Un’antologica nel convento di Santa Caterina
Sotto le arcate dell’antico, suggestivo Complesso di Santa Caterina prende l’avvio il vasto omaggio a Piero Simondo, per le cure di Sandro Ricaldone, ricco di trentotto opere fra dipinti, disegni, monotipi. Una personale che si sviluppa su due piani e tre sale per raccontare l’avventura artistica di un’intera esistenza che si impone fra gli Anni 50 e il 2008 nel segno del continuo sperimentare all’interno di quell’oceano infinito che fu ed è l’Arte Astratta o Informale che dir si voglia. Ossia una ricerca inesauribile di tecniche, immagini, forme che si disfano e ricompongono con risultati inconsueti, significati diversi, gesti che trovano inedita consistenza.
Lo scopo è sempre quello di catturare l’imprevisto, «di arrivare all’inespresso, all’immaturo» scrive l’artista nel libro (edizioni Il Canneto) pubblicato per l’esposizione. È questo l’intento della pittura di Simondo, che si è misurato con materiali che vanno dalla lastra di vetro alla tela e dalla masonite alla carta, dapprima in opere eloquenti come Quadretto blu del ‘56, poi sulle significative Topologie del ‘61, per procedere con Nitrocolla del ‘76 e alleviare il tratto e schiarire i colori negli azzurri del suo mare, come nel polittico Barocco C del ‘93, approdando a Macchia blu o gialla del 2008. Nato nel ‘28 a Cosio d’Arroscia, vicino a Imperia, è stato allievo di Casorati all’Accademia Albertina. I lavori degli esordi sono ceramiche astratte che crea ad Alba, dove lavora anche con e per Pinot Gallizio: dal ‘54 si dedica ai monotipi. L’amicizia con Jorn lo induce a numerose iniziative quali il primo Congresso mondiale degli artisti liberi sul tema «le arti libere e le attività industriali», dove intervengono tra gli altri Ettore Sottsass ed Enrico Baj. In seguito si succedono mostre e conferenze a Torino, Bruxelles, Londra. A Torino, dove risiede, nel ‘62 crea il CIRA, Centro di Cooperazione per un istituto Internazionale di Ricerche Artistiche. In seguito insegna all’Università. A festeggiare l’opera e la carriera, sabato c’è stata la Compagnia DAS (DanzAtelierStudios) con una performance dal titolo L’Immagine imprevista, con coreografia di Elena Rolla, nipote di Simondo.
PIERO SIMONDO, L'IMMAGINE IMPREVISTA, OPERE 1955-2008FINALBORGO (SV), SANTA CATERINAFINO AL 7 AGOSTO
FONTE: FIORELLA MINERVINO (lastampa.it)
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