domenica 24 novembre 2013

Calendario Pirelli, per i 50 anni gli scatti inediti di Helmut Newton


Calendario Pirelli, per i 50 anni gli scatti inediti di Helmut Newton

Sono quelli che il grande fotografo fece per l'edizione del 1986 e che poi non furono pubblicati. Con corollario di illazioni sui motivi della bocciatura, inchieste e un libro monografico. Il ricordo di Manuela Pavesi, che lavorò con il maestro in quel periodo

Il Calendario Pirelli celebra i suoi primi 50 anni con un inedito di rara forza e bellezza. Tira fuori dalla cassaforte le immagini scattate da Helmut Newton per l'edizione 1986 e mai pubblicate e le impagina per il calendario 2014, presentato in pompa magna nel lussuoso e avvenirstico quartier generale della Bicocca.

Il calendario di Newton per qualche motivo non piacque, il che certo incrinò i rapporti tra il maestro della fotografia, all'epoca già un mostro sacro, e l'azienda di pneumatici. Non stupisce dunque che nell'albo d'oro dei grandi fotografi che hanno firmato il Pirelli - da Elgort a Herb Ritts, da Avedon a Lindberg, da Bruce Weber ad Annie Leibovitz, da Testino a De Marchelier, da Richardson a McCurry - il nome di Newton brilli per la sua assenza.

Mentre oggi, per la meraviglia dei collezionisti e la gioia degli intenditori, prende finalmente corpo questo calendario fantasma su cui molto si è ricamato con inchieste e addirittura con un libro monografico, e con l'inevitabile giallo sui (non facilmente spiegabili) motivi della bocciatura. Atmosfere troppo torride? Si direbbe di no. "Io ho la fortuna che allora non c'ero. Escludo però che ci sia stata censura contro Newton - afferma Marco Tronchetti Provera - direi piuttosto si sia trattato di rivalità fra la consociata inglese che aveva affidato la realizzazione del calendario a Bert Sterne, ultimo ritrattista di Marilyn Monroe, e quella italiana che aveva affidato il compito a Newton. Alla fine fu scelto il calendario inglese, non certo privo di nudo".

Un iter davvero molto movimentato quello del calendario 1986 firmato dal grande maestro tedesco, tenuto chiuso in cassaforte e pubblicato solo oggi. Durante lo shooting, che avvenne prima a Montecarlo e poi nel Chianti e nella campagna senese, quando era a tre quarti dell'opera Newton dovette abbandonare il set per gravi motivi famigliari, un malore della moglie. "Mi chiese di finire il lavoro per lui, dandomi istruzioni molto precise fin nel più piccolo dettaglio. Dei 12 scatti del calendario lui ne ha fatti otto e io quattro, e lui fu molto contento del prodotto finito", racconta ancora emozionata dopo tanti anni Manuela Pavesi, tuttora una delle stylist più apprezzate nel mondo della moda.

Fra vigne, case coloniche sbrecciate, squarci bucolici, poggi, cipressi, tabernacoli, ruderi medievali ma anche immense e minacciose ruote di camion, di trattori, di macchinari agricoli, le foto di Newton sono un racconto suggestivo dove il nudo esplicito è assente, un racconto all black and white permeato di atmosfere neorealiste.

"E' molto facile dire che era neorealista ma lui andava molto al di là - ricorda la Pavesi - Avevamo fatto insieme un servizio di moda per Vogue sul tema la donna ricca e la donna povera. Un tema che gli era piaciuto moltissimo, lui che era abituato a ritrarre soprattutto la donna altoborghese che ha tutto e di più. Così quando fu incaricato di fare il calendario Pirelli mi disse che voleva tornare su quel tema, che decisamente lo intrigava."

La modella italiana Antonia Dell'Atte, che nel calendario impersona la donna ricca, tacchi a spillo e macchina da corsa, non nega che siano circolate "voci secondo cui c'erano immagini un po' osé, il calendario non uscì e nessuno ci dette spiegazioni", mentre la sua collega Susie Bick, nel calendario una delle ragazze povere, è incredula che qualcuno possa parlare di censura e si commuove fino alle lacrime ripensando a quei giorni e all'emozione di aver lavorato con "un artista così speciale".

FONTE: Laura Laurenzi (repubblica.it) 

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