lunedì 26 ottobre 2015

Nel “Paradiso” di Gauguin anche 2 capolavori mai visti



In mostra al Mudec di Milano dal 28 ottobre al 2 febbraio

Ci saranno anche due capolavori mai esposti per la prima volta in Italia nella grande mostra «Gauguin. Racconti dal paradiso », allestita dal 28 ottobre al 2 febbraio a Milano, negli spazi del Mudec-Museo delle Culture. Si tratta dell’Autoritratto con Cristo Giallo del parigino Museo d’Orsay e di Mahana no atua (Giorno di Dio), proveniente dall’Art Institute of Chicago, considerate opere di grande rilevanza nella produzione del maestro francese e concesse eccezionalmente in prestito per la qualità del progetto scientifico della rassegna. 

Promossa dal comune e da 24 Ore Cultura-Gruppo 24 Ore (che l’ha anche il prodotta) in collaborazione con Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen (con il sostegno di M&G Investment), la mostra è stata curata da Line Clausen Pedersen e Flemming Friborg, che hanno selezionato circa 70 opere, provenienti da 12 musei e collezioni private internazionali, insieme ad artefatti e documentazione dei luoghi visitati dall’artista, allo scopo di illustrare le fonti figurative della pittura di Gauguin, che spaziano dall’arte popolare della Bretagna francese all’antico Egitto, dalle culture Inca, cambogiana e la javanese, per approdare infine agli splendori della Polinesia. 

L’esposizione dell’Autoritratto con Cristo Giallo (1890-1891) del d’Orsay è di particolare interesse, in quanto è ritenuto una sorta di manifesto artistico del maestro post-impressionista. Nella scena, Gauguin si colloca in primo piano, al centro tra due delle sue opere più emblematiche. A sinistra `Il Cristo Giallo´ (1889), che assume le fattezze dell’artista, e si presenta contemporaneamente come vittima e redentore. Sulla destra, invece, il `Vaso a forma di maschera grottesca´, dello stesso anno, in cui, evocando anch’esso il volto di Gauguin con le tracce delle fiamme che lo hanno forgiato, assurge a simbolo di una sofferenza sublimata e purificatrice. Quindi, il capolavoro del d’Orsay non testimonia soprattutto la coincidenza totale tra arte e vita nella poetica dell’artista. 

Mahana no atua (Giorno di Dio) dell’Art Institute of Chicago, è invece un’opera del 1894. Contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, il dipinto fu realizzato da Gauguin a Parigi, nell’intervallo tra i suoi due soggiorni a Tahiti. Ciò dimostra come, per l’artista, l’influenza di immagini e ricordi di un mondo lontano e primitivo, così come la commistione di fonti iconografiche diverse, fosse elemento imprescindibile della sua produzione. Il dipinto mostra come per Gauguin misticismo e primitivismo fossero elementi essenziali per un rinnovamento totale dell’arte.  

FONTE: lastampa.it

Nessun commento:

Posta un commento