Paul Hazelton realizza sorprendenti micro-sculture con la polvere
La polvere è solitamente associata ad un concetto di abbandono, di decadenza, di trascuratezza. Evoca sentimenti malinconici, a tratti nostalgici, odora di perdita e di morte. La polvere è un non-oggetto, una sorta di scarto del tempo, che non ha consistenza, non si percepisce quando e da dove nasce, dove va quando la si soffia via. Un accumulo di polvere, sporcizia, peli, capelli, fibre, pelle, pollini. E’ proprio da una sostanza così immateriale, da un elemento così poco glamour, dallo scarto degli scarti che l’artista britannico Paul Hazelton è riuscito a tirar fuori un’arte che ha dell’incredibile.
Egli riesce a plasmare la polvere trasformandola in oggetti preziosi: piccole sculture antropomorfe, nature morte, animali, elementi simbolici. Paul Hazelton raccoglie la polvere e in particolare quell’ammasso di filamenti e ragnatele che si formano nelle cantine, nelle case abbandonate, dietro ai mobili, fibre che hanno una consistenza modellabile, e, con estrema delicatezza, arriva a dar loro forme riconoscibili. Il processo di creazione a partire da un elemento così sfuggevole nasce probabilmente, scrive l’artista commentando la scultura 'Ghost of my living mother’ – che riproduce la sagoma della mamma - da una sua ‘ossessione nei confronti della polvere, e l’ossessione di mia madre nei confronti dello spolverare, che evidenzia l’enorme differenza dei contesti in cui siamo nati; per lei, cresciuta durante la guerra, la polvere è un concetto associato al pericolo, io invece ho vissuto in un ambiente reso salubre dalla sua guerra alla polvere’.
L’elemento della polvere viene quindi caricato di un significato molto intimo, emotivo, delicato, così come lo sono le sue opere, anche quando ritraggono scheletri o situazioni inquietanti. Il potere simbolico della polvere si rafforza nel vedere sorgere da essa figure umane, nelle riproduzioni di camere da letto, nella composizione di insetti e oggetti di uso comune. Per vedere le sue opere cliccate qui.
Egli riesce a plasmare la polvere trasformandola in oggetti preziosi: piccole sculture antropomorfe, nature morte, animali, elementi simbolici. Paul Hazelton raccoglie la polvere e in particolare quell’ammasso di filamenti e ragnatele che si formano nelle cantine, nelle case abbandonate, dietro ai mobili, fibre che hanno una consistenza modellabile, e, con estrema delicatezza, arriva a dar loro forme riconoscibili. Il processo di creazione a partire da un elemento così sfuggevole nasce probabilmente, scrive l’artista commentando la scultura 'Ghost of my living mother’ – che riproduce la sagoma della mamma - da una sua ‘ossessione nei confronti della polvere, e l’ossessione di mia madre nei confronti dello spolverare, che evidenzia l’enorme differenza dei contesti in cui siamo nati; per lei, cresciuta durante la guerra, la polvere è un concetto associato al pericolo, io invece ho vissuto in un ambiente reso salubre dalla sua guerra alla polvere’.
L’elemento della polvere viene quindi caricato di un significato molto intimo, emotivo, delicato, così come lo sono le sue opere, anche quando ritraggono scheletri o situazioni inquietanti. Il potere simbolico della polvere si rafforza nel vedere sorgere da essa figure umane, nelle riproduzioni di camere da letto, nella composizione di insetti e oggetti di uso comune. Per vedere le sue opere cliccate qui.
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