A Milano, a Palazzo Reale, una mostra celebra Egon Schiele e la Vienna di Freud. Tra erotismo animalesco e ritratti psicologici, sfila l'epopea dell'avanguardia espressionista all'insegna dell'angoscia esistenzial
"Finalmente! - Finalmente! - Finalmente! - finalmente un sollievo alla pena! Finalmente carta, matite, pennelli, colori per scrivere, per disegnare. Posso dipingere e così sopportare ciò che altrimenti sarebbe stato insopportabile. Mi sono sottomesso e umiliato per averli, ho chiesto, pregato, mendicato, avrei anche piagnucolato se non ci fosse stato altro modo. Oh, Arte! - Cosa non sopporterei per te!" E' il 16 aprile del 1912 e con queste parole Egon Schiele inizia il suo diario dal carcere di Neulengbach, cittadina a mezz'ora da Vienna, dove era entrato tre giorni prima e dove rimarrà per ventiquattro giorni.
FONTE: Laura Larcan (repubblica.it)
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