Dal 21 al 24 aprile a Civitacampomarano arriva l'arte di Biancoshock, David de la Mano, Pablo S. Herrero, Hitnes, Icks e Uno...
Un tocco di street art per far rinascere l’antico borgo molisano di Civitacampomarano, in provincia di Campobasso: la prima edizione del FestivalCVTà – Street Fest partirà giovedì 21 e andrà avanti sino a domenica 24 aprile. Sei gli artisti protagonisti: Biancoshock, David de la Mano, Pablo S. Herrero, Hitnes, Icks e Uno. La direzione artistica della manifestazione è firmata da Alice Pasquini, il coordinamento degli eventi è affidato a Jessica Stewart.
Tutto nasce da un’e-mail inviata ad Alice nel 2014 da Ylenia Carelli, Presidente della Pro Loco “Vincenzo Cuoco” di Civitacampomarano: un invito a fare tappa nel borgo molisano per dipingere i muri del centro storico ormai quasi completamente disabitato. L’artista realizza una serie di interventi pittorici, prendendo spunto da fotografie d’epoca della vita del paese, per rendere omaggio al passato di Civitacampomarano.
“Ho dipinto su vecchie porte, per ricordare quello che ora non c’è più – spiega Alice – molte case bellissime ora sono vuote, lo spopolamento è stato enorme e Civitacampomarano oggi conta poco più di quattrocento abitanti”. E prosegue: “Per me non è un paese qualsiasi – racconta – è il paese natale di mio nonno”. Il viaggio di Alice diventa così non solo un viaggio alla scoperta delle bellezze di un’Italia minore, ma anche un percorso nella sua memoria familiare.
Sono stati gli stessi abitanti di Civitacampomarano a fare a gara per mettere a disposizione degli artisti muri e scorci panoramici. Ciascuno dei sei artisti è invitato a eseguire il proprio intervento sulla pelle dell’antico borgo nell’arco dei quattro giorni in cui si svolgerà la manifestazione, lavorando a stretto contatto con gli abitanti del luogo. Ma il programma prevede anche una serie di iniziative ed eventi collaterali, che vanno dalle visite guidate, al dialogo con i bambini delle scuole, dalla gastronomia alla musica.
Street artist e pittrice, ma anche illustratrice e scenografa, la romana AliCè ha portato nelle più importanti città del mondo la sua arte che mescola narrazione della vitalità femminile. Il milanese Biancoshock definisce i suoi interventi urbani temporanei, amplificati attraverso la fotografia, i video e i media, con il termine Effimerismo, da lui stesso coniato. Arriva da Montevideo in Uruguay David de la Mano, che approda alle pitture murali e all’arte pubblica a partire dagli studi in Spagna dedicati alla scultura e dai progetti installativi e di land-art.
Il linguaggio pittorico dello spagnolo Pablo S. Herrero è legato al codice degli alberi e delle foreste. La sua attività come muralista si concentra soprattutto fuori dai centri urbani, abitando periferie, aree marginali e zone rurali. In primis disegnatore e poi pittore su parete, con una predilezione tematica per il mondo animale e vegetale, Hitnes da Roma gira il mondo disseminando al suo passaggio figure di un bestiario e di un erbario in continua evoluzione.
Unico artista molisano, ICKS lavora con la tecnica dello stencil e attinge a un immaginario pop, riletto con ironia e una critica costante agli stereotipi consolidati, affrontando spesso anche tematiche sociali. Attualizzando la lezione di Warhol, di Debord e di Rotella, UNO gioca con la tecnica pubblicitaria, cambiandola di segno, attraverso la ripetizione all’infinito e l’uso di spray e pitture fluorescenti in abbinamento alle tecniche del poster, del collage, del decoupage e in generale della manipolazione della carta.
Tutto nasce da un’e-mail inviata ad Alice nel 2014 da Ylenia Carelli, Presidente della Pro Loco “Vincenzo Cuoco” di Civitacampomarano: un invito a fare tappa nel borgo molisano per dipingere i muri del centro storico ormai quasi completamente disabitato. L’artista realizza una serie di interventi pittorici, prendendo spunto da fotografie d’epoca della vita del paese, per rendere omaggio al passato di Civitacampomarano.
“Ho dipinto su vecchie porte, per ricordare quello che ora non c’è più – spiega Alice – molte case bellissime ora sono vuote, lo spopolamento è stato enorme e Civitacampomarano oggi conta poco più di quattrocento abitanti”. E prosegue: “Per me non è un paese qualsiasi – racconta – è il paese natale di mio nonno”. Il viaggio di Alice diventa così non solo un viaggio alla scoperta delle bellezze di un’Italia minore, ma anche un percorso nella sua memoria familiare.
Sono stati gli stessi abitanti di Civitacampomarano a fare a gara per mettere a disposizione degli artisti muri e scorci panoramici. Ciascuno dei sei artisti è invitato a eseguire il proprio intervento sulla pelle dell’antico borgo nell’arco dei quattro giorni in cui si svolgerà la manifestazione, lavorando a stretto contatto con gli abitanti del luogo. Ma il programma prevede anche una serie di iniziative ed eventi collaterali, che vanno dalle visite guidate, al dialogo con i bambini delle scuole, dalla gastronomia alla musica.
Street artist e pittrice, ma anche illustratrice e scenografa, la romana AliCè ha portato nelle più importanti città del mondo la sua arte che mescola narrazione della vitalità femminile. Il milanese Biancoshock definisce i suoi interventi urbani temporanei, amplificati attraverso la fotografia, i video e i media, con il termine Effimerismo, da lui stesso coniato. Arriva da Montevideo in Uruguay David de la Mano, che approda alle pitture murali e all’arte pubblica a partire dagli studi in Spagna dedicati alla scultura e dai progetti installativi e di land-art.
Il linguaggio pittorico dello spagnolo Pablo S. Herrero è legato al codice degli alberi e delle foreste. La sua attività come muralista si concentra soprattutto fuori dai centri urbani, abitando periferie, aree marginali e zone rurali. In primis disegnatore e poi pittore su parete, con una predilezione tematica per il mondo animale e vegetale, Hitnes da Roma gira il mondo disseminando al suo passaggio figure di un bestiario e di un erbario in continua evoluzione.
Unico artista molisano, ICKS lavora con la tecnica dello stencil e attinge a un immaginario pop, riletto con ironia e una critica costante agli stereotipi consolidati, affrontando spesso anche tematiche sociali. Attualizzando la lezione di Warhol, di Debord e di Rotella, UNO gioca con la tecnica pubblicitaria, cambiandola di segno, attraverso la ripetizione all’infinito e l’uso di spray e pitture fluorescenti in abbinamento alle tecniche del poster, del collage, del decoupage e in generale della manipolazione della carta.
FONTE: Salvo Cagnazzo (lastampa.it)
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