Settantasei capolavori provenienti dal Museo di Belle Arti della capitale ungherese a Palazzo Reale per la conclusione dell'Expo: sintesi dell'arte occidentale dal Rinascimento alle soglie del'900. Ci sono Raffaello, Tintoretto, Artemisia Gentileschi, Dürer, Rodin, Goya, Manet, Monet, Cezanne, Gauguin, e, a rotazione, disegni preparatori di opere di Leonardo, Rembrandt, Van Gogh e Schiele
Quando un museo è chiuso per lavori di restauro, le sue opere viaggiano. E’ il caso della mostra "Da Raffaello a Schiele, capolavori provenienti dal Museo di Belle Arti di Budapest", ospitata nelle sale di Palazzo Reale a Milano che propone , attraverso 76 opere, uno spaccato della storia dell'arte europea dal Cinquecento al Novecento. "Questa proposta inaugura una nuova linea espositiva a Palazzo Reale di Milano: la realizzazione di mostre delle più importanti collezioni museali di tutto il mondo non sempre note al grande pubblico e non sempre accessibili“, spiega Domenico Pirania, Direttore di Palazzo Reale.
Un concentrato di dipinti straordinari che mette in fila i più grandi maestri del passato da Raffaello, passando per Tintoretto, Durer, Velasquez, Rubens, Goya, Murillo, Canaletto, Manet, Cezanne, fino a Gauguin. Presenze preziose ospitate in un allestimento studiato per “dare massimo risalto alle raccolte di Budapest, che nascono come identità di un grande museo europeo, che vogliono innanzitutto presentare il meglio dell’arte magiara che si apre in modo spettacolare alle più diverse scuole dell’arte europea”, enuncia il curatore Stefano Zuffi. E’ presente l’arte di otto diverse nazioni, con opere straordinarie come la bellissima Salomé di Lukas Cranach il vecchio, scelta come opera manifesto di questa esposizione. “E’ un’opera di snodo che fa capire come l’Europa sia un insieme di nazioni ciascuna delle quali ha la propria identità ma con un dialogo continuo. L’artista tipicamente tedesco geometrizza l’immagine con la finestra e presenza del piatto rotondo e sullo sfondo scorre un fiume, il Danubio che attraversa la Germania, l’Austria e arriva a Budapest ed è per questo che l’abbiamo scelta a simbolo della mostra”, sottolinea Zuffi.
La carrellata di dipinti e sculture sublimi continua con Giaele e Sisara di Artemisia Gentileschi, le Sirene di Rodin e i Tre pescherecci di Monet. E ancora la Maddalena Penitente di El Greco, il Paesaggio di Lorrain, la Coppia di sposi di van Dyck e il San Giacomo di Tiepolo. Per Raffaello si tratta invece di un ritorno a Milano perché l’opera esposta è la Madonna Esterhßzy che fu esposta per l’evento dello scorso Natale, a Palazzo Marino. Se in quelle sale la Madonna era isolata e presentata nella sua radiosa bellezza, qui è invece inserita in un percorso artistico che la mette a confronto con le più alte proposte del Rinascimento europeo.
Otto disegni si alterneranno, per motivi conservativi, ad altrettante opere su carta, durante il corso dell'esposizione: bozzetti preparativi di dipinti e sculture di grandi maestri del passato come Leonardo, Rembrandt, Parmigianino, Annibale Carracci, Van Gogh e Schiele. La penultima sala è dedicata al Simbolismo europeo, mentre nell’ultima si incontrano gli artisti più amati delle avanguardie storiche, e attraverso una galoppata si arriva fino ad Egon Shiele, che è indicato nel titolo dell’esposizione come stazione di arrivo del percorso. La mostra, proposta in occasione di ExpoinCittà, resterà aperta fino al 7 febbraio 2016. E’ prodotta e organizzata da Palazzo Reale di Milano, Arthemisia Group e 24 ORE Cultura - Gruppo 24 ORE, in collaborazione con il Museo di Belle Arti di Budapest e il Museo Nazionale Ungherese.
FONTE: Valentina Tosoni (republica.it)
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