La Scottish Gallery of Modern Art celebra uno dei massimi scultori viventi. La prima grande antologica dopo oltre dieci anni, ripercorre la carriera del maestro
Organiche, biologiche, mutanti, quasi degli "X-Men" dell'arte. Lo spettacolo delle sculture "impossibili" di Tony Cragg, uno dei massimi scultori contemporanei viventi, va in scena alla Scottisch National Gallery of Modern art dal 30 luglio al 6 novembre. Ed è tutto da godere, in questa prima rassegna che un museo pubblico della sua terra gli dedica dopo oltre dieci anni. Protagoniste, sono cinquanta sculture gigantesche, abbinate ad un repertorio di disegni, che ripercorrono gli ultimi trent'anni anni di creatività, offrendo l'opportunità di scoprire proprio i lavori più recenti di un maestro che ha fatto della scultura un gioco delle meraviglie che sembra sfidare i virtuosismi della natura.
Nato a Liverpool nel 1949, Cragg ha cominciato la sua carriera in modo insolito, come assistente di laboratorio, seguendo una serie di sperimentazioni sulle potenzialità dei materiali legati alla gomma. Studiava in parallelo arte (dalla metà degli anni '70 si è formato tra il Wimbledon College of Art e il Royal College of Art di London), e come ama ricordare, cominciò ad usare il disegno per capire meglio gli esperimenti, fino a quando i disegni non hanno preso il sopravvento e sono diventati una sfida più significativa degli esperimenti stessi in laboratorio. Ed è da questa propensione ad un'estetica visionariache Tony Cragg è diventato il demiurgo delle creature dalle forme più improbabili, quasi a emulare le potenzialità di quella "gomma" tanto manipolata in laboratorio, come evidenziano ora le sale espositive del museo e soprattutto i giardini.
Quella di Cragg è una grande antologica che dà la percezione piena della grandiosità di questo genio della materia. Che sa assemblare tasselli di materiali plastici di scarto per costruire sagome gigantesche di corridori, come il suo "Runner" del 1985. Che sa "manipolare" materiali come il ferro, il bronzo, la cera, la pietra colorata e legno cristallizzato, tutti materiali che infondono un'idea di apparente leggerezza per creare corpi che crescono a gemmazione continua, quasi ininterrotta (sculture che Cragg realizza a mano reclutando una squadra di assistenti per portarli a compimento). Che plasma sculture indefinibili che si afflosciano a terra dopo aver compiuto attorcigliamenti pindarici e convulsi. Sono opere plasmate nei più diversi materiali per sfoggiarne sempre una inaspettata malleabilità, che Tony Cragg elabora negli anni secondo serie tematiche che evolvono come vere e proprie creature viventi, tra le "Early Forms" (iniziate alla fine degli anni '80) e le "Rational Beings" in parallelo, caratterizzate da un'idea "genetica" di alte colonne dai contorni levigati come possibili profili umani che lo spettatore può cogliere girando intorno all'opera. Totem di legno cristallizzato dalla foggia precaria, obliqua, sbilenca, dai contorni molli. Passare in rassegna le opere di Cragg significa compiere un viaggio speleologico tra piramidi proteiformi che sembrano nate da sedimenti calcarei, e frammenti di roccia levigata dal vento ed erosa dall'acqua, quasi figlia del Grand Canyon. Opere, insomma, curiose, insolite, divertenti, ma anche sensuali e poetiche, in bilico tra vitalità estrema e forme paradossali, che sanno attrarre e incuriosire ogni spettatore in un dialogo diretto. Ma non finisce qui. Cinque ciclopiche sculture di Tony Cragg emergono d'improvviso nel giardino del museo. Ed è un tutt'uno con la natura.Notizie utili - "Tony Cragg. Sculptures and Drawings", dal 30 luglio al 6 novembre 2011, Scottisch national Gallery of Modern Art (sezione della Nation Gallery), Belford Road, EdimburgoOrari: tutti i giorni, 10-17.
FONTE: Laura Larcan (repubblica.it)
Nessun commento:
Posta un commento