Forme tra le più diverse e tanti colori, a volte più brillanti e vivaci altre più cupi come a riflettere l’ondivaga intimità dell’uomo. Una settantina di opere realizzate da Franco Giorgi esposte al Vittoriano fino al 16 marzo nella mostra “Materia e Forma. Ceramiche di Franco Giorgi”. Ceramiche e disegni suddivisi in diverse tipologie, pannelli, installazioni, sculture, contenitori, piatti, dipinti, legati tra loro da una energia plastica. La stessa energia che Giorgi mette nelle sue opere manipolando, mescolando, trasformando, dando forma. “Sono stato anche pittore ma ho preferito lavorare con la ceramica perché èuna materia che si deve elaborare con le mani – spiega Giorgi all’ADNKRONOS - si deve mediare con i problemi tecnici, con il forno, con i vari tipi di argilla. Mi sento più gratificato da questo lavoro che non piuttosto mettere delle pennellate su una tela che lì finiscono. Mentre la ceramica è in continua trasformazione in tutto il corso della realizzazione, dalla creta alla cultura alla smaltatura. Ogni volta ci sono degli imprevisti dovuti proprio a questi processi. La cottura rende gli smalti lucidi e brillanti e qualche volta esalta i colori o ne abbassa i toni quindi c’è sempre una mediazione tra materia e idea”.
Classe 1934, intriso di arte e in essa immerso per vicende di vita, prima con un’esperienza che gli deriva dal contatto con uno dei maestri delle arti figurative del XX secolo come Renato Guttuso, e poi per le sue attività di docente, operatore, designer, Giorgi individua nella ceramica, nella sua manipolazione, un microcosmo nel quale varie esperienze si fondono, si amalgamano insieme fino a trovare corrispondenza e completamento nell’opera finale.La scelta delle opere esposte nella mostra del Vittoriano rappresenta non solo la somma del suo impegno artistico nel corso di una lunga attività costellata di premi e riconoscimenti provenienti dalle più importanti istituzioni del settore ceramico italiano, ma anche il suo più recente lavoro di ricerca che si espande da strutture architettoniche modulari a rivisitazioni in chiave contemporanea di forme della tradizione. “La mostra nasce dalla volontà del Vittoriano di rendere omaggio ad un artista che da tanti anni lavora nell’ambito della ceramica oltre che ad avere una lunga e interessante attività di ceramista – afferma Maria Teresa Benedetti, curatrice della mostra – un artista che ha vinto tanti premi, conosciuto all’estero e che in Italia vive una vita molto riservata”.
“Essere al Vittoriano – continua Giorgi - per me è un grande onore. Io non amo fare molte mostre anche perché farle con le ceramiche diventa complicato, costituisce un lavoro non indifferente. E poi perché in questa sede meravigliosa poter esporre questi lavori è per me come un premio per tutto quello che ho realizzato nella vita”.
FONTE: adnkronos.it
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