giovedì 28 luglio 2011

Haring da Milwaukee a Chieti Ecco il manifesto della street art


Dal Museo nazionale d'Abruzzo  arriva per la prima volta il Murale, la grande impresa d'arte pubblica che il padre del graffitismo americano realizzò nel 1983. Trenta metri di figure-icone, tra cani, bambini. breakdancers e televisori con le ali


Quella che fu la grande impresa d'arte pubblica di Keith Haring, genio del graffitismo stroncato nel 1990 dall'Aids ad appena trentadue anni, va in mostra al Museo archeologico nazionale d'Abruzzo La Civitella. Il cosiddetto "Murale di Milwaukee", un lavoro monumentale lungo complessivamente trenta metri e alto due e mezzo, che venne commissionato all'artista americano nel 1983, quando aveva appena venticinque anni, in occasione dell'apertura del Museo Haggerty di Milwaukee. Dal 30 luglio al 19 febbraio, proprio grazie alla collaborazione con il Patrick and Beatrice Haggerty Museum of Art (sotto l'organizzazione di Alef cultural project management di Milano), sfilano i ventiquattro pannelli in legno realizzati nell'aprile dell'83 che condensano tutto il vocabolario figurativo della sua inconfondibile creatività. 

Quasi ad offrire un'overdose di quell'iconografia distintiva e personalissima di Haring, dall'apparenza di fumetto goliardico ed infantile, talvolta irriverente e sornione, con cui però mascherava una fiera critica alla società contemporanea. Un'arte on the road, negletta e proletaria, che Haring riuscì a portare nelle gallerie e nei musei di tutto il mondo. La visione ravvicinata di questa galleria neo-pop dà la percezione esatta della forza comunicativa di Haring, che ha esordito nei sotterranei della metropolitana di New York, quando si divertiva a disegnare furtivamente figurine stilizzate e provocatorie sui cartelloni pubblicitari dei sottopassaggi, folletto occhialuto e smilzo, che viene celebrato oggi come uno dei veri e inossidabili protagonisti dell'immediata arte contemporanea, merito, se non de-merito, di una morte prematura giunta, e forse aspettata, nel pieno fulgore della carriera istantanea (nell'88 gli viene diagnosticato l'Aids e con un colpo a sorpresa annuncia lui stesso la sua triste condizione in un'intervista a Rolling Stone). 

Eccolo il suo capolavoro monumentale, caratterizzato da entrambe le pareti dipinte. Da un lato scorre una sequenza ininterrotta di bambini a quattro zampe, in alto, e di cani che abbaiano (barking dogs), in basso. Sull'altro, la narrazione diventa più complessa e animata di personaggi diversi, icone del "bestiario" di Haring. Leit motif, le figure danzanti ispirate ai ballerini di breakdance. Tra queste spiccano il televisore con le ali, il cane, l'uomo con la testa di serpente. Il centro del murale è occupato da un ballerino che al posto della testa ha un televisore con il numero 83 disegnato sul monitor. E a destra spicca un'altra delle immagini simbolo di Haring: la faccia con tre occhi che fa la linguaccia. Il tutto è arricchito da fotografie e da un video che documentano le fasi della realizzazione e dai disegni fatti da Haring per l'occasione. "Al murale si attribuisce particolare importanza perché realizzato agli inizi della carriera dell'artista quando il suo stile rispecchiava ancora tutta la freschezza dei disegni della metropolitana di New York", commenta Curtis L. Carter, che racconta nel catalogo della mostra quei giorni di lavorazione. "Quando ci incontriamo all'aeroporto, Haring è entusiasta del progetto e pronto a mettersi immediatamente al lavoro. 


Passiamo dal negozio di ferramenta locale per comprare il colore. Per i contorni delle immagini sceglie della vernice nera. Un'altra sosta in un colorificio di Milwaukee per comprare il Day-Glo di colore arancione brillante a quarantacinque dollari al gallone, destinato a riempire gli spazi interni". "Arrivato sul posto - continua Carte - sul lato ovest del cantiere per la costruzione del museo, Haring si mette al lavoro tracciando con il colore nero sulla prima mano bianca i contorni delle immagini da riempire poi con il Day-Glo arancione. Haring disegna personalmente tutti i contorni e riempie quasi tutti gli spazi interni, ma accetta la collaborazione di studenti volontari per coprire parte degli spazi con il colore arancione. Ha appena il tempo di iniziare a dipingere che si è già radunata una piccola folla. Ogni giorno, per i tre giorni successivi, parecchie centinaia di persone vengono a osservare l'artista al lavoro. Un flusso ininterrotto di persone, tra cui gli studenti della Marquette University e dell'University of Wisconsin-Milwaukee, artisti e abitanti del luogo, curiosi di conoscere il progetto". Ben presto, la realizzazione del murale si trasformò in un'autentica performance con Haring al centro della scena.


Notizie utili - "Keith Haring: Il Murale di Milwaukee", dal 30 luglio al 19 febbraio 2012, Chieti, Museo Archeologico Nazionale d'Abruzzo - La Civitella.Orari: martedì-domenica 9-20.  Lunedì chiuso.Ingresso: intero: 7 €; ridotto: 5 €Informazioni: tel. 0871 63137Catalogo: Skira


FONTE: Laura Larcan (repubblica.it)

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