Palazzo Magnani celebra l'originale performer giapponese, con la prima antologica italiana. Il fondatore del Gruppo Gutai dipinge sparando colore con cannoni o scaraventando bottiglie sulla tela. E a 83 anni inaugura l'evento lanciando colore da una gru
REGGIO EMILIA - "Quando affermo che l'arte è stupire, la gente resta sorpresa. C'è la tendenza a pensare all'arte come un qualcosa di esteticamente bello, frutto di un lavoro delicato, ma questo è piuttosto quel che direi del mondo dell'artigianato. L'arte, oppure il gesto artistico, consistono al contrario nello stupire lo spettatore. Ovviamente stupire non significa sorprendere con gesti inconsulti e chiassosi". E infatti, nonostante le opere realizzate col "bottle crash", cioè facendo deflagrare sulla tela bottiglie piene di colore, in Shozo Shimamoto non c'è niente di inconsulto e chiassoso. Nel portentoso maestro giapponese, pioniere rivoluzionario di una sperimentazione artistica portata avanti dal Gruppo Gutai, che negli anni '50 del Novecento traduceva nel Sol Levante le ricerche informali di matrice europea, c'è la quintessenza di una creatività libera e inventiva, mai casuale o improvvisata.
Niente di strano nel bombardare col colore una tela o un oggetto a suon di acrobazie, quando in contemporanea un genio come Jackson Pollock coreografava le sue danze da jem session intorno alla tela stesa a terra col suo "dripping", lo sgocciolamento del colore. La pittura sfoggia un Dna diverso, dove nuovi cromosomi le conferiscono una natura "performante" e materiale. Non a caso Gutai significa
"concretezza", termine che vuole opporsi all'astrazione, intesa come approccio mentale all'opera. Lo racconta in modo impeccabile, anche con un pizzico di divertimento, la bella mostra "Shozo Shimamoto. Opere 1950-2011. Oriente e Occidente", dal 25 settembre all'8 gennaio a Palazzo Magnani, a cura di Achille Bonito Oliva.
E' la prima grande antologica in Italia dell'artista giapponese che offre un viaggio attraverso ottanta tra dipinti, sculture e video installazioni a ripercorrere la sua carriera, dalle prime innovative sperimentazioni degli anni Quaranta e Cinquanta, quando elaborò i "Cannon works", opere ottenute dall'accidentale disposizione del colore sulla tela, sparato da un cannone, seguito dalla tecnica del cut-up, il taglio della pittura, fino alle performance degli ultimi anni. Una ricerca inarrestabile, visto che a ottantatre anni, terrà a battesimo l'inaugurazione della mostra con una performance da guinness, lanciando i colori dall'alto di una gru su una grande tela (24 settembre, ore 16). "L'universo di Shimamoto - racconta Achille Bonito Oliva - è piegato di incidenti formali: il lancio di una moneta, di un pennello, un colpo di fucile, la macchia di un colore, l'introduzione di sagome di cose, alberi e uomini, presenze di foglie, griglie, maschere, pezzi di vetro rotto, puzzle fotografici ed infine parole. Tutto diventa immagine. E questo è l'effetto di un'arte giocata sempre sulla trasformazione degli elementi". E la mostra restituisce tutta questa indole dinamica del fare creativo di Shimamoto. Testimoniato da lavori storici. Ci sono le carte, mai esposti prima, e le tele degli anni Cinquanta, le esplosioni di colore delle performance di punta Campanella (Sorrento) e Capri, i lavori realizzati a Palazzo Ducale di Genova, in occasione della mostra al Museo Di Villa Croce nel 2008. Fino alle opere più recenti quali le sculture, i violini e gli abiti da sposa protagonisti delle ultime coinvolgenti performance dove musica, danza e colore si fondevano nell'atto creativo di Shozo Shimamoto.Notizie utili - "Shozo Shimamoto. Opere 1950-2011. Oriente E Occidente", dal 25 settembre all'8 gennaio 2012. Reggio Emilia, Palazzo Magnani.Orari: dal martedì al venerdì: 10-13/15.30-19, sabato, domenica e festivi: 10-19, lunedì chiuso.Ingresso: Intero €9, ridotto €7, studenti €4Catalogo: Allemandi Editore.
FONTE: Laura Larcan (repubblica.it)
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