Un viaggio da nord a sud dello Stivale, alla scoperta dei murales e graffiti più belli: un museo "en plein air"che coinvolge anche Millo, Blu, Peeta, Banksy e C215...
Un viaggio tra graffiti e murales, forme e colori, alla scoperta della street art più bella d’Italia. Skyscanner ha raccontato il meglio dell’arte urbana in Italia, tra capolavori di sempre e nuovi soggetti pop. Si parte da Torino, dove, grazie al bando B.ART, l’artista Millo ha realizzato tredici enormi murales in bianco e nero nel quartiere Barriera di Milano, incentrate sul rapporto tra umano e metropolitano. A Milano, nel quartiere Isola, potrete invece scoprire gli stencil iconici di Zibe, i piccoli animaletti di Microbo e le scene surreali di Santi.
A Venezia, attorno al Teatro Marinoni, potrete trovare il lavoro dell’artista Peeta, i cui graffiti diventano tridimensionali grazie a giochi di luce e sfumature. A Padova il Comune ha lanciato un progetto per colorare le periferie, mettendo a disposizione di una dozzina di artisti locali le superfici di quattro grandi palazzi nel quartiere Mortise. Inoltre qui è nata la prima “social graffiti photomap”, ovvero una mappa virtuale che raccoglie i lavori di arte urbana presenti in città.
A Bologna potrete gustarvi le grandi opere di artisti riconosciuti a livello internazionale, come Blu, Ericailcane, Mambo e Dado, tra animali surreali e colori sgargianti. Anche qui potrete utilizzare un utile strumento, la mappa di Bolognastreetart. A Firenze, invece, si può scoprire anche l’arte di CLET, i cui omini stilizzati hanno trasformato la segnaletica italiana, e quella di Exit Enter, tra palloncini e cuori rossi.
Nella Capitale partite dal Museo Urban di Roma, una mostra collettiva di opere urbane. E poi scoprite le chicche sparse per tutta la città, da Ostiense a Tormarancia, da Quadraro al Testaccio. Non solo architetture partenopee, invece, a Napoli: i lavori di Banksy, C215, Alice Pasquini e di tanti altri artisti hanno rivoluzionato gli spazi cittadini, da quelli degradati a quelli più famosi.
Spostandoci in Puglia, a Bari si possono ammirare le opere di artisti di fama internazionale come 108, Ozmo e Hell’O Monsters. Mentre a Palermo, tra i quartieri di Vucciria, Borgo Vecchio, ZEN e Kalsa, tante le iniziative che hanno coinvolto il Comune con gli artisti locali: spicca l’ispirazione dell’artista franceseC215, che ha riproposto i principali capolavori del Caravaggio.
A Venezia, attorno al Teatro Marinoni, potrete trovare il lavoro dell’artista Peeta, i cui graffiti diventano tridimensionali grazie a giochi di luce e sfumature. A Padova il Comune ha lanciato un progetto per colorare le periferie, mettendo a disposizione di una dozzina di artisti locali le superfici di quattro grandi palazzi nel quartiere Mortise. Inoltre qui è nata la prima “social graffiti photomap”, ovvero una mappa virtuale che raccoglie i lavori di arte urbana presenti in città.
A Bologna potrete gustarvi le grandi opere di artisti riconosciuti a livello internazionale, come Blu, Ericailcane, Mambo e Dado, tra animali surreali e colori sgargianti. Anche qui potrete utilizzare un utile strumento, la mappa di Bolognastreetart. A Firenze, invece, si può scoprire anche l’arte di CLET, i cui omini stilizzati hanno trasformato la segnaletica italiana, e quella di Exit Enter, tra palloncini e cuori rossi.
Nella Capitale partite dal Museo Urban di Roma, una mostra collettiva di opere urbane. E poi scoprite le chicche sparse per tutta la città, da Ostiense a Tormarancia, da Quadraro al Testaccio. Non solo architetture partenopee, invece, a Napoli: i lavori di Banksy, C215, Alice Pasquini e di tanti altri artisti hanno rivoluzionato gli spazi cittadini, da quelli degradati a quelli più famosi.
Spostandoci in Puglia, a Bari si possono ammirare le opere di artisti di fama internazionale come 108, Ozmo e Hell’O Monsters. Mentre a Palermo, tra i quartieri di Vucciria, Borgo Vecchio, ZEN e Kalsa, tante le iniziative che hanno coinvolto il Comune con gli artisti locali: spicca l’ispirazione dell’artista franceseC215, che ha riproposto i principali capolavori del Caravaggio.
FONTE: Salvo Cagnazzo (lastampa.it)
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