare per due ore alla volta perchè lei disse che "aveva altre cose da fare". 

L'esposizione è ricca di alcuni nudi "larger- than-life" per cui Freud è famoso. Con i suoi toni sanguignei e carnali, si coglie la ruvidezza emotiva che nel tempo è diventato il suo marchio di fabbrica.  La maggior parte dei ritratti sono di se stesso, familiari e amanti , o di persone che incontrava per caso, come Susan Tilley, un'assistente sociale sovrappeso che spesso ritrasse nuda. Freud evitava di definirli " nudi " , perchè diceva che la nudità gli dava un'idea di perfezione cui non aspirava. "Io - ripeteva Lucian - non voglio dipingere le persone come appaiono. Voglio dipingere le persone come sono".

Una delle opere di Freud, in cui è ritratta Tilley, del 1995, " Benefits Supervisor Sleeping ",  fu venduta per 33,6 milioni di dollari nel 2008, all'epoca cifra record per un'opera di un artista vivente. La mostra viennese sarà probabilmente l'ultima grande mostra del pittore inglese prima del 2022, anno del centenario della nascita. 

Dawson ha detto che lui era una delle poche persone che potevano incontrare la famiglia, gli amici e le amanti di Freud. Lui infatti, tendeva a tenerli separati. Addirittura arrivava a farli sedere separatamente nei ritratti che li ritraevano insieme. Lucian si sposò due volte ed ebbe 14 figli riconosciuti. Dawson, che è a sua volta un pittore, ha lavorato alle sue opere nei pomeriggi in cui Freud riposava e mai si è pentito della sua decisione di dedicare gran parte della sua vita a Freud dopo l'incontro attraverso un lavoro di galleria part-time. "Ero a pezzi quando sono entrato in quello studio per la prima volta. Ho pensato che ci fosse il mondo intero in quella stanza " ha detto .

FONTE: Chiara Nardinocchi (repubblica.it)

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